Lo sprint ha un nuovo re, anzi lo aveva già, ma la pista di Pechino ha decretato che il giamaicano Usain Bolt sarà il re della velocità per i prossimi anni: 9"68 - poi corretto in 9"69 - il nuovo record dei 100 metri piani che ha stabilito nella finale dei Giochi olimpici di Pechino. Un record strepitoso: Bolt deteneva già il primato dei 100 metri, con 9"72, ma oggi ha dimostrato qualcosa che ha forse dell'incredibile: partenza rapidissima, al contrario di quella che sono le caratteristiche per un uomo alto 1 metro e 96, e poi fuga solitaria verso quel traguardo a quel punto lontano appena 9 secondi. E nel finale Bolt ha avuto anche la sfrontatezza, propria dei campioni, di guardarsi intorno, rallentare, guardare la folla entusiasta sugli spalti e quindi battersi con la mano destra il petto, per dire «sono io, sono solo io il più veloce al mondo». Questo voler ribadire la propria superiorità anche gestualmente gli è valsa sicuramente la perdita di almeno cinque-sei centesimi, a detta degli esperti, e il tempo finale ne ha risentito. Sarebbe stato ancor più incredibile l'eventuale record senza quel gesto.
Usain Bolt è stato subito sommerso dai fotografi, a stento si è sottratto ed ha raggiunto l'angolo dove il suo staff l'attendeva. Quindi la bandiera giamaicana sulle spalle e il trionfo in pista.
«Sono felice, non è tanto per il record, che avevo giá fatto e che posso anche migliorare, ma per la medaglia d'oro», ha detto Bolt a caldo ai microfoni della Rai. «Sono venuto a Pechino per fare questo e l'ho fatto. Il segreto? Arrivare a questi appuntamenti rilassati e tranquilli, volevo fare qualcosa e ci sono riuscito». La medaglia d'argento è anadata a Richard Thompson, di Trinidad e Tobago, con il tempo di 9"89; bronzo a Walter Dix, con 9"91, che tiene gli Stati Uniti ancora sul podio della gara-regina dell'atletica, malgrado l'esclusione dalla finale di Tyson Gay. Solo quinto Asafa Powell, l'amico-rivale e connazionale di Bolt demolito senza pietà.
Il neocampione dei 100 metri nei prossimi giorni si cimenterà sulla distanza doppia e nella staffetta 4x100, ma è in particolare sui 200 che sembra voglia dare un'altra dimostrazione della grande potenza delle sue lunghe leve. Un altro record mondiale, questo sì storico, il 19"63 di Michael Johnson, potrebbe essere a rischio.
Delusione Howe: non accede alla finale del salto in lungo
Forte delusione anche per i colori azzurri, con l'eliminazione di Andrew Howe nel salto in lungo: il vice-campione non si è infatti qualificato per la finale delle Olimpiadi. Ad eliminatorie ancora in corso, ci sono già 13 concorrenti che hanno fatto meglio dell'azzurro, che ha esaurito le tre prove a sua disposizione. Alla finale sono ammessi i primi 12 del tabellone complessivo delle qualificazioni. «Non c'entra l'emozione, non c'entra lo stadio. È lo stato di forma che non c'è, inutile girarci intorno...». Ha detto Andrew Howe Besozzi ai microfoni di RaiSport, per spiegare la mancata qualificazione alla finale di salto in lungo. «Ho ripreso dopo un mese di totale stop. L'atletica non s'inventa; mentalmente ci provi ma il fisico non c'è. Sono arrivato qui non stando in forma, secondo me».
Bronzo alle ragazze del fioretto
Il fioretto a squadre femminile italiano conquista la medaglia di bronzo battendo l'Ungheria per 32-23. La gara é stata sempre condotta dalle azzurre con la debuttante Salvatori, schierata al posto di Giovanna Trillini, che ha aperto la sfida con un parziale di 3-0 contro Virginie Ujlaki.
Valentina Vezzali ha portato le azzurre sull'8-2 dominando contro Gabriella Varga. Sempre la veterana azzurra nell'assalto finale contro la Ujlaki é riuscita a gestire le quattro lunghezze di vantaggio (21-17), suggellando il successo con un finale da spettacolo. Con la medaglia del fioretto a squadre femminile l'Italia conquista il quinto bronzo a Pechino.
Il terzetto Vezzali-Granbassi-Salvatori, grande favorito per la medaglia d'oro, era stato sconfitto in semifinale dalla Russia 22-21 con un epilogo contestato dalle azzurre per la stoccata vincente messa a segno da Evgenia Lamonova con Valentina Vezzali.
L' oro nel fioretto è andato alla Russia, che ha sconfitto Stati Uniti in finale 28-11.
Nuoto, Alessia Filippi centra una medaglia d'argento
Alessia Filippi ha regalato stamane all'Italia la quindicesima medaglia dei Giochi di Pechino. La ventunenne romana ha vinto l'argento disputando una splendida finale degli 800 stile libero, che l'ha vista battuta solo dall'imprendibile britannica Rebecca Adlington, oro e nuovo record del mondo. Per la Filippi anche il nuovo primato italiano in 8'20"23.
La mattinata del nuoto ha segnato un nuovo passo di Michael Phelps verso la leggenda. L'asso di Baltimora si è imposto, per una volta senza record del mondo, anche nei 100 farfalla, dopo un rush finale mozzafiato col serbo Milorad Cavic, battuto per un solo centesimo. Phelps ha conquistato il suo settimo oro dei Giochi e eguagliato il record di Mark Spitz a Monaco 1972. E domani, assieme ai compagni della staffetta 4x100 mista, potrà inseguire l'ottavo oro in questi Giochi che lo consegnerebbe al primato assoluto. Ma le emozioni dal Water Cube di Pechino sono arrivate anche dai 50 stile, la gara della velocità pura, dove Cesar Cielo Filho ha regalato il primo oro al Brasile mettendo in fila i francesi Amaury Leveaux e Alain Bernard, prima di scoppiare in un pianto liberatorio. Il secondo record del mondo di giornata nel nuoto era stato segnato in apertura dalla rappresentante dello Zimbabwe Kirsty Coventry nella vittoriosa finale dei 200 dorso.
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