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Yahoo! compie 15 anni. Il Ceo: «la società non è in vendita»

di Gianni Rusconi

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5 marzo 2010
Yahoo! compie 15 anni


Fra una citazione per Steve Jobs e considerazioni ad ampio spettro sull'evoluzione prossima ventura della Rete, il Ceo di Yahoo! Carol Bartz ha approfittato dei festeggiamenti per il 15esimo compleanno della società californiana per tornare ad alimentare mai sopite illazioni. Illazioni riguardanti la vendita di Yahoo! a Microsoft, che proprio in concomitanza dell'arrivo della top manager era tornata di stretta attualità fino all'alleanza sui servizi di search advertising sancita lo scorso luglio. Il numero uno della società, in sella dal gennaio scorso, non ha comunque fatto mistero delle sue convinzioni in materia: "la società andava ceduta. È difficile – avrebbe detto la manager - giudicare una trattativa se non la si è seguita in prima persona ma di fronte a una proposta di quel tipo difficilmente avrei rifiutato". Per inciso quando Steve Ballmer lanciò la scalata il Ceo di Yahoo! era Jerry Yang e sul piatto dell'offerta ci finirono grosso modo 40 miliardi di dollari. La Bartz ha però liquidato la possibilità che l'azienda possa essere ceduta in un prossimo futuro, ipotesi ventilata più volte e ripresa nel corso di un'intervista rilasciata nei giorni scorsi al network Cnbc, con un secco "the company is not for sale" proferito davanti ai giornalisti convenuti al brindisi organizzato nel quartier generale di Sunnyvale. Sul fatto che ci sia ancora tanto lavoro da fare per Yahoo! invece non ci sono dubbi e una delle strade che percorrerà Yahoo! per crescere sarà quella delle acquisizioni di piccole aziende hi-tech (con meno di 100 dipendenti) altamente specializzate. La battaglia a distanza con Google sul fronte dei servizi e della pubblicità on line è stato un altro argomento ricorrente nelle esternazioni del Ceo, che a tal proposito ha fatto chiaramente capire come l'accordo commerciale firmato la scorsa estate con Microsoft abbia dato maggiore forza competitiva alla sua società nei confronti della casa di Mountain View.

La Bartz si è quindi dimostrata tutto sommato personalmente poco "interessata" su quelle che sono le prese di posizione degli organi antitrust, confermando in tal senso la posizione ufficiale di non belligeranza di Yahoo! nei confronti del Dipartimento di Giustizia Usa riguardo la posizione dominante di Google, e ha pure espresso solidarietà per la rivale riguardo la ben nota sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Milano, rimarcando come i recenti accadimenti rischiano di rendere l'Europa un terreno incerto per le Internet company americane. Google è quindi un avversario da battere – per esempio sul fronte dei libri elettronici (Yahoo! è membro della Open Book Alliance in totale contrapposizione alle iniziative in questo campo del gigante del search) – ma sul campo e non grazie ad emendamenti in carta bollata. Evitando di prendere posizione sulla questione Google-Cina, la Bartz ha quindi confermato come la chiave del successo siano da una parte nella qualità dei contenuti "home made" da offrire agli utenti e dall'altra la capacità di mettere a disposizione degli investitori strumenti pubblicitari altrettanto interessanti. Anche al cospetto dei social network come Facebook, che ha superato Yahoo! per numero di utenti ma non deve destare preoccupazione perché – questa la convinzione del Ceo – la comunità di internauti fedele ai servizi della società è già abbastanza numerosa e non necessita di essere ulteriormente arricchita (numericamente parlando) fuori dai confini Usa a prezzo di costosi nuovi investimenti. Resta il fatto che la quota di Yahoo! nel mercato dei servizi di search in patria è scesa a fine 2009 al 17% e per stessa ammissione della Bartz "nessuno ha la bacchetta magica" e ci vorrà ancora del tempo prima che la trasformazione avviata dalla sua gestione veda i primi frutti.

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5 marzo 2010
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