ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

3 Maggio 2010

1 Maggio 2010

30 Aprile 2010

29 Aprile 2010

28 Aprile-2010

27 Aprile 2010

26 Aprile 2010

25 Aprile 2010

24 Aprile 2010

23 Aprile 2010

22 Aprile 2010

21 Aprile 2010

20 Aprile 2010

19 Aprile 2010

18 aprile 2010

17 Aprile 2010

16 Aprile 2010

15 Aprile 2010

14 Aprile 2010

13 Aprile 2010

12 Aprile 2010

11 Aprile 2010

10 Aprile 2010

9 Aprile 2010

8 Aprile 2010

7 Aprile 2010

6 Aprile 2010

4 Aprile 2010

3 Aprile 2010

2 Aprile 2010

1 Aprile 2010

31 Marzo 2010

30 Marzo 2010

29 Marzo 2010

28 Marzo 2010

27 Marzo 2010

26 Marzo 2010


STORIE / Ente e inutile? Sì ma solo per due mesi

di Antonello Cherchi

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
29 marzo 2010

Non c'è riuscita neanche la spada di Alberto da Giussano. Roberto Calderoli, ministro leghista della Semplificazione, avrebbe voluto brandirla e con un colpo secco fare fuori tutti gli enti inutili, così da riuscire dove molti altri prima di lui avevano miseramente fallito. E invece niente. I proclami di potatura del sottobosco amministrativo si sono fatti sempre meno roboanti e Calderoli, con mossa astuta, si è sfilato da quella che rischiava di essere la sua Waterloo.

E ora che dopo l'ultimo intervento normativo, avvenuto con il milleproroghe di fine 2009 (convertito in legge al termine di febbraio) si possono tirare le somme, il risultato è piuttosto desolante, anche se scontato: tutti gli enti, anche quelli che sembravano a un passo dalla ghigliottina, si sono riorganizzati e, dunque, salvati. Ma ciò che è ancora più sconcertante è che in questi ultimi due anni – da quando l'ultima operazione taglia-enti è stata avviata dalla Finanziaria per il 2008 – non si è arrivati a capire quanti e quali siano gli organismi di cui si può tranquillamente fare a meno. Ragion per cui anche la regola del "taglio per sottrazione" – chi non si è riorganizzato, automaticamente scompare – non si può applicare, perché non esiste alcun elenco su cui fare la cernita.

Tutto come prima, dunque. Sopravvivono l'Unione italiana tiro a segno, l'Unione nazionale ufficiali in congedo, l'Unione accademica nazionale, la fondazione "Il Vittoriale degli italiani" – la prima struttura a essersi riformata e una delle poche che ha scelto la strada della privatizzazione insieme all'Istituto opere laiche palatine pugliesi e all'Istituto di beneficenza «Vittorio Emanuele III» –, l'Opera nazionale per i figli degli aviatori. Per citare solo gli enti che il governo Prodi aveva inserito nell'elenco allegato alla Finanziaria per il 2008 (la legge 244/2007) e che sembrava fossero i primi a dover capitolare. E, invece, si sono riorganizzati e hanno scampato il pericolo. Insieme a loro un'altra quarantina di organismi che attraverso la riduzione delle spese, ottenuta soprattutto con la potatura dei componenti del consiglio di amministrazione e di collegi vari, hanno ottenuto il salvacondotto.

A dire il vero, un organismo è stato soppresso: è l'Ente irriguo umbro-toscano (Eiut), anch'esso inserito nell'elenco della Finanziaria. Ma è stato tagliato solo formalmente: in realtà continua a vivere e il milleproroghe gli ha concesso di rimanere sulla scena fino a novembre 2011. È strano, ma è così. Una contraddizione frutto del sovrapporsi di norme, di attendismo politico, di disattenzione del legislatore, di veti incrociati. Così come quello umbro-toscano, anche l'Ente irriguo della Puglia (Eipli) è stato graziato dal milleproroghe e ha ottenuto una dilazione dei tempi: potrà riorganizzarsi (o scomparire) entro il 31 dicembre di quest'anno. E anch'esso si trovava nell'elenco della Finanziaria.

La storia dell'Eiut è emblematica di come sia andata l'ultima operazione di taglio dei presunti orpelli amministrativi. I natali dell'ente risalgono al 1961: vede la luce come ente di bonifica "a tempo", perché la legge istitutiva già ne prevedeva la fine: dopo 30 anni, il 6 novembre 1991, sarebbe infatti dovuto scomparire. Nel frattempo, l'ente costruisce infrastrutture, gestisce dighe (attualmente sono tre, insieme a due centrali idroelettriche), si occupa della rete di trasporto dell'acqua.

A ridosso del 1991, quando l'ente dovrebbe scomparire, si inizia a delineare una sua trasformazione in spa. Per portare a termine il progetto vengono accordati altri dieci anni. Il progetto acquista ancora più vigore nel 1998, quando, sulla scia delle leggi Bassanini, si pensa di farlo diventare una spa pubblica e per accompagnare la transizione il ministro dell'Agricoltura decide di non rinnovare il cda e di nominare un commissario.

Arrivati al 2001, però, ancora non è successo niente. Si decide, pertanto, di concedere un altro anno di vita, a condizione che entro novembre 2002 l'ente indossi il nuovo vestito. Ma continua a non accadere niente, se non che nel 2002 arriva un altro commissario (tuttora in carica). E così, di anno in anno il legislatore concede nuova vita all'ente umbro-toscano, finché nel 2007 non si affaccia una nuova ipotesi: trasformarlo da ente pubblico non economico in ente pubblico economico.

«Il bilancio – spiega il direttore generale, Diego Zurli – consentiva quel passaggio: i conti di parte corrente erano, infatti, in equilibrio fin dal 2004 e la spesa era già coperta per circa il 97% da entrate proprie. Inoltre, il personale era stato più che dimezzato, perché da un organico di 50 addetti si era scesi a 21».

Nei primi mesi del 2007, però, la riorganizzazione è ancora al palo e così a luglio arriva l'ennesima proroga di un anno. A dicembre, però, irrompe la Finanziaria, che inserisce l'ente umbro-toscano nell'elenco di quelli a rischio: o ci si riforma entro giugno 2008 o si va a casa. A quel punto la riforma diventa ancora più impellente. «Francamente non so dire – aggiunge Zurli, all'ente dal '97 – con quale criterio sia stata compilata la lista della Finanziaria. Per carità, il Parlamento poteva benissimo pensare che noi, come altri organismi, fossimo inutili e, dunque, eliminarci. Il problema, almeno nel nostro caso, era però pensare a come sostituirci, visto che esercitiamo un servizio pubblico essenziale e non possiamo farci da parte senza un sostituto».

  CONTINUA ...»

29 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-