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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Pechino, Schwazer oro nella marcia. Boxe, Russo e Cammarelle in finale

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22 agosto 2008
Alex Schwazer (Foto AP)

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Volley, azzurri ko in semifinale col Brasile
Sarà Brasile-Stati Uniti la finale per l'oro del torneo olimpico di pallavolo maschile. Niente da fare infatti per gli azzurri di Anastasi che nella semifinale contro la selezione verde-oro sono stati sconfitti per 3-1. Dopo essersi aggiudicata il primo set per 25-19 la nazionale italiana ha subito il ritorno dei brasiliani che hanno dominato le restanti tre partite con i parziali di 25-18, 25-21. Da segnalare un infortunio occorso a Luigi Mastrangelo sul finale del 3 set che ha costretto il cittì azzurro, già alle prese con una infermeria quasi al completo, a sostituirlo con Germano Bovolenta. Domenica alle 4, ora italiana, la finale per il terzo posto contro la Russia.

Salto con l'asta: Gibilisco fuori dalla finale
Giuseppe Gibilisco è fuori dalla finale del salto con l'asta. L'ex campione del mondo e bronzo ad Atene non è riuscito a superare la misura dei 5.45 nei suoi tre tentativi a disposizione. Gibilisco era stato squalificato per due anni per doping e poi era stato assolto dal Tas e solo pochi giorni prima dell'inizio delle Olimpiadi aveva ottenuto il risultato necessario per ottenere il pass per Pechino. L'azzurro 29enne di Siracusa tornava dunque a gareggiare in queste olimpiadi dopo un allenamento di soli tre mesi. «Le qualificazioni le ho superato, ma se non sei allenato fai fatica e di più non puoi fare», ha detto l'atleta siracusano. «Un pò di rammarico c'è - ha continuato microfoni di Rai Sport -, speravo di fare qualcosina in più, ora spero di trovare un pò di tranquillità, quella che mi è mancata negli ultimi anni». Gibilisco ha voglia di tornare ad altissimi livelli. «Non mi sento un atleta finito, sono stato fermo tanti anni, il mio non è un motore usurato, è fresco. Voglio ripartire con l'Europeo indoor, ma il vero obiettivo è il Mondiale», conclude Gibilisco.

Canoa, bronzo del duo Facchin-Scaduto
Grande rimonta e l'Italia conquista a sorpresa il bronzo nel K2 1000 metri uomini con Andrea Facchin e Antonio Scaduto, ridando lustro a una specialità che già in passato aveva dato medaglie ai colori azzurri. Lenta nella fase iniziale della gara, la canoa italiana ha poi via via recuperato posizioni e negli ultimi 250 metri Statuto e Facchin sono riusciti ad annullare lo svantaggio nei confronti di Polonia, Ungheria e Francia. Con queste è stata lotta fino all'ultimo metro, con gli azzurri che hanno tagliato il traguardo terzi, con il tempo di 3'14"750, e conquistando una medaglia che sembrava dovesse restare solo un sogno. Grande entusiasmo ovviamente nel clan della canoa italiana, con Statuto e Facchin "soffocati" dall'abbraccio degli altri atleti e dal presidente della federazione della canoa.
Chiude al quarto posto, invece, la compagin azzurra nel K4 1000. Niente medaglia per Franco Benedini, Antonio Rossi, Luca Piemonte e Alberto Ricchetti (2'57"626) nella gara che la Bielorussia ha vinto in 2'55"714 davanti alla Slovacchia (2'56"593) e alla Germania (2'56"676).

Olimpiadi, la marcia azzurra è d'oro con Alex Schwazer
Aveva fatto capire, la vigilia, che ci avrebbe provato e che si sentiva in forma: ora il trionfo può dirsi completo e la consacrazione definitiva. La marcia azzurra è sul gradino più alto del podio olimpico grazie ad Alex Schwazer. È il terzo oro olimpico dell'Italia su questa distanza, l'ottavo nella marcia in assoluto, il 19mo per l'atletica azzurra alle Olimpiadi di tutti i tempi. L'ultimo successo italiano nella 50 km ai Giochi olimpici era stato quello di Abdon Pamich, 44 anni fa.

È stato un trionfo assoluto quello di Schwazer. L'altoatesino è arrivato da solo al traguardo, in 3 ore 37'09", lasciandosi dietro gli avversari e chiudendo con un vantaggio di oltre due minuti sul secondo classificato, l'australiano Jared Tallent e tre minuti sul russo Denis Nizhegorodov, bronzo. Voleva rifarsi, Alex Schwazer, dopo il terzo posto ai Mondiali di Osaka dello scorso anno. E l'altoatesino è stato capace di un trionfo senza pari, capace di trasmettere a tutto il pubblico del National Stadium la sua emozione, quell'ultimo giro del percorso fatto in lacrime. Prima del traguardo, ecco - con il dito levato al cielo - la dedica al nonno scomparso a luglio, figura a cui l'azzurro era molto legato. Appena superato il traguardo, Alex si è piegato per terra, non per stanchezza ma per tenere per sè ancora per qualche secondo quelle lacrime e quell'emozione. Poi il trionfo, l'abbraccio con il suo allenatore, Sandro Damilano. L'applauso della folla, il tricolore che gli avvolge le spalle, l'abbraccio con il secondo classificato, la stretta di mano con il terzo. «Sono molto contento, in queste condizioni non mi batte nemmeno Superman», sono state le prime parole del marciatore azzurro.

«Questo è un oro che pesa davvero», commenta il presidente del Coni Gianni Petrucci. «Schwazer è un grande campione - aggiunge - e promette di durare a lungo. Devo dare atto a Sandro Damilano che ieri aveva detto che Alex avrebbe vinto». E proprio l'allenatore della marcia azzurra si è lasciato andare ad una previsione, dopo aver dichiarato la propria emozione: «Come tutti, sono rimasto impressionato dal modo in cui ha vinto. Organicamente come Schwazer non c'è nessuno, ed ha anche una grande capacità di gestire le forze: per me adesso ha la possibilità di vincere in tre Olimpiadi di seguito, come Korzeniowski».E proprio il grandissimo campione polacco, oro ad Atlanta, Sydney ed Atene, ha reso omaggio al suo successore durante la conferenza stampa del dopo-gara, a cui era presente in veste di commentatore televisivo. Quando l'azzurro ha finito di parlare, gli si è avvicinato con la macchina fotografica in mano, e gli ha chiesto di fare una foto assieme, «perchè sono il suo predecessore, e lui è un vero fuoriclasse».

  CONTINUA ...»

22 agosto 2008
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