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Infine, onde incentivare lo sviluppo di «ciò che non sappiamo ancora fare» occorre rivedere l'efficacia sia degli incentivi automatici alla ricerca, sia del programma Industria 2015. In primo luogo pesa una certa avarizia nei fondi a disposizione (con eccezione per i generosi finanziamenti al settore aerospaziale). Inoltre una eccessiva volatilità nel tempo degli stessi fondi nuoce alla ragionevole programmazione di impegni per loro natura pluriennali. Il programma Industria 2015, con fatica da poco avviato in due dei cinque progetti originariamente promossi dal precedente governo, è un fondamentale ingrediente di una politica industriale che non vuole fermarsi a interventi di sostegno della domanda in funzione anticongiunturale (come la Tremonti ter per ridare fiato agli investimenti in macchinario) ma vuole guardare avanti, incoraggiare imprese innovative a identificare nel ricco panorama di brevetti, prototipi e ricerche scientifiche, che è paurosamente disperso nel paese, alcuni progetti passibili di sviluppo su scala industriale vera e propria, alla ricerca di nuovi vantaggi competitivi, facendo massa critica e mantenendo (senza interferenze politiche e burocratiche) un rigoroso processo di valutazione di fattibilità lungo la strada.