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Nonostante la pioggia e il freddo, migliaia di berlinesi hanno passeggiato ieri per le strade di Berlino, dal Reichstag alla Pariser Platz, dal Checkpoint Charlie alla Alexanderplatz. Molti giovani volevano semplicemente fare festa; ma i più anziani hanno celebrato inevitabilmente con maggiore partecipazione. «Sono una renana, nata a Düsseldorf 71 anni fa - spiega Angreta Arendt - ma venti anni fa abitavo a Berlino Ovest. Mi ricordo quel 9 novembre 1989: ero ancora nel mio ufficio di ricercatrice alla Freie Universität quando ho avuto notizia della caduta del Muro. Pensavo fosse uno scherzo. Quando scesi per strada Berlino era in festa: la Kurfürstendamm era piena di tedeschi orientali ubriachi di felicità. Poi decisi di fare il cammino inverso e di recarmi a Est, in bicicletta. Rimasi scioccata dal grigiore della città. Non c'erano praticamente negozi, le luci erano debolissime, l'ambiente veramente triste».
Le parole della signora Arendt ricordano che nessuno piange più alla stazione della Friedrichstrasse. Lo snodo ferroviario di Berlin Mitte non è più il palazzo delle lacrime, come veniva chiamato allora il luogo dove i berlinesi dell'Est e dell'Ovest si lasciavano dopo fugaci e drammatici incontri durante la guerra fredda. Il Tränenpalast è ormai una stazione come qualsiasi altra in Europa. Eppure ieri sera vi si respirava un'aria diversa, particolare. I festeggiamenti per il ventennale della caduta del Muro rendevano i commercianti più servizievoli, i pendolari più sorridenti, mentre a qualche centinaia di metri, davanti alla Porta di Brandeburgo, l'Europa celebrava in pompa magna "la festa della libertà", dimenticando per un momento la peggiore crisi economica degli ultimi 80 anni.