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Il paese con le strade asfaltate di scartoffie

di Guido Gentili

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10 Marzo 2010
Il paese con le strade asfaltate di scartoffie (Corbis)

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. La signora C. non demorde e presenta a novembre domanda di permesso di costruire in variante al permesso del 2005. Prima di Natale 2006, il 16 dicembre, il comune risponde di nuovo con un no.

ATTO TERZO
Campobasso. A giugno 2006 il comitato tecnico Via (Valutazione impatto ambientale) a maggioranza dà parere favorevole al progetto di Essebiesse che due mesi prima, il 6 aprile, aveva chiesto alla regione Molise il rilascio dell'autorizzazione unica. Ma attenzione: lo stesso 6 aprile il direttore regionale per i beni culturali aveva apposto il vincolo archeologico sull'immobile "strada comunale Tratturo". La regione non si pronuncia, e Sbs si rivolge al Tar Molise per "acclarare l'illegittimità del silenzio/inadempimento" (parte residuale del silenzio-assenso). Il Tar sentenzia allora che la regione deve provvedere e procederà poi alla nomina di un commissario ad acta con il compito di provvedere a rispondere sulla domanda di autorizzazione unica entro 90 giorni. E la battaglia di carta s'impenna di nuovo. Il 6 dicembre 2006 il direttore regionale dei beni culturali diffida Sbs dall'esecuzione del progetto perché utilizzerebbe la stradina Tratturo, d'interesse storico, come tracciato di servizio dei nuovi impianti. Cinque giorni dopo il soprintendente ribatte che l'area non è interessata da vincolo archeologico e prescrive che qualsiasi lavoro di scavo dovrà essere eseguito da personale della soprintendenza. Il Tratturo dovrà essere ripristinato in battuto al termine dei lavori, ma siccome l'aereogeneratore n. 2 si trova a 19 metri dal Tratturo storico tutelato, "si prescrive il leggero spostamento" al di fuori dell'area di rispetto sottoposta a vincolo (20 metri). Però il direttore regionale dei beni culturali non molla, e il 15 dicembre annulla in autotutela la nota della soprintendenza.
Brescia. A via Antiche Mura non s'arrendono nemmeno la signora C. e con lei il signor B. Passati alcuni mesi, a ottobre 2007, ecco la domanda per una nuova Dia: si punta al "tamponamento" della veranda e «ancora alla realizzazione di un nuovo balcone e l'apertura di abbaini nel sottotetto». Puntuale, un mese dopo, la risposta del comune: "no" e diffida a intraprendere i lavori. A fine anno una nuova istanza della signora C. «avente ad oggetto varianti in sanatoria».

ATTO QUARTO
Campobasso. La battaglia si sposta a Roma, dove il 9 maggio 2007 al ministero dei Beni culturali si apre un "tavolo di concertazione" per valutare un'eventuale localizzazione alternativa al progetto. Ipotesi che va a vuoto. Così a luglio del 2007 il nuovo commissario ad acta autorizza Sbs a realizzare e gestire l'impianto. E a novembre, il soprintendente autorizza la messa in sicurezza della "stradina Tratturo" (sottoposta con decreto a vincolo archeologico nel 2006) per il passaggio degli automezzi e considerato che «non esistono tracce dell'antica sistemazione del Tratturo... e che tale sistemazione non modifica la conservazione delle caratteristiche specifiche tutelate dal vincolo di interesse storico-archeologico». Partita chiusa? Macché. Contro l'autorizzazione unica rilasciata dal commissario e contro la Via rilasciata dal comitato tecnico ricorre al Tar (che si riunirà in camera di consiglio a giugno) l'associazione ambientalista Italia Nostra. Nel frattempo (è febbraio 2008) la Sbs chiede alla soprintendenza di certificare se il progetto autorizzato dal commissario ad acta sia o meno in contrasto con le prescrizioni del decreto sul vincolo archeologico. Il 3 marzo, il soprintendente risponde: nessun contrasto.
Brescia. La domanda della signora C. per la variante in sanatoria è respinta dal comune il 16 maggio 2008: niente muratura per la veranda al secondo piano e niente balcone. La signora insiste; torna alla carica con una nuova domanda. Ottobre: altro "no" dal comune e nuova comunicazione ai signori C. e B. di "preavviso di diniego". Il signor B. va all'attacco e recapita le sue osservazioni. Che non spostano la posizione del comune: a novembre il diniego diventa definitivo. La commissione edilizia non ritiene approvabile il progetto per contrasto con l'articolo 67 delle Nta del piano regolatore vigente. È il quarto "no". Il nudo proprietario signor B. non si rassegna: vuole legittimati il "tamponamento" della veranda e il balcone. A gennaio 2009 ricorre al Tar della Lombardia, sezione di Brescia.

ATTO QUINTO
Campobasso. Dall'inizio della partita per l'impianto a energia eolica sono passati quattro anni. Siamo nel 2009, e il Tar deposita ad aprile la sentenza del 2008 che ha accolto il ricorso di Italia Nostra (2007), sostenuta oltre che dal ministero dei Beni culturali (all'inizio del procedimento schierato contro il ricorso assieme alla regione e alla Sbs), dalla provincia di Campobasso e dalla sezione regionale della Coldiretti. L'autorizzazione unica rilasciata dal commissario ad acta è annullata. Aveva dunque ragione, per i giudici del Tar, il direttore regionale ("estromesso dal procedimento") dei Beni culturali, che prefigurava un "attentato", anche visivo, all'integrità dell'area della Valle del Tammaro che comprende il crinale della Castagna, zona in cui dovrebbe sorgere il parco eolico. Il commissario ad acta ha sbagliato, afferma il Tar, è mancata - tra l'altro - la «ponderazione comparativa, predicata in astratto ma non in concreto, degli interessi pubblici primari antagonisti (paesaggio, ambiente, energia, salute, libertà d'intrapresa economica)».
  CONTINUA ...»

10 Marzo 2010
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