Stilare una guida alla stagione teatrale italiana 2007-2008 che si appresta a entrare nel vivo è per molti versi un'operazione imbarazzante. In primo luogo, per la vastità dell'offerta, all'interno della quale il rischio di perdere l'orientamento è reale. In secondo luogo, perché la stessa "numerosità" obbliga a una maniacale selezione della selezione e, aggiungeremmo ancora, della selezione, con l'inevitabile fardello di dimenticanze (alcune, a posteriori, si riveleranno sicuramente colpevoli), comprese le riprese di meravigliosi spettacoli della scorsa stagione, e rassegne di valore, come quelle dei teatri d'Europa di Torino e Milano o le Vie della scena contemporanea di Modena e dintorni.
Fatta questa necessaria premessa, anche quest'anno il sipario si alza. Nonostante tutto. Nonostante i problemi economici, normativi, strutturali di cui il teatro italiano soffre da sempre, nonostante le cassandre ne annuncino il decesso a ogni inizio di stagione, nonostante ecc. ecc.. In un contesto di chiari di luna economici (la gente spende meno per gli alimenti, figuriamoci per la cultura), di concorrenza feroce della Tv, l'imprenditore teatrale (come dargli torto?) va sul sicuro proponendo mostri e testi sacri (tanto Goldoni però è giustificato dal tricentenario della nascita). Colpevole la latitanza delle istituzioni; ma questa è una storia vecchia.
Ancora, nonostante tutto, i motivi per essere ottimisti non mancano. Intanto la vastissima offerta di cui sopra che dà il senso del magma che ribolle, dell'esistenza di un movimento (dal caos nasce sempre qualcosa di buono, o no?), la visione che si afferma sempre di più di un teatro ideale, nel senso di idea, che si riscatta dal testo drammaturgico, per costruire felici incontri multidisciplinari, e poi, la ri-apertura di tante sale, la formazione di giovani compagnie, il proliferare di scuole di teatro. Su problemi e speranze del teatro italiano abbiamo sentito il parere di Lamberto Puggelli, storico regista della scena italiana, da questa stagione direttore del Teatro Stabile di Catania.