In un'epoca di incalzanti sfide globali, nessuna è così minacciosa come la possibile proliferazione delle armi nucleari. Gli Stati Uniti hanno una responsabilità particolare nel tentativo di far fronte a questo pericolo e sotto la guida del presidente Obama intendono guidare la comunità internazionale per ridurre al minimo i rischi e dare nuovo vigore al regime di non proliferazione nucleare.
La minaccia che avvertiamo si è acuita in seguito agli avvenimenti degli ultimi tempi. La comunità internazionale non è riuscita a impedire che la Corea del Nord mettesse a punto l'arma atomica. L'Iran continua a ignorare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede di sospendere immediatamente le sue attività di arricchimento dell'uranio e di tener fede ai propri obblighi internazionali. Quantità incalcolabili di materiali nucleari restano esposte in tutto il pianeta alla possibilità di furti o espropriazioni nel momento in cui le reti criminali, di stato o no, si dedicano a un delicato quanto pericoloso commercio nucleare. Come abbiamo potuto constatare, omettendo di rilevare l'impianto segreto iraniano di arricchimento dell'uranio o il progetto siriano per la realizzazione di un reattore, l'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) non dispone degli strumenti più adeguati per condurre le proprie missioni di controllo e verifica in modo efficiente.
Se non riusciremo a invertire questo trend, se non rafforzeremo il regime internazionale di non proliferazione, ci ritroveremo in un mondo con un numero in costante aumento di stati che avranno a disposizione le armi nucleari e con la sempre più plausibile possibilità che i terroristi riescano a impossessarsene. Nessuna nazione può dirsi al riparo dai rischi della proliferazione nucleare né può far fronte a questa sfida da sola. Agli albori dell'era atomica un ristretto numero di potenze riuscì a delineare una strategia efficace per la non-proliferazione, ma nel mondo odierno si renderà necessaria una cooperazione internazionale senza precedenti.
Questa è la finalità che gli Stati Uniti si ripromettono di perseguire lanciando un grande sforzo diplomatico, col quale plasmare un rinnovato consenso internazionale sulla non-proliferazione, basato su interessi condivisi, in primis quello di far fronte a una minaccia che incombe su tutti e sull'esigenza che tutte le nazioni comprendano e si attengano ai loro diritti e alle loro responsabilità.
Il mese scorso il presidente Obama ha presieduto una storica sessione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che ha unanimemente adottato una risoluzione che delinea l'ambito nel quale si dovrà intervenire nei prossimi anni. Questa risoluzione dovrebbe seguire da linea-guida per la comunità internazionale, ora che ci adoperiamo per rafforzare il regime di non-proliferazione, anche in vista della conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare della prossima primavera.
Noi intendiamo rafforzare ciascuno dei tre pilastri della non-proliferazione globale che si rafforzano anche reciprocamente: evitare la proliferazione delle armi nucleari, promuovere il disarmo, rendere più agevole l'uso pacifico dell'energia nucleare. A questi tre pilastri, inoltre, ne aggiungeremo un quarto: scongiurare il terrorismo nucleare.
Il modo più efficiente per scongiurare la minaccia del terrorismo nucleare consiste nel garantire che i materiali nucleari che possono essere adoperati per la costruzione di armi siano ben protetti nei confronti di tentativi di furto o di sequestro. Per questo gli Stati Uniti hanno presentato un piano per mettere in sicurezza tutto il materiale nucleare vulnerabile esistente nel pianeta nell'arco di quattro anni, piano che ha ottenuto l'avallo del Consiglio di Sicurezza.
Utilizzeremo tutti gli strumenti legali e finanziari a nostra disposizione per distruggere i network clandestini dediti alla proliferazione, ricorrendo anche a un rafforzamento dei controlli sui trasbordi, fonte primaria e fondamentale del commercio illegale. Promuoveremo inoltre misure multilaterali idonee a garantire il rifornimento di combustibile nucleare e la raccolta di quello usato, così che gli stati che intendono avviare o espandere i loro programmi energetici nucleari possano perseguire i loro piani civili senza doversi sobbarcare le ingenti spese e le enormi difficoltà legate alla costruzione di loro impianti di arricchimento o di reprocessing.
Poiché punta all'efficienza, il regime internazionale di non-proliferazione deve essere incisivo. Gli Stati Uniti sono favorevoli alla proposta di dare maggior appoggio e risorse alle autorità dell'Aiea deputate ai controlli così che possano espletare la loro missione efficacemente. Dovremmo anche prendere in considerazione l'idea di meccanismi automatici di sanzioni, che scattino per le violazioni degli accordi di salvaguardia presi, per esempio sospendendo ogni forma di collaborazione tecnica dell'Aiea fino a quando non si ritorna alla piena ottemperanza degli accordi. I potenziali trasgressori di tali accordi devono sapere con assoluta certezza che saranno individuati e che pagheranno un prezzo molto alto per non aver onorato gli obblighi assunti.
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