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La maturità dei lettori del Sole 24 Ore

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25 giugno 2009

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Gessica di Limatola (Bn): «Sfoderate le vostre idee, senza appiattirvi sui temari». Ho un ricordo stupendo della mia maturità anno 2008. Come prima prova scelsi la traccia degli sms, paragonati a una lettera, e l'esito fu incredibile. Armata di temari e saggi a non finire, nonostante avessi avuto la possibilità di prendervi spunto, decisi di scrivere di getto e cacciare tutto il mio talento nello scrivere. Ricordo che fu una scelta difficile, andavo incontro a rischi per la troppa insicurezza, ma con un sorriso mi sentii coraggiosa e pronta, cominciando a scrivere le mie idee. Il mio tema stupendo seppur breve, raccoglieva tutti i miei pensieri su quanto fosse inopportuno, talvolta, comunicare tramite sms, trattando i peggiori svantaggi. Riempii quel tema di un profumo di freschezza, ero certa che il mio professore si sarebbe emozionato. Terminai in questo modo: «...una lettera non ha l'opzione "cancella" come un sms», presi il massimo! Invito tutti i ragazzi a non appiattirsi troppo con temari e genere, i nostri talenti vanno coltivati.


Silvana da Como: «L'esame è sempre una roulette»
Una difficilissima traccia di Seneca, per la prova di latino. Tensione alle stelle, ma ce l'ho fatta. Unica delusione: io candidata tra 50 e 60/60 mi sono ritrovata un bel 43/60. La professoressa di italiano, che per tutti quegli anni mi aveva sempre chiamata per cognome, capendo il mio stupore per il voto non appropriato mi disse: «Su, Silvana. Vedrai che l'università ti darà molte soddisfazioni». Così è stato: Dopo quattro anni mi sono laureata (prima della mia classe del liceo) con 110/110 e lode, plauso della commissione e bacio accademico. A tutti i maturandi dico: coraggio e avanti tutta.

Loris da Venezia: «Lavoro e studio: un 36 risicato e tanti saluti».

Era il 1981, Istituto Tecnico Nautico di Venezia. Ai primi di luglio feci il tema di italiano e qualche giorno dopo il compito di navigazione che, probabilmente per l'emozione, non andò benissimo. Nel frattempo lavoravo come stagionale e dopo 15 giorni feci gli esami orali. Risultato: un bel 36 risicato e tanti saluti. E pensare che un l'anno prima in quarto fui l'unico promosso (con la media del 6). L'esame di maturità fa storia a sé: puoi andare discretamente durante l'anno ma quando sei lì ... professori mai visti, facce tese, dura!! Per fortuna i miei professori un piccolo aiutino me lo hanno dato sia all'orale che allo scritto senza il quale probabilmente sarebbe stata un'altra storia. Un consiglio: almeno un'oretta al giorno di studio e soprattutto durante l'anno prendete tanti appunti. Ovviamente spero non facciate come me!

Riccardo da Livorno: «La mia "way of life", alla maturità e nella vita».
Il mio ricordo della maturità è quello di chi vi arrivò già sapendo di passare grazie ai buoni voti avuti durante l'anno,e consapevole di non ambire per forza ai 60/60 (correva l'anno 1978.....). Ragion per cui, pur studiando con ritmi "umani", non mi riuscì di guardare la fisica, ultima delle 4 materie presentate, e omettendo, chiedo venia di ciò a Benigni, la Divina Commedia, che non mi fu chiesta. Mi presentai così quel giorno di luglio abbastanza abbronzato e, udite udite, con una copia di un giornale dei motori sotto il braccio. Ronnie Peterson che morì quello stesso anno, me presente, a Monza aveva vinto da poco il GP di Francia. Quanto presi? 45/60, ovvero quello da allora è stata la mia "way of life", il "giusto mezzo", né a destra né a sinistra, né rosso né nero (infatti tifo Inter...), né sposato né single, né figli miei né senza prole (ho il figlio di Lei...), né ricco né povero (sono funzionario statale), né laurea né diploma (ho la laurea breve), né città né campagna (abito vicino al mare) ... potrei continuare ma le 10 righe si stanno esaurendo.

Carola da Como: «Baciata dalla fortuna, dopo uno scritto di latino copiato male».
Anno 1998, esame di maturità come privatista presso un istituto magistrale di Como. Scritto di latino (passato e copiato sbagliato), tema sul D'Annunzio (d'invenzione pura). Toccata dalla fortuna: gli orali mi hanno salvato alla grande. Non pensavo e speravo di passare, ma ce l'ho fatta! 36/60. Ancora non so come: mi ero preparata 5 giorni prima sui bigini di tutte le materie. Da lì con la scuola ho chiuso definitivamente. Mi ricordo che quando l'ho detto a mia madre che ero passata, dall'urlo che ho fatto, pensava che qualcuno mi stesse aggredendo e ha dovuto farsi portare da bere qualcosa per riprendersi.

Alberto da Pescara: «Per festeggiare un viaggio in Vespa a Parigi con gli amici».
1983, maturità scientifica, arrivai alla prova finale dopo 5 anni di soli 6 in pagella e un clamoroso 9 in geografia astronomica (che era la mia passione). Mi diede una forte spinta proprio la prova orale in questa materia, alla fine presi un decoroso 44/60. Della prova scritta ricordo solo il gran caldo, la mia camicia verde speranza e il presidente di commissione che era un notissimo letterato (prof. Michele Dell'Aquila). Festeggiai con un tuffo vestito in mare, e pochi giorni dopo partii con altri tre amici alla volta di Parigi con le "Vespe" e 500.000 lire di premio dei genitori. Li ho anche sognati quei giorni, teneri e struggenti…

  CONTINUA ...»

25 giugno 2009
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