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MILANO 2015 / Pronti per finanziare l'Expo

di Dario Scannapieco

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10 Settembre 2009

Ci sono grandi eventi che cambiano i volti delle città e proiettano effetti economici positivi nell'intera economia del paese. Uno dei casi più conosciuti è rappresentato dalle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Le opere infrastrutturali realizzate per quell'occasione, quali la riorganizzazione del sistema ferroviario o la riqualificazione della zona del vecchio porto, hanno permesso al capoluogo catalano di consolidare il suo ruolo di centro industriale della Spagna e polo d'attrazione turistica a livello mondiale. Altrettanto si può dire solo in parte dei due grandi eventi similari che hanno interessato l'Italia nel dopoguerra, perché le Olimpiadi di Roma del 1960 e i Mondiali di calcio del 1990 non molto hanno influito sui tessuti urbani interessati. Anzi, hanno in alcuni casi lasciato eredità-simbolo non esaltanti come le stazioni periferiche (chiuse o semivuote per anni) dell'anello ferroviario romano.
Con l'Esposizione di Milano del 2015 al nostro paese si offre una nuova opportunità. Bene ha fatto Il Sole 24 Ore, dopo che con gli stati generali si è entrati nella fase operativa, ad aprire un confronto sulle idee e i progetti. La Banca europea per gli investimenti (Bei) segue con attenzione tale dibattito e ha dato la disponibilità ad organizzare un incontro nelle prossime settimane per avviare rapporti concreti e stabili che ci permettano di dare il nostro sostegno finanziario all'evento.
Un evento fieristico ha infatti implicazioni economiche, sociali e degli importanti risvolti occupazionali perfettamente coerenti con la mission della Bei. Le infrastrutture previste, l'occupazione diretta e indiretta creata, temporanea e permanente, così come il coinvolgimento di quella miriade di piccole e medie imprese che gravitano intorno a un progetto di grandi dimensioni: sono tutti fattori che centrano perfettamente gli obiettivi della Banca.
Alcuni esempi di interventi Bei in questo ambito riguardano il Trade Centre di Cardiff (1988) e quello di Barcellona (1993), l'Expo Centre di Bilbao (2003), l'Expo di Lisbona (1998), la città di Atene in occasione delle Olimpiadi del 2004 con un prestito record di 1,3 miliardi e il comune di Londra per le Olimpiadi del 2012. L'Italia ha avuto un ruolo di primo piano in questo campo: in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino del 2006 la Bei ha finanziato con 400 milioni alcune opere, tra cui il Centro media poi riconvertito in residenza universitaria.
Secondo i calcoli riportati da questo giornale lo scorso 26 luglio, il totale delle risorse necessarie per l'Expo 2015 è di 14,6 miliardi, con opere per 2,7 miliardi ancora in cerca di finanziatori. La Bei è pronta a esaminare tutti quei progetti tecnicamente ed economicamente sostenibili, ossia con una redditività che ne assicuri l'autonomia sul medio-lungo termine. Il vantaggio dei finanziamenti Bei per i beneficiari finali è duplice, e riguarda sia gli aspetti finanziari sia quelli tecnici. Come emittente sovranazionale sui mercati internazionali, la Bei oltre a essere leader per volume di emissioni (80 miliardi nel 2009) gode della tripla A delle agenzie di rating, con l'effetto di raccogliere a tassi convenienti (bassi) e con lunghe durate. Poiché non ha scopo di lucro, riversa questi vantaggi ai beneficiari finali.
L'aspetto tecnico è conosciuto da pochi ma forse ancor più importante. Sui circa 1.700 dipendenti totali del Gruppo Bei, quasi 250 sono ingegneri che effettuano una valutazione attenta, scrupolosa e globale dei progetti, con un riguardo speciale alle tematiche ambientali e tecniche e al ritorno economico. L'esperienza dei nostri ingegneri è preziosa, perché hanno studiato per mesi e anni progetti simili in altri Paesi d'Europa ma anche in Africa, Asia o Americhe. In fase di valutazione, succede spesso che gli ingegneri della Bei diano preziosi consigli ai promotori su una variante, un miglioramento, rischi ed errori da evitare. È un patrimonio che la Bei ha e che mette tradizionalmente a disposizione della comunità economica e nel caso dell'Expo di Milano delle autorità responsabili di questo importante evento.
In Italia queste competenze sono ben conosciute. Il nostro paese è il maggior prenditore di finanziamenti Bei dal 1958 a oggi: oltre 130 miliardi di euro, di cui 50 miliardi in questi ultimi giorni. Non a caso a Roma c'è l'unica sede operativa della Bei al di fuori del quartier generale in Lussemburgo, e i nostri tecnici hanno collaborato alla realizzazione di opere che stanno contribuendo al progresso del paese.
Cito alcune delle operazioni collegate direttamente o indirettamente alla città di Milano e quindi all'Expo 2015. La Bei ha contribuito con circa 7 miliardi su 20 alla realizzazione dell'Alta velocità ferroviaria Milano-Napoli, ha avuto un ruolo importante nell'ammodernamento degli aeroporti di Linate e Malpensa, ha finanziato l'ospedale San Raffaele, l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, il Politecnico, sta attivamente lavorando per il finanziamento delle nuove tratte della Metropolitana cittadina e molti altri ancora. Vorrei anche ricordare che con il Comune di Milano la Bei ha siglato nel marzo di due anni fa un accordo quadro per armonizzare gli interventi previsti; tale accordo include l'Expo (all'epoca ancora non assegnata alla città).
Per l'approccio globale e la visione di lungo periodo che contraddistingue un'istituzione comunitaria qual è la Bei, un evento come l'Expo di Milano s'inserisce in un più ampio contesto di infrastrutture nazionali e transnazionali. Una lista semplificativa, da Ovest a Est: Torino-Lione, Tunnel del Brennero, Passante di Mestre, Mose di Venezia. Sono tutte opere dai costi miliardari e che ci vedono impegnati in prima linea. Lo scorso mese di ottobre in Lussemburgo abbiamo firmato con il governo italiano un accordo quadro per finanziare infrastrutture nel paese per 15 miliardi fino al 2015. Due mesi fa un accordo di collaborazione è stato siglato sempre in Lussemburgo con la Cassa depositi e prestiti.
  CONTINUA ...»

10 Settembre 2009
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