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La scuola. E a proposito di competitività non saranno mai sufficienti gli sforzi per migliorare l'efficienza del sistema educativo. I test Pisa sulle scuole superiori italiane fanno regolarmente emergere un ritardo di preparazione che va colmato.
Il debito. Il governo dovrà stare attento a non soffocare quel poco di ripresa che c'è ma, non appena possibile, sarà bene ridurre il debito pubblico. Secondo la Commissione europea l'Italia, tra i grandi paesi, è quello cui serve la correzione minore dell'avanzo primario per stabilizzare il rapporto debito/ Pil. Tuttavia essere in balia dei capricci dei mercati non giova. E pagare interessi (almeno la metà dei quali all'estero) non è un modo efficiente di aiutare l'economia.
Le nomine. Nei prossimi tre anni il governo dovrà designare i vertici di importanti authority e imprese pubbliche. Sono in scadenza il presidente della Consob Lamberto Cardia, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (che potrebbe restare per un secondo mandato), il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà. Esauriranno il loro triennio anche presidenti e amministratori delegati di Eni, Enel, Finmeccanica, Poste, Ferrovie. Un importante ministro ha calcolato che sono 5mila le poltrone da distribuire tra aziende, enti e authority. L'augurio è che vadano a persone in grado di farle funzionare bene.