La tradizione italiana voleva che agosto salutasse le vacanze con il solenne rito dei congressi di partito. Dc, Pci e via scemando preparavano le strategie d'autunno. Di quella stagione non sono rimaste che poche briciole. Alle feste dell'Unità sulle note dell'Internazionale risponde oggi a Genova il raduno del Pd, dove il vecchio terzomondismo o le parole sul compromesso storico sono sostituiti dall'autoriflessione sul profilo del segretario: meglio Bersani o Franceschini? E Marino? Una questione interna con poco riflesso sugli umori del paese.
La caduta del Muro ha distrutto l'ideologia e la modernità non ama la tradizione. Perché allora un evento come il Meeting di Rimini con il marchio Comunione e liberazione - il massimo della conservazione, direbbero molti intellettuali - può festeggiare i suoi trent'anni nonostante il Muro, la fine della Dc, la morte della Prima Repubblica, i libri di Piergiorgio Odifreddi, il carsico dubbio del teologo Vito Mancuso, i bestseller di Corrado Augias sulle debolezze del Cristianesimo, il caso Englaro, le ininterrotte critiche a un papato che non avrebbe carisma rispetto al "santo subito" venuto dall'Est?
Le scuole di management anglosassoni direbbero che quando un evento riesce a ottenere gli auguri in mondovisione del Papa, la partecipazione del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, la presenza di Tony Blair, a quell'evento va assegnato il titolo dell'eccellenza. E questi sono tre episodi, ai quali aggiungere la carrellata dei ministri Sacconi, Alfano, Tremonti, Scajola, Calderoli, Carfagna, Zaia; intellettuali di prestigio internazionale, banchieri come Corrado Passera d'Intesa Sanpaolo, imprenditori come James Murdoch, cardinali come Carlo Caffarra. E il cantautore Enzo Jannacci che a sorpresa dice «la fede è come l'innamoramento». Perché in questo spazio e con questo popolo che non sempre gode di buona stampa («Ho visto cosa fa Cl - ha detto Draghi - al di là di ciò che dicono i giornali») la politica incontra l'economia e l'economia dialoga con la cultura? Perché il Meeting è crocevia di dibattito e da quelle sale escono idee per il paese, domande alla politica, confronti tra identità differenti, provocazioni culturali?
«La conoscenza è sempre un avvenimento». Dal titolo di quest'anno arriva la risposta alle domande. La crisi economica come gli equilibri internazionali, le migrazioni e l'integrazione, l'educazione e i salari sono fatti da cui non si scappa. Vanno affrontati. E conosciuti. Il realismo diventa l'orizzonte del pensiero, di quella "vita activa" cara a Hannah Harendt dove il lavoro si veste di creatività e l'intraprendenza diventa cifra della socialità, il privato entra nel pubblico e il politico incrementa il personale.
Se questo è lo spirito di sempre del Meeting, il suo segreto è d'incontrare gli uomini rispettandone le origini, le idee, la fede religiosa, dando spazio e voce a ciò che fanno perché a parlare deve essere la realtà, lo stato delle cose. Nell'80 la presidentessa Emilia Guarnieri annunciava 42 ospiti e 16 incontri, oggi il programma ne prevede 299 e 116 appuntamenti. I volontari erano 300, oggi 3.050, 50mila presenze contro 700mila, un bilancio economico di 198 milioni di lire contro gli attuali 7,4 milioni di euro, 9mila i metri quadrati contro i 170mila di quest'anno.
Ogni scelta politica ha successo se parte da quello che c'è e non da ciò che s'immagina. Il realismo ha portato Cleuza Ramos e Marcos Zerbini, brasiliani di San Paolo, a fondare alla fine degli anni 80 il movimento dei lavoratori senza terra. Centomila persone hanno acquistato un terreno e si sono fatti una casa. Hanno lasciato alle loro spalle la favela, acquistando dignità e oggi costruiscono un futuro di dignità. Nel febbraio del 2008 Cleuza e Marcos hanno consegnato nelle mani di Julián Carron, responsabile di Cl, i Sem Terra. Marcos Zerbini è deputato dello stato di San Paolo ed è intervenuto a Rimini. E ogni giorno anima capanneli tra il "popolo del meeeting", come Aldo Trento, classe 1947, sacerdote in Paraguay dall'89, impegnato tra i rifiutati dalla società, malati terminali, bambini di strada. La sua parrocchia si chiama San Rafael, è ad Asuncion e per il lavoro che vi si svolge ricorda le antiche Riduzioni dei Gesuiti. Un tema, questo, a cui è dedicata a Rimini una grande mostra scenograficamente imponente, bella e illustrata da schede storico-religiose.
Il realismo è rispetto della realtà e primo passo per entrare in rapporto con quanto accade sia in politica sia nel sociale. È l'opposto dell'immaginazione il cui confine con l'immaginario è spesso difficile da tracciare. Molte difficoltà a rialzare la testa dalla crisi sono legate allo spirito con cui si guarda alla crisi stessa, ai problemi che solleva. Si parte da ciò che c'è e accade o da quello che si desidererebbe accadesse? È questa la domanda sottesa al titolo «La conoscenza è sempre un avvenimento» (tratta da un testo del fondatore di Cl, don Luigi Giussani) a cui il filosofo Carmine Di Martino ha dedicato la lezione portante del Meeting, l'altra è l'intervento di Carron «Avvenimento e conoscenza in San Paolo».
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