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Terra, acqua, sole: il pericolo esiste

di Tom De Castella

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22 novembre 2009

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Salomon in ogni caso è fiduciosa che le pressioni dell'opinione pubblica possano portare a un risultato strabiliante e inatteso a Copenhagen. «Ogni qualvolta sento una persona affermare che questa o quella cosa è impossibile, ritorno col pensiero ai tempi del buco nell'ozono, quando c'era chi affermava che era impossibile togliere i clorofluorocarburi dai deodoranti. E invece...».
Quando le si chiede come pensa che potrà vivere la generazione del suo figliastro, si infiamma brevemente, sostenendo che tutte queste emozioni non sono granché utili, e dice: «Non so in che modo ne usciremo, ma voglio che gli storici della scienza in futuro siano chiari: gli scienziati disponevano di strumenti primitivi e di informazioni limitate ma questa l'hanno azzeccata».
COMPORTAMENTO PERSONALE: cerca di consumare alimenti vegetariani due volte a settimana, va in bicicletta, guida una Prius.

L'apocalisse è lontana
Antonio Navarra (Centro Euro Mediterraneo, 53 anni)
Al Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici non si fanno previsioni. I progetti guidati dal direttore Antonio Navarra hanno a che fare con sistemi di equilibrio e formule matematiche. Al centro, con sede a Lecce, si definiscono e cercano modelli di simulazione climatica: equazioni in grado di descrivere l'atmosfera. «Quello che possiamo dire è cosa si modifica in una situazione di equilibrio climatico se cambia un agente esterno: in pratica non sappiamo come sarà l'estate del 2012 ma come cambierebbe l'estate tipica in presenza di un agente esterno modificato».
Area di interesse del Centro è il Mediterraneo, «un'appendice rispetto alle altre aree sensibili del pianeta», ironizza Navarra.
L'ultimo studio del Cmcc ha messo in un luce che a fronte di un aumento della temperatura, le precipitazioni invernali diminuiscano del 20 per cento.«In realtà - ha precisato - non si tratta di previsioni ma di scenari che da tempo stiamo ipotizzando sulla base dei dati in nostro possesso, relativi alla presenza di anidride carbonica e altri gas nell'atmosfera. Questa percentuale potrebbe oscillare in maniera vistosa ma stiamo lavorando per aumentare l'attendibilità di questi studi». Secondo il direttore il punto non è soffermarsi sul numero preciso ma «sull'individuazione di una vulnerabilità precisa», che nel caso del Mediterraneo riguarda la distribuzione delle risorse idriche.
Navarro non condivide gli scenari apocalittici: «I cambiamenti climatici non si possono definire in maniera univoca: una Svizzera senza neve sarebbe negativa per gli impianti di risalita ma positiva per i coltivatori di frutta». Il direttore è comunque convinto dell'utilità delle previsioni: «Nel processo di gestione del rischio bisogna prendere in considerazione tutti gli scenari possibili».
COMPORTAMENTO PERSONALE: utilizza un'automobile a metano.

Sono solo stupidaggini
Richard Lindzen (Mit di Boston, 69 anni)
Richard Lindzen è affascinante e irascibile. «Questa è la domanda più stupida che io abbia mai sentito!» esclama quando gli chiedo se il cambiamento globale del clima sia in corso. Più tardi, quando gli espongo il concetto per lui profano di che cosa significa riscaldamento globale, sbotta irritato: «Basta con queste stupidaggini!». Quando riferisco le parole del portavoce dell'Intergovernmental Panel on Climate Change, secondo il quale il mondo nel XX secolo si è riscaldato di 0,6 gradi centigradi, addebita tale riscaldamento alla naturale instabilità del clima.
Cresciuto nel Bronx, laureatosi ad Harvard, Lindzen tra tutti gli scienziati è il più illustre negazionista del cambiamento del clima. Egli sostiene che l'impatto dell'anidride carbonica sul cambiamento del clima è stato sopravvalutato e afferma che le emissioni potranno anche continuare ad aumentare senza ulteriori conseguenze. I livelli di CO2 dell'epoca pre-industriale erano di 280 parti per milione: oggi sono saliti a 390 ppm e i partecipanti alla Conferenza di Copenhagen si ripromettono di stabilizzarli intorno a 450 ppm (parti per milione). Invece Lindzen dice che potremmo tranquillamente superare le 10mila, e dichiara che se anche ci fosse motivo di temere qualche conseguenza, avremmo tutto il tempo necessario ad accorgercene tempestivamente.
Contrariamente a quanto dicono i modelli, Lindzen sostiene che il nostro pianeta non si è riscaldato nell'ultimo decennio e siamo noi, insomma, ad averne sottovalutato la variabilità naturale.
Per quanto riguarda poi il riscaldamento di soli 0,6 gradi centigradi, Lindzen afferma che la tesi secondo cui ne sarebbe responsabile l'uomo è indifendibile. I suoi critici sottolineano che la sua enfasi sugli ultimi 10 anni è una falsa pista. I dati sul cambiamento del clima non si basano su un trend decennale, ma su un periodo di 30-50 anni. Lindzen è convinto che il riscaldamento globale un giorno sarà considerato una bufala. E conclude: «E spero che accada mentre sono ancora vivo».
COMPORTAMENTO PERSONALE: guida una vettura di piccole dimensioni, utilizza lampadine a risparmio energetico e dice di consumare, probabilmente, meno energia degli «attivisti di Washington che si battono contro il cambiamento del clima e vanno in giro in Mercedes».

(Traduzione di Anna Bissanti)

22 novembre 2009
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