ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

12 Gennaio 2010

11 Gennaio 2010

10 Gennaio 2010

9 GENNAIO 2010

8 Gennaio 2010

7 GENNAIO 2010

6 GENNAIO 2010

5 GENNAIO 2010

03 gennaio 2010

2 gennaio 2010

30 dicembre 2009

29 dicembre 2009

28 Dicembre 2009

27 dicembre 2009

24 DICEMBRE 2009

21 Dicembre 2009

20 dicembre 2009

19 dicembre 2009
18 Dicembre 2009
17 dicembre 2009
16 dicembre 2009
15 DICEMBRE 2009

14 dicembre 2009

13 dicembre 2009

12 dicembre 2009
11 dicembre 2009

Il rumore delle risse e il silenzio delle idee

di Guido Gentili

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
19 dicembre 2009

Che futuro può immaginare, per sé e i suoi figli, un paese che a partire dalle sue classi dirigenti (in primis quella politica, ma stonerebbe come un falso storico affermare che il problema appartenga solo ad essa)non ragiona oltre l'orizzonte delle polemiche che si dipanano, giorno dopo giorno, autoalimentandosi, nel tempo di una legislatura, sempre ammesso che questa arrivi alla scadenza naturale dei cinque anni?

La Confindustria di Emma Marcegaglia sta preparando un documento, «Italia 2015», che sarà presentato alle forze politiche e sociali alla fine di marzo 2010. L'obiettivo è disegnare il profilo dell'Italia che verrà, o meglio che dovrebbe essere nella sua versione più moderna e competitiva. Un compito per niente facile, visti i problemi insoluti che ci trasciniamo da decenni, e che rasenterebbe la temerarietà se dovessimo inserire la variabile politica intesa come scenari possibili (a partire dalle elezioni amministrative del 21 marzo) e misurazione dei rapporti di forza: dentro la maggioranza, tra maggioranza e opposizione, dentro l'opposizione.

Ma questo non significa che la politica non debba essere ben presente nel disegno di «Italia 2015». Al contrario, la politica avrebbe molto da fare, concretamente, al di là del coro divenuto ormai stucchevole sulla necessità di "abbassare i toni". Si tratta, invece, di alzarli i toni, dopo aver fatto scoppiare, per manifesta e urticante inutilità, la "bolla" delle trovate per un giorno spacciate per possibili pezzi di un programma di governo: come l'idea di abolire la pausa-pranzo, o quella di ripristinare le "gabbie" salariali tra Nord e Sud.

D'altra parte, anche il Parlamento funziona sovente come propagatore (trasversale o bipartisan se si preferisce) di perdite di prezioso tempo politico. Da un lato, e certo non senza motivo, ci si lamenta del fatto che Camera e Senato sono praticamente "disoccupati" a causa dell'invadenza dei decreti governativi e del continuo ricorso al voto di fiducia. Dall'altro, non si perde occasione, in commissione o in aula, per correre dietro a ogni particolarismo.

Basta leggere gli innumerevoli ordini del giorno proposti, discussi e approvati in occasione dell'esame della legge finanziaria. O considerare che si dibatte se e come, eventualmente, depennare il trattino che lega per legge la provincia di Massa a quella di Carrara.
I toni più alti significano le "riforme", a cominciare da quelle che permetterebbero alla politica di consegnare a «Italia 2015» un'idea migliore di sé e, soprattutto, un impianto decisionale adeguato a un paese che deve affrontare i mercati esteri (compresi quelli dove si compete col coltello e i tassi tra i denti per piazzare il debito pubblico). Oggi, lo sanno bene i protagonisti di un'Italia in cui resta per fortuna inossidabile la propensione a "fare" impresa, la politica è un qualcosa di indistinto percepito come lontano e ostile (quella che si svolge a Roma, sotto una pioggia continua di sondaggi che orientano ogni scelta) e che si traduce ogni giorno, da Nord a Sud, in una corsa a ostacoli contro la burocrazia.

La prima riforma è dunque quella della politica, per renderla meno obesa, pervasiva e più veloce. E un'autentica democrazia che funzioni deve poter e saper cogliere anche l'occasione della discontinuità, se questa si rivela utile per scommettere su un futuro diverso e migliore. La discussione sulla Carta costituzionale del 1948, frutto di un determinato momento storico, se affrontata con rigore e senza il retropensiero di toglierla di mezzo come un impaccio, può rivelarsi un'opportunità di crescita per l'Italia e non un campo di battaglia tra opposte fazioni.
Chi può negare, ad esempio, che l'istituzione della Corte costituzionale o la previsione dei referendum rappresentassero, sessant'anni fa, un'innovazione vera e coraggiosa? Ma, d'altra parte, è possibile non prendere atto che la "debolezza" del governo in Parlamento e la parallela gracilità della figura istituzionale del presidente del Consiglio erano il precipitato della reazione al ventennio della dittatura fascista e che la caduta del Muro di Berlino e i processi di globalizzazione hanno cambiato alle radici il contesto storico?

Si potrebbe obiettare che di questi problemi si discute già da anni e che addirittura esiste un progetto condiviso (la famosa "bozza Violante" del 2007), ma accontentarsi delle rispolverate "convergenze parallele" di morotea memoria pare, più che un passo in avanti, la puntuale registrazione di un ulteriore, grave ritardo della politica.

Saper guardare in faccia la realtàè il primo dovere della politica. È vero, siamo una Repubblica fondata sul lavoro, afferma la Costituzione, però è un fatto che 275 miliardi, circa il 19% del Prodotto interno lordo, costituisce il fatturato dell'economia in nero, irregolare, e che questa "risorsa" funziona da improprio e devastante ammortizzatore sociale. Il dibattito sulla rinascitadel Mezzogiorno continua da sessant'anni, ma il divario Nord- Sud è cresciuto e non diminuito. E lo stato, cioè i contribuenti, ha speso in sei decenni qualcosa come 115 miliardi per sussidiare aziende e grandi lavori.

  CONTINUA ...»

19 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-