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Nasce il Pdl, Berlusconi:
«Si avvera un grande sogno»

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27 marzo 2009

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, giunto nella sala dove si è aperto il congresso del Pdl, è stato accolto da un lunghissimo applauso della platea. Per salutare l'ingresso del premier, tutti i delegati in sala si sono alzati in piedi, applaudendo.
Nella relazione di apertura dei lavori il Presidente del Consiglio ha sottolineato: «sono qui per celebrare insieme a voi l'avverarsi di un sogno: la nascita ufficiale del Pdl». Berlusconi ha ricordato la manifestazione di piazza San Giovanni del 2 dicembre del 2006: «di fronte a 2 milioni di italiani che per la prima volta sventolavano insieme bandiere contro la sinistra e le tasse dissi che chi crede nella libertà non è mai solo, le stesse parole le voglio ripetere qui oggi con voi».
Poi guardando al futuro ha ribadito: «i sondaggi veri ci danno al 43 per cento. Arriveremo al 51».

Bossi, l'alleato «più fedele»
All'inizio del suo intervento il Premier ha voluto salutare Umberto Bossi: «contravvenendo alle regole - ha spiegato - mi sono permesso di avere con noi solo il nostro alleato più fedele Umberto Bossi». «Prima, quando ho visto abbracciarsi Umberto Bossi e Gianfranco Fini, ho pensato che quando siamo partiti, quando ancora non ci si conosceva, abbiamo costruito qualcosa di importante. Ora ci accomuna un sentimento comune e consolidato».

Il «grazie» a Gianfranco Fini
«Desidero ringraziarti, Gianfranco, perchè anteponendo gli interessi del Paese a quelli personali, hai contribuito a scrivere insieme a noi questa pagina di storia». Silvio Berlusconi si rivolge così al Presidente della Camera, seduto in prima fila, sottolineando il lavoro comune con An per la nascita del Pdl. Berlusconi ha anche definito «banale» il termine sdoganamento usato per indicare la sua scelta per Fini contro Francesco Rutelli per le elezioni di Roma nel '93.

La crisi
«Abbiamo mantenuto la parola data: lo Stato è tornato a fare lo Stato e gli italiani hanno capito che il governo è al loro fianco per sostenerli». Silvio Berlusconi rivendica i risultati dell'attività di governo: «dobbiamo essere orgogliosi dei risultati che abbiamo raggiunto». E sottolinea in particolare l'impegno per fronteggiare la crisi economica: «abbiamo predisposto prima degli altri paesi gli strumenti per fronteggiare la crisi economica. Siamo stati i primi al mondo a proteggere i risparmi degli italiani nelle banche. Abbiamo stanziato più fondi degli altri per sostenere le famiglie, le imprese, l'economia reale. E questi risultati sono stati raggiunti grazie alla concordia con cui abbiamo operato».
Il Cavaliere cita il Presidente Usa: «più la crisi è grave più occorre che la fiducia sia forte. Come ha detto Obama serve l'audacia della speranza».

Bipartitismo
Il Pdl nasce augurandosi che si affermi anche in Italia «il bipartitismo», che sarebbe un dato di «modernità politica», ha detto Silvio Berlusconi, dal palco del congresso del Pdl.
Le elezioni di aprile, ha ricordato, hanno fatto muovere «un passo importante verso la modernità politica, visto che il 70% degli italiani hanno scelto per due soli partiti, Pdl e Pd», grazie a una legge elettorale che Berlusconi rivendica. «Dove non è riuscito il palazzo - dice - è riuscito il popolo».

«La libertà è la nostra religione laica»
«La libertà, ce lo insegna la storia - ha sottolineato Berlusconi - non ci è mai data per sempre, va difesa ogni giorno così come lo hanno fatto molti uomini eroici nei gulag, nelle rivoluzioni, nei lager che sono parte della storia e che non hanno cessato di esistere nel mondo. Anche nel tempo della pace la libertà va custodita come una religione, la nostra religione laica».

La rivoluzione liberale
«La nostra è una rivoluzione liberale, borghese e popolare, moderata e interclassista che colma un vuoto nella storia italiana», afferma il presidente del Consiglio. «A causa della mancanza di una rivoluzione liberale - dice il premier - in Italia si è assistito a una democrazia incompiuta. Noi abbiamo l'ambizione di colmare quel vuoto e dare risposta a quella domanda».

La sinistra
«La sinistra italiana non è mai mutata», dice il Cavaliere, che aggiunge: «non ha mai avuto il coraggio di rinnegare il comunismo e di chiedere scusa agli italiani».
La destra in Italia, sottolinea «si è trasformata veramente, loro hanno fatto finta». Poi Berlusconi rilegge alcune frasi contro la sinistra contenute nel suo discorso della discesa in campo e sottolinea che la sinistra italiana ha avuto l'appoggio, oltre che «della magistratura, anche della stampa e dei salotti buoni». Il termine sinistra, aggiunge «non piace più nemmeno alla sinistra», però, «una sinistra riformatrice sarebbe indispensabile anche in Italia».

  CONTINUA ...»

27 marzo 2009
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