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Non a caso l'Independent sceglie di mettere sulla homepage del suo sito questo richiamo: «Il G8 ammette il proprio fallimento nel mantenere gli impegni di aiuto di Gleneagles». Il G8 ha un serio problema di credibilità, scrive l'Independent, che ricorda in particolare i mancati impegni dell'Italia. «L'Africa ha sempre bisogno del nostro aiuto, ma non si tratta solo di soldi», è il titolo di un commento in cui il quotidiano britannico sostiene che l'assistenza deve essere accompagnata da condizioni e deve essere temporanea.
Il Times titola: «il summit del G8 potrebbe essere l'ultimo, mentre le nazioni emergenti vogliono far sentire loro voce». Obama si è unito a Berlusconi nel dire che il G8 è troppo piccolo per affrontare i problemi del mondo. Per il quotidiano britannico, il G8 ha dimostrato i suoi limiti nell'affrontare questioni globali come il cambiamento climatico e la crisi economica. «Il foro arbitrario del G8 ha perso la sua ragione di vivere nel clima attuale» è un altro titolo del Times.
«Talvolta le basse aspettative possono essere un vantaggio… A prima vista, la riunione di quest'anno è stata più consensuale di quanto non sia stata da tempo», commenta sulla Bbc Bridget Kendall. «Ma sulle più ampie questioni diplomatiche, si è entrati nelle sabbie mobili». Sugli aiuti per la sicurezza alimentare, Andrew Walker, sempre sulla Bbc, sottolinea il nuovo approccio per affrontare la fame, meno enfasi sul cibo e più sugli investimenti per lo sviluppo dell'agricoltura. Ma fa notare anche la «grande preoccupazione» degli attivisti che il denaro offerto dal G8 sia stornato da altri programmi di aiuto. Quanto al cambiamento climatico, James Robbins sulla Bbc è piuttosto positivo: «Pochi si aspettavano progressi decisivi a questo summit», tuttavia il foro delle grandi economie presieduto da Obama, «ha portato più chiarezza e una volontà politica maggiore di quanto mai visto prima». L'impegno a limitare a 2 gradi l'aumento della temperatura, «non era scontato».
Sul clima, altri media sono meno incoraggianti. L'Economist parla di «passo modesto»: i leader aspirano a limitare il cambiamento climatico, ma danno pochi dettagli su come farlo, scrive il settimanale britannico. Comunque, i colloqui de L'Aquila indicano «una qualche prospettiva di progresso» nelle complicate trattative che precederanno il summit di Copenhagen. Il francese Les Echos parla di «fossato» tra Paesi industriali e Paesi emergenti sul clima e di accordo minimo sul riscaldamento climatico.
Sugli aiuti contro la fame, Le Figaro titola: «Il G8 vuole calmare l'inquietudine dei Paesi poveri». Il quotidiano ricorda le sommosse della fame che avevano scosso parecchi Paesi dell'Africa e dei Caraibi. Gli impegni de L'Aquila rischiano però di non rasserenare completamente i Paesi dell'Unione africana e le Ong, per i quali le promesse del G8 non sono sempre state rispettate.
In un'analisi, Le Figaro punta l'attenzione sulle questioni monetarie: «Il processo al dollaro ha eclissato veri temi». La rimessa in causa della supremazia del dollaro permette ai cinesi di far dimenticare la sottovalutazione dello yuan, scrive Alexandrine Bouilhet. La questione del cambio è in questo momento un «falso problema» e occulta i veri problemi che interessano il G8 e il G5: a parte il debito che fabbricano, i piani di rilancio dei grandi Paesi industrializzati non sono abbastanza coordinati, in particolare in Europa. E sono accompagnati di clausole protezionistiche che non emozionano più nessuno.
