All'inizio di una campagna elettorale che divide profondamente l'opinione pubblica, Il Sole 24-Ore Domenica ha chiesto ad alcuni suoi collaboratori di indicare un valore, un simbolo, un sentimento, un carattere rappresentativo dell'identità nazionale al di là degli schieramenti.
Ecco le risposte di Bodei, Camurri, Cardini, Gentile, Mazzucco, Melograni, Ossola, Rasy, Scaraffia, Zincone. Dal paesaggio al senso di colpa, dal trasformismo all'abbronzatura, dalla solidarietà all'improvvisazione, dalla casa al vittimismo, da Arlecchino a Pinocchio. Una geografia dell'anima che riserva molte sorprese e qualche paradosso: talvolta perfino i vizi si rovesciano in virtù.
Che cosa ci unisce? Lasciate un commento, a partire dalla Filosofia minima di Armando Massarenti che proponiamo qui di seguito.
A caccia di valori comuni
Proponiamo qui un piccolo esercizio filosofico e quindi un piccolo gioco per i nostri lettori, che ha il fine di riuscire a scovare «valori comuni». Dico subito che probabilmente questo test si attaglia anche ai valori più ovvi. Per esempio, «libertà» e «democrazia», cui fanno riferimento i maggiori schieramenti politici, ma anche «sicurezza», o «vita».
Sono tutti valori rispetto ai quali è possibile usare strategie comunicative di stile "orwelliano". Nel celeberrimo 984 George Orwell mostrava come fosse possibile parlare di libertà, o di opportunità o di altri valori, mentre si ha in mente il loro esatto opposto. Un esempio recente di uso concreto di linguaggio orwelliano è quello di cui parla George Lakoff (nel suo libro La libertà di chi?, Codice edizioni, vedi il Sole 24 Ore-Domenica del 20 gennaio) in relazione all'Operazione Cieli puliti voluta da Bush. Perché l'amministrazione americana ha chiamato in questo modo così limpido una iniziativa che in realtà permetteva di inquinare di più? Perché sapeva bene che chiamarla Cieli più sporchi avrebbe scontentato persino i più convinti conservatori.
Questo significa che vi è una convergenza reale verso certi valori ecologici, che viene implicitamente riconosciuta anche quando si sta portando avanti una politica che manifestamente li nega. Nessuno sosterrebbe, per esempio, in campagna elettorale, di preferire di avere più inquinamento, il che significa che certi valori (che magari fino a non molti anni fa ancora dividevano i cittadini) sono ormai pressoché condivisi da tutti, anche se lasciano ampi margini per essere interpretati e proposti in maniere assai diverse tra loro.
Dunque il gioco che proponiamo ai nostri lettori è questo. Provate a proporci uno o più valori che ritenete davvero condivisi pressoché da tutti gli italiani, usando il test orwelliano sopra suggerito. Abbiamo volutamente fatto un esempio americano per lasciare a voi l'esercizio di trovarne di più adatti al nostro contesto. È un esercizio che consiste nello scavare sottilmente tra gli eufemismi, le ambiguità, gli imbarazzi del linguaggio etico e politico.
Vi proponiamo almeno un esempio molto italiano. Pensate a che cosa può significare chiamare ostinatamente «Missione di pace» l'adesione del nostro esercito agli interventi nelle zone più critiche del mondo. Significa, in realtà, qualcosa di molto positivo. Cioè che, sotto sotto, uno dei valori da noi veramente condivisi è, appunto, la pace. A voi il compito - lo sappiamo, non facile - di trovarne degli altri.
Gli interventi dei lettori