Ventiquattrore dopo. E' questo il lasso di tempo necessario ai "Lostaddicted" per soddisfare la loro curiosità. Jack, Kate, Sawyer e gli altri sopravvissuti nella sesta ed ultima stagione del serial tv Lost arriveranno in Italia a un solo giorno dalla messa in onda negli Stati Uniti. Grazie ad un accordo siglato con la Walt Disney, Telecom Italia metterà in rete tutti i nuovi 18 episodi a partire dal 3 febbraio. Ben sette giorni prima della messa in onda su Sky , in italiano, riservata agli abbonati (FOX, canale 110 di Sky, in prima visione a partire dal 10 febbraio ogni mercoledì alle 21.10).
I sopravvissuti che dal 2004 - data della prima fortunatissima messa in onda che raccolse in media 15,7 milioni di spettatori - continueranno per l'ultima volta ad affollare un'isola del Pacifico.
Il finale della quinta stagione ha tenuto gli appassionati con il fiato sospeso per la morte di Juliet (Elizabeth Mitchell), che aveva detonato la bomba sull'Isola alterandone il destino. Ma la rivelazione che ha lasciato più sulle spine i telespettatori di tutto il mondo, è stata che una figura misteriosa (Titus Welliver) avesse assunto le sembianze di Locke, defunto, per convincere Ben (Micheal Emerson) ad uccidere Jacob (Mark Pellegrino).
Anche in quest'ultima edizione permane al centro della narrazione l'eterno dilemma tra ragione e fede, incarnate da Jack (Matthew Fox) e Locke (Terry O'Quinn). Ma non solo, continua anche il conflitto tra Charles Widmore (Alan Dale) e Benjamin Linus (Michael Emerson), uno dei personaggi più controversi. Pochissimi i dettagli trapelati sul finale della storia, che secondo alcune dichiarazioni dei creatori Damon Lindelof e Carlton Cuse, richiamerà per toni ed atmosfere la prima stagione e ci farà rincontrare gran parte del cast che ha lavorato alle precedenti stagioni, a cominciare da Charlie (Dominic Monaghan) e Boone (Ian Sommerhalder).
Questa sesta è l'ultima e risolutiva serie. E diciamo risolutiva non a caso, stando almeno alle pochissime indiscrezioni (e agli insegnamenti del più blasonato fra i narratologi, Chatman Seymour). Ma andiamo per gradi, e finché è possibile, per esclusione, coscienti di percorrere un terreno minato, quello delle"previsioni sulle indiscrezioni".
Sappiamo, perché lo ha rivelato al Festival di Monte Carlo, il dr. Shepard, al secolo Matthew Fox, che il finale sarà "molto soddisfacente, catartico, redentivo e bello".
Vocaboli tutti non casuali quelli usati dall'unico nel cast a conoscere il finale - stando a quanto ammettono gli altri attori - e che farebbero presumere la risoluzione della serie in senso "positivo" (ha detto soddisfacente, che per il pubblico americano è "quasi equivalente" a soluzione positiva). Altro termine è "redentivo", in molti scommettono su una riabilitazione per il truffatore Sawyer (sarebbe un classico: lui, Josh Halloway, è bello, biondo, amatissimo dal pubblico femminile, e con accenti da responsabile che ne smentiscono le pose truffaldine...).
Sempre Fox ha ammesso che l'ultima serie "inizialmente confonderà il pubblico". Qui le considerazioni da farsi sono due: il pubblico è stato già ampiamente sviato da flashback, flasforward, ritorni, misteri e chi più ne ha più ne metta. Ma il fatto che ciò avvenga solo inizialmente fa pensare che lo sviluppo della sesta serie sarà meno variegato a livello narratologico (meno punti di vista dei singoli personaggi, e più linearità nello svolgersi della storia). Il fatto poi che nessuno resterà deluso fa presumere ai blogger - che trovano così anche il conforto della narratologia più classica - lo scioglimento di tutte le singole storie in un lieto-fine.
Quanto a questo, c'è solo da sperare che non sia il più classico fra gli happy end, (trionferà la fede che accontenta gli statunitensi o la ragione che piace di più ai francesi?). Lineare sembrerebbe dunque il fil rouge dell'ultima serie. Riapparizioni a parte. Scontato, come insegnerebbe Michael Cunningham, il ritorno circolare alla prima serie. Il successo, anche di critica, di questo serial, è nella sceneggiatura. Che pur fra alti e bassi si è tenuta costantemente su una buona media. Vietato dunque fare scivoloni sul finale, e alla critica, si sa, piacciono i "ritorni all'inizio".
Infine una curiosità. Lost è un tale evento televisivo che il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è stato indotto a spostare il tradizionale discorso sullo stato dell'Unione, per non sovrapporsi alla messa in onda della prima puntata della serie. Ovvero quando la fiction ti cambia l'agenda.
Mercoledì 3 febbraio su Il Sole 24 Ore tutto sulla sesta e ultima serie di Lost
