In Italia sta nascendo un'industria dello sviluppo sostenibile che va oltre le energie rinnovabili. Gli ingredienti ci sono tutti: incentivi, pacchetti ad hoc di finanziamenti bancari, brillante capitale umano, crisi. Sì: la crisi in questo settore è salutare, perché costringe a inventare prodotti, servizi, filoni di business nuovi, in sostituzione di quelli tradizionali erosi. Mancava un solo elemento per la nascita di un'industria: la discesa in campo dei grandi gruppi, gli investimenti del "salotto buono" del capitalismo italiano. Ora ci sono anche quelli. Un po' tutta l'imprenditoria italiana, cresciuta sotto lo sguardo attento della Mediobanca di Enrico Cuccia negli anni 80-90, ha colto nel filone verde una grande opportunità di business e ha lanciato iniziative autonome o alleanze.
Senza alcuna ambizione di esaustività, «Il Sole 24 Ore» ha scandagliato le novità di alcuni fra i maggiori gruppi italiani, escluse banche e assicurazioni, rigorosamente citati in ordine di ricavi, seguendo l'annuale classifica Mediobanca. Un quadro incompleto, fatto con poche pennellate in stile impressionista. Ma che può dare un'idea del business che sta sorgendo di fianco ai filoni tradizionali. Che oggi è piccola quota aggiuntiva di ricavi. Ma che domani, magari, sarà core business. Domani chissà...
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Il Sud Eldorado delle rinnovabili
(Elenco estratto dal rapporto «Sviluppo sostenibile» in edicola con «Il Sole 24 Ore» martedì 27 ottobre. A cura di Mario Cianflone, Monica D'Ascenzo, Vincenzo Del Giudice, Carlo Festa, Laura La Posta, Federico Rendina, Luca Salvioli)