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Intervista a Muti: «Io e Abbado...»di Valeria Ronzani |
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3 novembre 2007
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Un dualismo che ha accompagnato la carriera stellare dei due maggiori ambasciatori della nostra cultura musicale nel mondo, Claudio Abbado e Riccardo Muti. Due direttori quasi coetanei, due personalità artistiche diversissime, la vocazione al Novecento per Abbado, l'attrazione magnetica verso tutto il Settecento musicale per Muti. E quel continuo confronto, quasi un inseguimento, sui più importanti palcoscenici del mondo e alla guida delle più grandi orchestre. Una contrapposizione troppo esasperata dalla stampa, nata dalle rispettive tifoserie, non c'è termine più calzante, sostanzialmente negli anni in cui Muti era la stella emergente del Maggio Musicale Fiorentino, mentre Abbado guidava la Scala di Milano. Ora proprio Abbado e Muti spiazzano tutti. Nel nome del futuro musicale del nostro paese, per difendere un'educazione musicale letteralmente latitante da oltre un secolo, nasce un progetto che è anche un messaggio politico fortissimo. Nell'ottobre 2008 Claudio Abbado dirigerà il "Te deum" di Hector Berlioz, una partitura che richiede un organico impressionante: 50 violini, 20 viole, 12 arpe, un esercito di coristi adulti e bambini, 1000 interpreti complessivamente. Saranno tutti giovani.
Certamente. Abbado ed io riteniamo che la collaborazione tra orchestre di giovani travalichi tutte le partigianerie, i provincialismi e le ottusità. Per creare dei presupposti per il futuro a cui anche il governo possa mettere la dovuta attenzione. L'educazione musicale, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è fondamentale per una buona società. Spero che qualcosa si stia muovendo per sanare le lacune vergognose del nostro sistema educativo. Voglio sottolineare che già l'anno scorso, al Ravenna Festival, ho diretto la Sinfonia fantastica di Berlioz unendo la Cherubini e l'Orchestra giovanile. L'esperienza si ripeterà l'anno prossimo. Ho appena diretto il Don Pasquale a Mosca e Pietroburgo con la Cherubini e un cast di cantanti giovanissimi. Il successo è stato travolgente. Stiamo per partire per Las Palmas sempre con il Don Pasquale e l'Orchestra Cherubini. Ad ospitarci sarà il nuovo teatro dell'architetto Calatrava. Anche a San Pietroburgo abbiamo suonato in un auditorium nuovissimo, veramente molto bello. Anche sotto questo profilo, che amarezza! In tutto il mondo si inaugurano teatri meravigliosi, solo da noi i teatri chiudono, e si fa così poco per valorizzare i nostri talenti
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