Vittorio Colao dice che in fatto di dispositivi tecnologici mobili è «un ragazzino»: i suoi cellulari li tiene sempre accesi. Adora Facebook, ma lo utilizza soltanto con i vecchi amici, non per allacciare nuove conoscenze.
È amministratore delegato di Vodafone, l'operatore di telefonia mobile, dal luglio 2008 e quando mi riceve nel suo ufficio di Londra noto sulla sua scrivania, accanto al computer, tre cellulari. In giro, da qualche parte, ce n'è un quarto. Pur avendo trascorso lunghi anni nell'industria della telefonia mobile e come direttore generale di Rcs, anche Colao ha i suoi limiti. Per esempio, non ama le videoconferenze, benché su una parete del suo ufficio vi sia un enorme schermo collegato a una telecamera.
Gli chiedo di indicarmi il trend più importante nel settore della telefonia mobile. «Le aziende – mi spiega – hanno capito di poter aumentare la produttività mobilitando pienamente i loro dipendenti. Ciò non vuol dire soltanto il classico telefonino, ma la possibilità di organizzare meeting e di collaborare ovunque ci si trovi, avendo accesso a database e archivi. Con 50 sterline al mese (78 dollari) ormai si può lavorare da qualsiasi posto ci si trovi. Ed è proprio quello che faccio io stesso! Chiaramente a un certo punto è necessario essere fisicamente presenti da qualche parte, ma non è più un obbligo ormai. Noi teniamo consigli di amministrazione in videoconferenza, da posti diversi, e tutto funziona a meraviglia».
In che cosa sono ancora carenti i servizi di telefonia mobile? «Dal punto di vista delle tariffe sono eccellenti. Ma nel settore della comunicazione integrata, dove noi che ci occupiamo di telecomunicazioni dobbiamo lavorare con terzi, alcune opportunità non sono ancora sfruttate al meglio, specialmente per le piccole e medie imprese. Questo è un settore nel quale la nostra industria può effettivamente dare una mano nella ripresa dalla crisi: questo è infatti il segmento che ha problemi di credito».
Colao dice che ciò offre a chi lavora nelle telecomunicazioni la grande opportunità di lavorare con integratori ed eventualmente acquisire loro stessi maggiori competenze di integrazione. «È facile lavorare con un personaggio di alto livello, ma quando ti ritrovi un utente che vive a 250 chilometri da Londra e ti chiede di dargli supporto ci si imbatte in un problema».
Gli introiti dei servizi vocali sono in declino nei mercati già ben avviati, quindi gli chiedo in che modo questo trend influisca sui servizi all'utenza.
«Non siamo alla fine dei servizi vocali. Si tratta di uno stereotipo col quale si gioca sempre un po', dicendo che il nuovo soppianta il vecchio, mentre nel campo delle tecnologie le novità si sommano sempre alle altre, senza mai sostituirle del tutto. Io continuo a spedire sms, e-mail e fare telefonate. Anche se qualche comunicazione orale è sostituita da altro, alla gente piacerà sempre parlare, in ogni caso». In un mercato nel quale molti dispositivi convergono in uno solo e nel quale perfino i dispositivi dei normali clienti hanno le funzioni un tempo riservate a chi era un addetto ai lavori, i vertici di Vodafone credono che il fattore "impresa" stia scomparendo come segmento unico?
«Sì, direi che concordo con questa opinione. Ciò che definisce il tipo di strumenti di cui una persona fa uso è la personalità, sono le abitudini di vita del singolo individuo, più che il fatto di appartenere a una o a un'altra organizzazione. Naturalmente alcune aziende avranno esigenze particolari o speciali per ciò che concerne la sicurezza o l'integrazione del software, ma visto che me lo chiede, posso affermare che col passare del tempo vedremo sempre più utenti utilizzare i BlackBerrys e sempre più dipendenti delle multinazionali utilizzare gli iPhone, e così pure più utenti finali ricorrere alle e-mail e ad altri servizi».
Quando gli chiedo di quali dispositivi fa uso, dice di averne sempre almeno due o tre con sé e di non spegnerli mai. «In questo momento ho un BlackBerry con l'e-mail che uso soltanto per lavoro, un iPhone, un Samsung 360 e anche un Nexus One. È difficile abituarsi al 360 perché ha una logica operativa completamente diversa, ma lo adopero più per divertimento personale e per i miei rapporti sociali che per lavoro. In ogni caso scambio messaggi di testo e sms con i colleghi sul Blackberry».
Colao constata qualche differenza di ordine geografico nelle modalità con le quali gli altri direttori utilizzano la tecnologia mobile.
«Tutto dipende dalla loro nazionalità… in Europa meridionale, per esempio, ogni dirigente ha un telefono cellulare e ne fa uso costantemente. In Europa settentrionale sono molto più disciplinati. Non bisogna dare per scontato che ne facciano lo stesso uso che ne facciamo noi. Con alcuni dirigenti scambio sms, ma con altri prendo regolari appuntamenti. Tutto dipende dalla cultura individuale, e dall'età. Conosco vari ministri con i quali è più facile scambiarsi sms».
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