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A uno scenario come quello tracciato, Confindustria guarda con attenzione. C'è un vicepresidente per l'Energia e il mercato, Antonio Costato, e una Commissione sviluppo sostenibile, presieduta da Aldo Fumagalli Romario (sul Rapporto del Sole 24 Ore del 21 luglio), attivi a tutto campo su questi temi. E sul fronte green energy lavora Paride De Masi, coordinatore nazionale per le energie rinnovabili e uomo del Sud più produttivo. «Nell'eolico, fotovoltaico e biomasse - afferma - nei prossimi 4-5 anni ci saranno investimenti per 20 miliardi di euro. Cinque di questi saranno investiti in Puglia, il resto nel Mezzogiorno che, per caratteristiche climatiche, si presta bene a ricoprire un ruolo di guida. Entro il 2020 nelle rinnovabili saranno investiti 100 miliardi di euro, che creeranno almeno 250mila nuovi posti di lavoro».
Dopo Kyoto - ricorda De Masi, che è anche autore del libro «Critica della ragion fossile» – gli stati si sono impegnati ad aumentare le proprie quote da energie rinnovabile. L'Italia dovrà arrivare al 17% dall'attuale 8%, e la maggioranza di Gw/h arriverà dalle regioni meridionali. «La mia Puglia già ora produce il doppio del proprio fabbisogno energetico», conclude soddisfatto.
Il Mezzogiorno (potenza della rivoluzione verde!) può risollevarsi con il green business? Non è dato saperlo, al momento. Ma le grandi manovre del capitalismo italiano, in particolare nei campi eolici e solari al Sud, lasciano ben sperare. Il resto, alle prossime puntate.