MILANO - Se il 2009 ha avuto un settore in controtendenza questo è stato quello delle rinnovabili: qui gli investimenti sono aumentati e per portali avanti gli imprenditori hanno scelto il leasing. Lo scorso anno questo strumento ha infatti finanziato progetti per circa un miliardo di euro, secondo l'Associazione italiana del leasing, Assilea. Più in particolare, oltre 700 milioni hanno riguardato la costruzione di impianti o centrali fotovoltaiche, circa 150 milioni sono stati destinati a impianti di cogenerazione alimentati a biomassa o a gas e oltre 100 milioni sono stati investiti in centrali idroelettriche, nel settore dell'energia eolica e negli impianti di cogenerazione alimentati a olio vegetale.
Che il connubio tra leasing e fonti rinnovabili stia funzionando, proponendosi anche come un modello per la diffusione delle nuove tecnologie, lo dimostra la crescita. Per il fotovoltaico è stata a tre cifre: +400% rispetto al 2008, mentre l'eolico è aumentato del 35% e le biomasse del 10%. Entrando nell'analisi del primo comparto, che ha le dimensioni più significative, il leasing ha già raggiunto una penetrazione superiore al 30%.
«In futuro avremo sempre più bisogno di energia pulita per la sostenibilità ambientale – spiega il presidente di Assilea, Rosario Corso – e per questo gli impianti per produrne sono largamente incentivati. Se l'investimento viene fatto in leasing l'imprenditore ha due fonti di ricavo: gli incentivi ventennali che vengono concessi dallo stato e bastano per coprire le rate di un leasing a 18 anni e poi gli introiti della vendita di energia al distributore locale».
Dato il crescente ricorso al leasing nelle rinnovabili, le principali società sono entrate con determinazione in questo settore, cercando di soddisfare una nuova domanda di credito a medio-lungo termine, particolarmente complessa sotto il profilo operativo e molto vicina al project financing. Ma decisamente promettente vista l'espansione continua.
La ragione per cui le imprese stanno prediligendo questo strumento di finanziamento «sta nel vantaggio fiscale e nella possibilità di un ammortamento più rapido, ma anche nella maggiore velocità di intervento perchè si è garantiti dalla proprietà dell'asset – spiega Corso –. Il leasing si sta dimostrando una fonte di finanziamento flessibile capace di dare una risposta efficace alle richieste di finanziamento di impianti ad energie alternative, per tutti i tagli e per i diversi possibili utilizzi, sia privati che pubblici». E anche in questo caso, una cornice normativa chiara e stabile, in particolare sugli aspetti fiscali, «appare indispensabile per consentire, agli investitori e ai finanziatori di sfruttare appieno le potenzialità di crescita nell'uso di fonti energetiche rinnovabili».
La crescita del leasing nel fotovoltaico si scontra, infatti, con il perdurare di forti incertezze sull'inquadramento fiscale delle diverse operazioni (leasing immobiliari o mobiliari) e sul conseguente impianto fiscale (Ires, Iva, Ici, registro, ipocatastali) a cui fare riferimento; incertezze peraltro accentuate da incongruenze e diversità interpretative non solo fra i diversi enti competenti e cioè il territorio e le entrate, ma anche fra normativa nazionale e regionale che minacciano di frenare, se non di ostacolare la diffusione delle rinnovabili. Secondo Corso «basterebbe prendere esempio dalle amministrazioni finanziarie tedesche e francesi che, eliminando dubbi e incertezze, hanno considerato ai fini fiscali gli impianti fotovoltaici come beni mobili con conseguente minor carico fiscale».
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