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Medvedev: Silenzio su Obama
e linea dura con gli Usa. Per ora

di Piero Sinatti

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L'atteso "messaggio" all'Assemblea federale e al Paese del presidente russo Dmitrij Medvedev, pronunciato oggi, è stato il primo della sua presidenza e il quindicesimo da quando questo tipo di allocuzione è divenuto annualmente una tradizione nella vita politico-istituzionale della Federazione russa.
Ha colpito un fatto: nonostante la lettura del "messaggio" coincidesse con la notizia della vittoria di Barack Obama nelle presidenziali Usa, a questo straordinario avvenimento il presidente russo non ha fatto il minimo cenno. Si è limitato ad auspicare che "la nuova amministrazione Usa scelga rapporti validi con la Russia".
Forse, con questo, ha voluto marcare la natura programmatica e soprattutto istituzionale del "messaggio", cui ha lavorato da mesi insieme al suo staff.
E' stato un discorso lunghissimo (un'ora e venticinque), in molti passi dettagliato, meticoloso e persino pedante. Tipico di un giurista di formazione, quale egli è, più che di un leader politico.
Medvedev ci ha fatto rimpiangere la retorica incisiva, incalzante, spesso aspra e colorita del suo predecessore.

Politica estera: linea dura, per ora
Nella politica internazionale Medvedev ha fatto un discorso duro: la responsabilità di due crisi, quella del Caucaso e quella finanziaria sono attribuibili a "una stessa fonte", gli Stati Uniti e la loro pretesa di gestione "unipolare" ed "egoistica" dei rapporti e della finanza internazionali.
Della crisi del Caucaso – che il leader russo ha attribuito alla "direzione criminale della Georgia" - la Nato ha approfittato per la sua spedizione navale nel Mar Nero.

Missili antimissili (russi) vs missili antimissili (americani)
Sotto accusa anche la decisione dell'amministrazione Bush, presa nel contesto del conflitto russo-georgiano, di accelerare l'installazione di elementi della difesa antimissilistica americana in Polonia e Repubblica ceca. E contro di essa ha annunciato misure quali l'installazione, nella regione-enclave di Kaliningrado sul Baltico, di postazioni di complessi missilistici "Iskander", per "neutralizzare" lo scudo antimissilistico americano ceco-polacco. Nel contempo, attrezzature radio-elettroniche saranno dislocate nella stessa regione, per "disturbare" elementi delle difese antimissilistiche americane.
Quanto agli esiti della crisi del Caucaso, la Russia "non cederà" ad alcuna pressione esterna e manterrà fermo il suo riconoscimento, ancora solitario, della indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossetia del sud.
Al tempo stesso, Medvedev ha offerto un'alternativa. Se negli Usa muterà la politica verso la Russia, potranno riprendere la cooperazione e la partnership, a partire dal problema della non proliferazione e del disarmo nucleare. Nessuna forma di "antiamericanismo" guida la politica estera russa. La guidano solo la volontà di difendere il Paese e quella di costruire un mondo basato sul multipolarismo. Questo vale anche per quanto riguarda le politiche finanziarie e monetarie in cui dovrà essere superato "l'egoismo e il multipolarismo". All'imminente riunione internazionale sulla crisi, che si terrà a Washington, la Russia proporrà "una nuova architettura del sistema finanziario internazionale"

Politica interna
Le novità del suo discorso hanno riguardato soprattutto gli aspetti istituzionali. Le più importanti sono due.
La prima riguarda la durata della Presidenza, che dovrebbe passare dagli attuali quattro a sei anni (con un occhio alla terza presidenza Putin ?), e della Duma, in nome di una sempre maggiore stabilità e continuità di governo del Paese. La seconda riguarda "il rafforzamento della democrazia": Medvedev ha sostenuto la necessità di far partecipare al processo legislativo anche istituzioni come la Camera della Società, creata due anni fa e che rappresenta diversi settori della società civile. Al tempo stesso si dovrà assicurare la presenza nella Duma di un numero preventivamente limitato di rappresentanti dei piccoli partiti che non superino il quorum. "Cinque milioni di cittadini russi hanno votato per i piccoli partiti restati fuori della Duma" – ha detto Medvedev - e non è giusto che non possano far udire la loro voce in questa istituzione".

I diritti e le libertà
La Russia ha un assoluto bisogno di "consolidare e sviluppare" lo stato di diritto e di affermarsi finalmente come paese in cui sono realizzate e garantite pienamente le fondamentali libertà democratiche e civili.
Si impongono più severi controlli sul sistema giudiziario e sugli operati dei diversi corpi di polizia.
  CONTINUA ...»

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