ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER
3 novembre 2009
2 novembre 2009
1 NOVEMBRE 2009
31 ottobre 2009
30 ottobre 2009
29 ottobre 2009r
24 Ottobre 2009
23 ottobre 2009
22 ottobre 2009
21 ottobre 2009
20 ottobre 2009
16 ottobre 2009
15 ottobre 2009
14 ottobre 2009
13 ottobre 2009
12 ottobre 2009
10 ottobre 2009
8 ottobre 2009
7 ottobre 2009
6 ottobre 2009
5 Ottobre 2009
4 Ottobre 2009
2 Ottobre 2009
1 Ottobre 2009
30 Settembre 2009
29 Settembre 2009
28 Settembre 2009

27 Settembre 2009

25 settembre 2009

26 settembre 2009

24 Settembre 2009

Ai giornali il valore di internet

di Carlo De Benedetti (Presidente del gruppo L'Espresso)

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
24 settembre 2009

Oltre il 30% del traffico in rete è generato dai siti di quotidiani e reti televisive.Quindi l'informazione è un driver eccezionale per gli operatori di telecomunicazione. In Italia si puo' adottare un modello simile a quello che ha sostenuto il passaggio della tv dall'analogico a digitale

Dietro ogni notizia che leggiamo sul giornale, scorriamo sul pc, riceviamo via sms, ascoltiamo alla radio,vediamo in tv c'è il lavoro di molte persone che l'hanno raccolta, controllata, valutata, scritta, registrata, filmata, trattata nel formato necessario, impaginata. Sono giornalisti, operatori, tecnici ad alta professionalità retribuiti con i ricavi della pubblicità e di quanto i clienti sono disposti a spendere comprando il giornale in edicola o pagando un abbonamento. Oggi un'informazione tempestiva, accurata e articolata è sempre più costosa perché le redazioni che un tempo producevano per una sola piattaforma - carta, radio o tv che fosse- sono chiamate a fornire news, video, audio, mappe interattive, fotogallerie, con linguaggi e tecnologie in costante e caro aggiornamento.
Con la pubblicità in drammatica diminuzione e le notizie che si possono trovare senza sborsare un centesimo, non funziona più un modello di business messo a punto nella seconda metà dell'Ottocento e, in alcuni periodi, in grado di dare buoni utili. Esplosione dei costi, calo dei ricavi. Fino a quando gli editori potranno garantire, in queste condizioni, un'informazione verificata e di qualità? E i lettori/ascoltatori/ clienti che disporranno di notizie meno controllate, saranno ancora cittadini consapevoli?

I principi da rispettare per la libertà di stampa e la democrazia
A Berlino, nel grattacielo che Axel Springer fece costruire cinquant'anni fa a ridosso del Muro perché tutti - di là vedessero giorno e notte la sua fabbrica di libera informazione, nel giugno scorso, senza fanfare, i principali editori europei hanno sottoscritto la " Dichiarazione di Amburgo", che individua alcuni principi il cui mancato rispetto mette a repentaglio la libera stampa e la democrazia. Ecco tre passaggi del documento voluto dall'European Publishers Council: «Numerosi operatori di internet usano il lavoro degli autori, degli editori e dei broadcaster senza pagare alcunché. A lungo termine, questo mette a rischio la produzione di contenuti di alta qualità e l'esistenza del giornalismo indipendente.
(...) L'accesso per tutti ai siti web non significa accesso gratuito. Non siamo d'accordo con quanti sostengono che la libertà d'informazione è assicurata solo se tutto è disponibile online gratuitamente. (...) I legislatori e i governi devono proteggere più efficacemente, a livello nazionale e internazionale, la creazione intellettuale di valore da parte di autori, editori e broadcaster».

Chi ottiene utili da internet usando il lavoro degli altri?
Quali "operatori di internet", secondo la definizione della Dichiarazione, usano il lavoro degli altri ricavandoci, in alcuni casi, cifre che nessuno aveva immaginato in secoli di industria dell'informazione? I principali sono i motori come Google e le telecom, ossia chi fornisce i servizi di ricerca e l'accesso alla rete. Perché questi anelli della catena del valore aumentano fortemente i loro utili mentre gli editori soffrono? Vediamo di spiegarlo.
Google prospera sui contenuti degli altri perché, su richiesta dell'utilizzatore, li rintraccia con il suo motore di ricerca e, nella pagina di risposta, gli piazza accanto la pubblicità a performance. Pubblicità che nel 2009 genererà sul solo mercato italiano un fatturato intorno ai 400 milioni di euro, quasi la metà dell'intera raccolta sul web. Su segnalazione della Federazione degli editori, di questa realtà si sta occupando l'Autorità garante della concorrenza e del mercato presieduta da Antonio Catricalà.
Gli operatori di telefonia in Italia controllano circa 13 milioni di connessioni ad alta velocità (19,2 linee ogni 100 abitanti a fine 2008) e ora stanno vedendo crescere a ritmi sostenuti anche l'internet in mobilità. Bene, calcoli ufficiali in Germania e Stati Uniti mostrano che oltre il 30% del traffico in Rete è generato dai siti di quotidiani e reti televisive.Quindi l'informazione main stream è un driver eccezionale per le telecom, che si fanno pagare con margini molto elevati ogni Adsl e abbonamento ai dispositivi mobili con accesso al web.
L'elenco di chi guadagna senza alcuna fatica grazie al lavoro di redazioni ed editori è lungo. Ci sono, come in altri settori dell'economia, i pirati della Rete: per ogni persona che legge un pezzo o vede un filmato sul sito originario, altre cinque lo trovano su un blog o su una rassegna stampa che l'hanno "copiato" senza pagare alcun diritto. È vero che a un giornale serve che tutti parlino di quel che ha scritto, che le sue notizie siano percepite come valuta sociale, ma si deve anche trovare un modo di monetizzare questo interesse.

  CONTINUA ...»

Il caso tedesco
In Germania sono arrivati alla conclusione che tutte le aziende hanno vantaggi economici dall'informazione giornalistica in Rete perché usano notizie su fornitori, clienti, candidati dipendenti; dunque è molto probabile che il nuovo Parlamento, che risulterà dalle elezioni del prossimo weekend, viste le posizioni in merito già assunte dalla Cdu, Spd e dall'Fdp chiami presto ogni azienda tedesca a dichiarare quanti sono i suoi computer collegati a internet e a pagare per ciascuno una flat fee mensile di 5 euro. I relativi ricavi andrebbero solo agli editori.

24 settembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-