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Sono convinto che ci vogliano più professionisti, manager indipendenti nei board delle imprese pubbliche. È un'iniziativa che ho lanciato in campagna elettorale, ma non per questo è solo elettorale. Però bisogna tenere in considerazione le caratteristiche delle società e gli statuti. Nel caso di imprese come Rosneft e Gazprom dove operano consiglieri indipendenti non trovo sbagliato che alla presidenza del board sia nominato un rappresentante dello Stato. Su conglomerati di minori dimensioni sono favorevole alla scelta di professionisti del tutto indipendenti.
L'incontro con Dmitrij Anatolevic rimbalza su altri temi dalla crisi con l'Inghilterra («ne parlerò a Gordon Brown in Giappone») ai falliti esperimenti di «esportazione della democrazia» in Iraq e Afghanistan. La linea russa, su quest'ultimo punto, non cambia compatta com'è in una critica a tutto tondo sulla politica estera dell'amministrazione Bush. La conversazione s'insinua poi sul caso di Mikhail Khodorkovskij, in galera in Siberia strapazzato dalle voci di un prossimo, futuro rilascio a quelle, più recenti, di nuove accuse. Da Dima, il giovane presidente, molti si attendono un gesto forte in direzione dell'ex patron di Yukos. L'incontro con la stampa internazionale poteva essere l'occasione per lasciarlo immaginare. Non lo è stata.
«L'azione penale - precisa - compresa quella nei confronti di Khodorkovskij appartiene solo alla sfera della giustizia ed è applicata secondo proprie leggi che non possono essere superate dal verdetto di una corte internazionale. Il sistema giudiziario deve essere separato da tutto. Dall'influenza del business, da quella di persone fisiche, da altri organi dello Stato».
Chi spera in una svolta, deve attendere; oggi prevale la volontà di evitare qualsiasi strappo con il passato prossimo. «Le differenze fra me e Putin - ama dire di sé il presidente - sono peculiarità di stile, aspetti della personalità, atteggiamenti che non cambiano niente della sostanza». È vero. Per ora.