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Il nuovo meridionalismo dovrebbe trarre insegnamento dalla storia passata, dagli isolati splendori e dalle debolezze diffuse, dalle inevitabili derive degli interventi decisi dal centro. Coerentemente dovrebbe ridurre la presenza dello stato, e delle sue invadenti moltiplicazioni, dalle regioni agli enti locali. E ridare invece voce alla imprese, alle associazioni, alle banche e all'intelligenza strategica della politica piuttosto che alla sua degenerazione amministrativa.