L'eolico e il solare hanno bisogno di aiuti ancora per una decina d'anni. E il ritorno al nucleare dell'Italia è «una sfida ambiziosa», ma va perseguita «con determinazione». E' quanto afferma l'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti in un'intervista al quotidiano francese Le Monde.

«Dobbiamo garantire un'energia sicura, economica, eco-compatibile», dice l'ad dell'Enel intervistato da Philippe Ridet sulla strategia del gruppo energetico italiano. Secondo Conti, energie rinnovabili come l'eolica e la solare potranno competere economicamente con le energie tradizionali tra una decina d'anni. «Di qui ad allora, gli aiuti devono essere mantenuti». La questione dei costi delle energie rinnovabili è più che mai alla ribalta ora che la Germania sta mettendo in discussione la sua politica di sovvenzioni. «Finché non saranno pienamente competitive – sostiene Conti - è necessario prevedere un sistema di sovvenzioni per favorirne lo sviluppo».

L'Enel – spiega – sta allineando il suo mix di energetico agli standard europei grazie all'utilizzazione di nuove tecnologie come il carbone pulito, allo sviluppo di energie rinnovabili e alla reintroduzione del nucleare in Italia. Il mix del gruppo Enel, in Italia e all'estero, è così suddiviso (dati settembre 2009): 33% energie rinnovabili, 12% nucleare, 27% carbone, 28% gas, molta poca nafta.

«Occorre garantire la disponibilità permanente delle nostre risorse», continua Conti. «La dipendenza troppo forte dell'Italia dagli idrocarburi non conduce solamente a una differenza del costo dell'energia rispetto alla media europea, è anche un rischio per la nostra sicurezza energetica. A ciò si aggiungono la sfida dell'ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico, che impongono di ricorrere alle energie a debole contenuto di CO2».

Quanto al nucleare in Italia, tredici anni dopo il referendum abrogativo del 1987, l'opinione pubblica è pronta? chiede Le Monde. «Spero che le verità scientifiche prevarranno sull'emotività e i pregiudizi», risponde Conti. «Ci appoggeremo su una campagna d'informazione fattuale, efficace e trasparente. Chi sa che i reattori nucleari esistenti nel mondo non hanno avuto nessun incidente dal 1987, cioè l'equivalente di 13mila anni di funzionamento (il numero di anni moltiplicato per il numero delle centrali)? Certamente, si tratta di una sfida ambiziosa. Ma è necessario perseguire la restaurazione del nucleare italiano di cui tutti facevano gli elogi prima del referendum abrogativo».

Conti osserva che, prima della riapertura del dibattito in Italia, Enel aveva già avviato il suo ritorno al nucleare con iniziative in Slovacchia, in Francia, in Spagna. «Per l'Italia, prevediamo la tecnologia Epr, perché è all'avanguardia e ci offre le più grandi garanzie di sicurezza. Ma siamo coscienti che, per colmare un vuoto di oltre vent'anni, abbiamo bisogno del contributo di tutti: istituzioni, industria, ricerca e società civile».

Nel cuore del "vecchio" nucleare in Lituania
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