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Terra, acqua, sole: il pericolo esiste

di Tom De Castella

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22 novembre 2009

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Rahmstorf crede anche che se le emissioni di gas serra e CO2 non saranno sotto controllo entro il 2020, non vi sarà tempo per evitare che il riscaldamento del clima superi i 2 gradi centigradi. Membro del Consiglio dei consulenti sul cambiamento del clima del governo tedesco, egli ha reso noto un piano che mira a scongiurare tale innalzamento, che si basa in sostanza sull'assegnazione a ogni nazione di una certa quantità di anidride carbonica per tutti gli anni che ci separano dal 2050.
Al ritmo attuale dei suoi consumi, gli Stati Uniti esauriranno le quote a loro disposizione entro il 2016. Per dare loro il tempo di adeguarsi, i Paesi ricchi potranno pagare le nazioni in via di sviluppo e usufruire di parte dei loro permessi non utilizzati. Rahmstorf è dell'idea che questi contributi economici serviranno alle economie in via di sviluppo per «stare alla larga dal modello negativo» utilizzato dalle nazioni industrializzate nel secolo scorso.
COMPORTAMENTO PERSONALE: non viaggia in aereo quando è in vacanza. Non possiede un'automobile e si reca al lavoro in bicicletta. Ha una casa perfettamente coibentata e ha tagliato i consumi di energia del 60 per cento. I suoi peccati consistono nel comperare banane e nel farsi una lunga doccia ogni mattina.

Primi effetti in 50 anni
Tim Lenton (Università East Anglia, 36 anni)
Tim Lenton è l'erede consacrato di James Lovelock. Da studente universitario lesse il libro di Lovelock Le nuove età di Gaia (libro nel quale l'autore sostiene che terra e biosfera funzionino come un unico sistema complesso) e in seguito scrisse a Lovelock dichiarando di volersi occupare di ricerca nel suo stesso settore. Ciò ha portato a un incontro «sorprendente» e a una collaborazione che si è protratta nel tempo.
Oggi però il discepolo ha imboccato una strada diversa rispetto al maestro in tema di cambiamento del clima. Entrambi gli scienziati paventano reazioni attive del sistema climatico - un effetto domino nel riscaldamento del clima - ma Lenton non condivide la visione apocalittica di Lovelock e chiosa: «Concordiamo sul fatto di avere pareri divergenti in merito al livello di speranza che dovremmo avere per il futuro».
Scambiamo due chiacchiere a casa sua, nella stanza che affaccia su una tranquilla strada residenziale di Norwich. Qui si ha difficilmente l'idea di essere al fronte di guerra del cambiamento del clima, eppure appena nel 2007 l'area provinciale di Norfolk Broads fu quasi allagata dopo una tempesta che scatenò le forze del mare. «A un certo punto - probabilmente entro i prossimi 50 anni - vedremo quest'area tornare a essere un ecosistema di paludi saline», ha commentato.
Mentre altri lavorano in termini di decenni o di secoli, Lenton pensa in termini di milioni di anni. Il libro al quale sta lavorando e nel quale registra l'instabilità di Gaia, si focalizza sui bruschi cambiamenti, come il salto esponenziale della quantità di ossigeno nell'atmosfera verificatosi 2,5 miliardi di anni fa. «Mi chiedo se non ci troviamo per caso all'inizio di un'altra rivoluzione». Ipotizza anche che quando suo figlio James avrà 80 anni, «o ricicleremo l'energia e le materie prime, oppure saremo in procinto di vivere in un mondo di situazioni spiacevoli».
COMPORTAMENTO PERSONALE: è un appassionato utente delle due ruote, ma guida anche una Renault Clio. Trascorre le vacanze nel Regno Unito, ma sua moglie è neozelandese e a Natale consumeranno una bella fetta delle loro "miglia" per andare a trovare i parenti.

La storia ci conforterà
Susan Solomon (Oceanic Center Colorado, 53 anni)
Susan Solomon è stata una delle prime scienziate a spiegare perché il buco nell'ozono si stesse formando sopra l'Antartide e nel 2007 ha presieduto lo storico Intergovernmental Panel on Climate Change che nel suo rapporto affermava che al 90% si poteva star certi che il grosso del riscaldamento terrestre rilevato dal 1950 ad allora era riconducibile alle attività umane. Crede tuttavia nel preservare la purezza della scienza e respinge l'idea che la sua professione abbia il dovere di parlar chiaro di riscaldamento globale.
Questo approccio conservatore delude gli attivisti e alcuni suoi colleghi scienziati. Nelle proiezioni sul livello dei mari del rapporto, esclude le stime riguardanti l'impatto dello scioglimento delle calotte polari perché prospettare un simile evento è assolutamente ipotetico. Non è nemmeno disponibile a parlare di risposte del mondo della politica o di appelli che facciano leva sulle emozioni.
Susan Solomon è convinta che tra soli tre anni i fatti le daranno ragione: «Vi è troppa emotività su questo argomento, influenzata sia da sinistra sia da destra». Compito dell'Ipcc è presentare la scienza con un minimo di congetture, dice. È convinta inoltre che a meno che le emissioni non siano ridotte in modo incisivo, il mondo nel 2060 sarà più caldo di 2 o 3 gradi. Un accordo secondo lei sarà difficile da raggiungere, mettendo in opposizione tra loro la sua stessa accolita di scienziati e la classe politica, e così esemplifica: «Se si radunano venti politici in una camera non si riuscirà a metterli d'accordo su niente, ma se invece di politici si tratta di scienziati, allora alla fine di un'animata discussione e di analisi dei dati si perverrà a un accordo».
  CONTINUA ...»

22 novembre 2009
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