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LA GOVERNANCE GLOBALE / Segnali deboli dai nuovi poteri forti

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04 febbraio 2010

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GIANNI RIOTTA. Nel 2010 sarà approvata la riforma sanitaria?

M.N. Non so che cosa significhi la riforma sanitaria, ma una qualche versione sarà approvata con portability e anche con una copertura sanitaria maggiore.

VITTORIO DA ROLD. C'è un rischio vero di populismo? L'Occidente non dovrebbe mantenere aperte le strade della comunicazione con il popolo iraniano grazie ai satelliti?

M.N. Se permane un alto tasso di disoccupazione, ci saranno forti pressioni populistiche, con il rischio di politiche protezionistiche. Nessuno sa bene come agire in Iran: è diminuita la possibilità di un'azione militare israeliana, la Cina pare più propensa ad appoggiare Usa e Ue contro l'Iran, anche se non bisogna tralasciare gli effetti della recente vendita di armi a Taiwan da parte degli Stati Uniti. Sulle sanzioni all'Iran bisogna considerare anche le intenzioni del Cremlino. Il mondo deve tenere aperti tutti i canali di comunicazione con l'Iran, paese con tensioni interne che ignoriamo.

LAURA DI PILLO. Perché è calata la possibilità di un'azione israeliana in Iran?

M.N. Gli Usa hanno dato a Israele garanzie di altro tipo. C'è poi una verità scomoda sull'Iran: come saranno i cinque anni dopo un eventuale attacco a Teheran? Meglio il mondo a fuoco dopo quell'attacco o un pianeta nuclearizzato? La bomba nucleare dell'Iran "obbligherà" i paesi limitrofi ad averla.

PIERO FORNARA. Quale sarà il trend della popolazione nel mondo?

M.N. Il problema non è quello dei numeri ma della distribuzione della popolazione che, a caduta, deve far riflettere sul tema della migrazione dei popoli.

FABRIZIO FORQUET. In molti paesi europei si attuano politiche restrittive sugli immigrati: è la strada giusta?

M.N. Tra disoccupazione alta e immigrati che arrivano in massa la situazione in cui si trovano ad agire i governi è difficile. Ma la strada non è la chiusura.

RICCARDO SORRENTINO. Per il Giappone degli anni Ottanta si usavano gli stessi argomenti della Cina di oggi: i cinesi saranno capaci di innovare come gli Stati Uniti?
M.N. Una forte crescita di laureati in materie scientifiche, molti ingegneri che ritornano a casa: la Cina si sta trasformando in potenza scientifica, ma serve anche libertà e circolazione di idee.
GIANNI RIOTTA. Per salvare i giornali è più importante l'iPad, la tecnologia, o cambiare i contenuti?

M.N. È impossibile immaginare una rivista che non si adegui alle nuove tecnologie, che non capisca fino in fondo come cambia il consumatore d'informazioni. Oggi il vecchio appuntamento con caffè e giornale si spezzetta durante tutta la giornata. C'è tanta informazione e in futuro avremo bisogno di uno sherpa delle notizie: due, tre marchi importanti di cui ci fidiamo e che ci offrono informazione sempre.

WALTER MARIOTTI. Si può parlare di una crescente influenza anche culturale del Brasile sul Sud America?

M.N. Credo che il Brasile sia diverso dal resto del Sud America in molti sensi.

LUCA DE BIASE. Tra i segnali deboli che percepiamo, ce n'è uno che funziona e che si possa sostituire a organizzazioni che non funzionano?

M.N. Le organizzazioni del XXI secolo più efficaci sono le reti criminali internazionali, che hanno un grande potere finanziario: hanno una logistica a prova di eserciti e forze di polizia e in 48 ore riescono a portare cocaina dalla Bolivia alle strade di Manhattan.

LAURA LA POSTA. Qual è la sua posizione sulle fonti energetiche rinnovabili e sul nucleare?

M.N. Finché non abbiamo un carbon price tutto sarà limitato alle discussioni: questo è il grande tema dell'umanità.

PAOLO MIGLIAVACCA. Come immagina il futuro dell'Asia? Ci può essere un modus vivendi fra India e Cina?

M.N. La prosperità fa molto per diluire le frizioni: se entrambi i paesi raggiungeranno il benessere difficilmente si arriverà alla guerra. E non dimentichiamo mai la loro forza: i giovani asiatici sono le persone più ottimiste del mondo, sono una potenza.

GIANNI RIOTTA. Per finire due domande sull'Italia: qual è l'immagine dell'Italia nel mondo? Come vede la candidatura di Mario Draghi alla guida della Bce?

M.N. L'Italia non è la Somalia, ma neppure la Cina: è assente dalla mente di chi pensa a temi globali. Draghi può diventare presidente perché si chiama Draghi più che per il suo passaporto italiano.
A cura di Maria Luisa Colledani

04 febbraio 2010
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