Jack Dorsey, imprenditore "recidivo", svela le origini di Square, la sua nuova creatura, negli uffici della società, all'interno dell'edificio del San Francisco Chronicle. È il giorno del trasferimento, qui nel quartier generale del quotidiano californiano, costretto a subaffittare una parte dei suoi uffici. Il Chronicle, fondato nel 1865, negli ultimi tre anni ha visto ridursi di oltre un quarto il personale e le copie vendute, a causa della fuga dei lettori verso l'informazione online.
L'inventore di Twitter, il servizio di microblog, è consapevole dell'ironia della location, considerando che Twitter stessa è una fonte d'informazione online in forte ascesa. Ci indica dalla finestra il suo appartamento, un centinaio di metri più in là. Square, un servizio a pagamento, è nato a febbraio proprio lì, nel suo loft. Oggi i suoi nove dipendenti si stanno trasferendo qui e lui finalmente può riavere il suo appartamento tutto per sé. Poi ci indica, dall'altro lato della strada, le colonne doriche in granito del vecchio palazzo della Zecca, un altro tipo di servizio a pagamento, fondato durante la corsa all'oro della California. È intrigante avere un vicino del genere, ci dice.
È significativo, secondo lui, che tutti e tre (l'ufficio, l'appartamento, la Zecca) sorgano nel quartiere SoMa (South of Market), una zona dove le nuove aziende spuntano come funghi, dentro ad appartamenti, caffè e uffici in affitto. Finora quello che ha avuto più successo è stato Twitter, con i suoi 50 milioni di utenti in tutto il mondo.
Le origini di Twitter risalgono al lavoro che faceva Dorsey (che oggi ha 33 anni) circa un decennio fa: all'epoca, l'imprenditore californiano lavorava come programmatore per la gestione attraverso internet di corrieri, taxi e servizi di emergenza. Dorsey era affascinato dal funzionamento delle città. Il fatto di creare messaggi che aggiornavano il proprio status man mano che si spostavano per le strade lo aiutò a farsi un'idea di quello che succedeva. Creando un servizio che consente agli utenti di trasmettere su Twitter quello che stanno facendo in un massimo di 140 caratteri, Dorsey ha introdotto un nuovo livello d'informazione.
Ora alla matrice dorseyana si aggiunge Square, un servizio che tiene traccia delle transazioni fra gli utenti. «Per me, personalmente, tutto questo ha a che fare con tre concetti: immediatezza, trasparenza e approcciabilità, per le attività economiche e per le interazioni sociali».
«La comunicazione pura come Twitter consente di fare moltissimo, ma il pagamento è un'altra forma di comunicazione, un'interazione sociale che tutti abbiamo, ogni giorno. Lo scambio di valore è qualcosa che ci accomuna tutti», dice.
Più tardi, nel suo appartamento, incontriamo l'artista e cofondatore di Square Jim McKelvey, che a febbraio ha ispirato la nascita del nuovo servizio dopo che si era trovato nelle condizioni di non poter vendere una sua opera in vetro perché non aveva la possibilità di accettare una carta di credito. Il nome, Square, non si riferisce né alla piazza né al quadrato (ma il logo della società e la chiavetta usata per il servizio sono quadrati): viene da squaring up, cioè "saldare un debito".
Indica sprezzante una vecchia addizionatrice in un angolo dell'appartamento, usata un tempo per battere le cifre e ottenere scontrini di carta. Poi tira fuori un iPhone per darmi una dimostrazione del funzionamento di Square: attacca una chiavetta quadrata bianca alla presa dell'auricolare e ci passa dentro una carta di credito. Sullo schermo dell'iPhone, grazie all'apposito applicativo, passano i dati della carta, lui può aggiungere una nota su quello che sta vendendo e può scattare una foto del prodotto o dell'acquirente, che può firmare sul touchscreen dell'iPhone con un dito.
L'acquirente riceve istantaneamente sulla sua e-mail una ricevuta che riporta l'ora e il prezzo della transazione, un'immagine della sede o del logo del venditore, una mappa del luogo in cui è avvenuta la transazione e magari una notifica (ad esempio la comunicazione che, dato che è la decima tazzina da caffè che compra in quel posto, la prossima sarà gratis).
Il venditore può andare sul sito di Square, gestire tutte le transazioni e vedere le commissioni delle carte di credito. La sottoscrizione iniziale da parte del venditore è semplicissima: basta fornire un nome, un'immagine, un indirizzo e-mail e le coordinate bancarie per incassare il denaro. Anche gli acquirenti possono registrarsi. Dorsey dice che a febbraio avevano costruito in tempi rapidi un prototipo pienamente funzionante e che hanno allacciato rapporti con banche e società che gestiscono pagamenti: Square svolge la funzione di un intermediario, più o meno come PayPal.
L'idea del telefonino come portafogli mobile gira da anni, ma Square non fa affidamento su infrastrutture pesanti o tecnologie complesse. La chiavetta per leggere la carta di credito, alimentata a pile, è compatibile con qualsiasi attacco da 3,5 mm, di quelli per auricolare o per microfono, e probabilmente sarà gratuita. «La gente sente che questo è un modo di pagare più umano, tangibile. Ti sembra una parte di te», dice Dorsey.
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