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Google rivoluziona Gmail: ecco Buzz

di Luca Figini

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10 FEBBRAIO 2010
Google rivoluziona Gmail, ecco Buzz
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Facebook medita di fornire un servizio di posta elettronica? E Google risponde trasformando l'e-mail in una sorta di social network. Anzi, di più. Gmail assorbe molte funzioni tipiche delle reti sociali per rintuzzare il sempre più numeroso popolo di Twitter, Facebook & co. Secondo Nielsen, gli utenti delle reti sociali sono ormai oltre 300 milioni, contro i circa 280 milioni di persone che fanno uso della posta elettronica. Tuttavia i social sono in una situazione simile a quella dei siti agli albori di Internet: tante informazioni disponibili, ma con poco ordine. Così diventa difficile individuare quello che è importante separandolo dal rumore di fondo. Ovvero c'è un eccesso di dati disorganizzati e disgregati che non sono in grado di esprimere al 100% il valore che hanno. E questo bombardamento di contenuti è in costante aumento. C'è bisogno di un nuovo approccio per capire ciò che è rilevante da quello che non lo è. La soluzione?
Una schermata di GmailGoogle Buzz, l'evoluzione, anzi la rivoluzione, di Gmail. Che già nel corso degli anni è andata espandendosi in fatto di funzioni: dalla posta elettronica alla videochat, passando per vari plus-in nell'area Labs. Il risultato è Buzz, cioè "una nuova era nella comunicazione e condivisione delle informazioni". Ha ben poco a che vedere con la classica e-mail. Per esempio, c'è l'auto-following, per rispondere subito alle persone con cui parliamo più di frequente.
Oppure offre un modo più semplice e veloce per condividere file e per segnalare quali informazioni sono pubbliche e quali private. Senza dimenticare che visualizza in tempo reale gli aggiornamenti allo stato degli amici e permette di inserire contenuti audio e video. Buzz è integrato in Gmail: si attiva non appena si apre la propria casella di posta elettronica on-line. Basta scegliere i contatti e gli amici con cui utilizzare la funzione perché messaggi, file multimediali, contenuti e collegamenti in Internet vengano aggregati in un unico flusso. Una colonna di informazioni che va crescendo con il tempo. Sulla falsariga di ciò che è già stato sperimentato con Google Wave. Per dirla tutta, Google ha traslocato in Gmail gli strumenti sviluppati in Wave, solo con un occhio di riguardo per la parte multimediale. Per aggiungere nuovi contributi basta rispondere con un metodo simile a quello di Facebook: si apre uno spazio bianco per replicare ai messaggi oppure per inserire un collegamento a un sito o a un video.
Se poi si decide che la discussione diventa pubblica, e quindi non più privata e relegata a Gmail, chiunque acceda al nostro profilo in Google vedrà la colonna di messaggi scambiati con gli altri utenti. Senza invadere la privacy.
Si possono scegliere i gruppi di utenti che possono contribuire alla conversazione oppure individuare chi va escluso. Dunque, spariscono le e-mail? No, sono solo organizzate in modo profondamente diverso da quanto siamo stati abituati finora. Non più posta elettronica statica bensì un aggregato di parole che danno origine a un nuovo streaming in tempo reale di dati complessi e articolati. E in continua espansione. La cosa interessante è che si può iniziare a partecipare a qualsiasi flusso; basta essere invitati o raccomandati da un qualsiasi contatto o amico che è già parte del Buzz in questione. Alla resa dei conti, ciò che Google cerca di ottenere è di creare una nuova forma di conoscenza partendo da e-mail che da sole sarebbero inerti. Va da se che Buzz, essendo parte di Gmail, è supportato anche dai dispositivi mobili non appena attivato nella propria casella e-mail.
Non solo: arriva all'interno di Maps (aggiornato con nuove funzioni) a iniziare dalle versioni del software per iPhone, Symbian, Windows Mobile e Android (le altre piattaforme saranno supportate a breve).
L'innovativo servizio di Google individua dove ci si trova e indica nel contributo pubblicato nella conversazione la posizione da cui è stato inviato il post. Così il messaggio è geolocalizzato ed è possibile vedere sulla mappa il punto esatto dell'utente. Inoltre, dallo smartphone si attiva la funzione Nearby che mostra i Buzz rilevanti con il luogo in cui mi trovo. Così, per esempio, è possibile scorpire quali sono i contatti nei paraggi oppure le conversazioni che contengono riferimenti a servizi disponibili nei dintorni. E su questo fronte Buzz rappresenta un'evoluzione senza precedenti nell'utilizzo della tecnologia Gps: gelolocalizzare una grande quantità dati in un modo pressoché rivoluzionario.

ANALISI / Big G e le reti sociali (di Luca Dello Iacovo)

10 FEBBRAIO 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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