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Vancouver 2010 - Olimpiadi invernali

 
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Tutto pronto per le Olimpiadi invernali: eco-compatibili, essenziali, pronte a stupire

di Dario Ricci

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7 febbraio 2010
I cerchi olimpici nei pressi del centro stampa di Vancouver (Reuters)


La fiaccola olimpica sta per arrivare a Vancouver, il tripode sta per accendersi per l'ennesima volta, la XXIesima nella storia dei Giochi Olimpici invernali. E allora andiamo alla scoperta dei Giochi canadesi, ecocompatibili, all'insegna delle etnie indigene, essenziali. Ma pronti a stupire il mondo non solo con la perfetta organizzazione, ma soprattutto con le imprese dei campioni tra ghiaccio e neve. Sperando poi che il podio si colori spesso d'azzurro.

Numeri olimpici - Quelle canadesi saranno Olimpiadi all'insegna dell'ottimizzazione delle risorse. La crisi economica globale si è fatta sentire anche sul movimento a cinque cerchi. E allora meglio dimenticare gli sfarzi di Pechino2008, per Giochi più attenti a evitare sprechi e valorizzare strutture già preesistenti. Al budget di circa 1 mld di euro è stata fatta un anno fa un'altra iniezione (che ha portato le risorse a 1,11 mld di euro) per fronteggiare il momento no e tamponare alcune emergenze: ma nella città canadese e nell'hinterland montanaro aspettano solo l'ora in cui gli oltre 80 paesi sfileranno nel BC Place, uno stadio da 60.000 posti, per la prima cerimonia d'apertura indoor e che non verrà utilizzato per le gare. Dopo 22 anni dai Giochi di Calgary '88 il Canada torna "olimpico" e punta a conquistare quell'oro che in casa non è mai arrivato in tre edizioni ospitate, compresa quella di Montreal '76 con i Giochi estivi. I siti olimpici, divisi tra la città costiera, Richmond nell'hinterland e, a 123 km da Vancouver, le montagne di Whistler - il Sestriere canadese - sono pronti. Dubbi sul futuro del Villaggio olimpico, costituito da edifici di medio-alta fattura, difficili da ricollocare nel dopo-Giochi.

Massima sicurezza – Una buona metà del budget olimpico è stato utilizzato per la sicurezza (570 milioni di euro, 5 volte in più di quanto previsto nel 2003). 15mila le Giubbe Rosse in campo, tra cui squadre speciali lungo l'autostrada che collega Vancouver e Whistler Mountain, sommozzatori nel porto cittadino. Un accordo tra Ottawa e Washington garantirà la sicurezza dello spazio aereo, e collaborazione per i controlli delle coste. Previsti 90mila controlli giornalieri alla frontiera Usa/Canada. 40 le agenzie per la sicurezza statunitensi impegnate, con sede di coordinamento a Bellingham, nello stato di Washington.

Impatto ambientale – I canadesi ne hanno fatto un punto d'orgoglio. Quelli di Vancouver saranno Giochi a basso impatto ambientale ed ecosostenibili. Fin nel minimo dettaglio. Per capirci: i metalli di cui sono fatte le medaglie sono in parte ricavati, per la prima volta nella storia dei Giochi, anche dal riciclaggio dei componenti di apparecchi tv, computer e altri oggetti di elettronica di consumo. E il legno della copertura dell'Oval di Richmond sarebbe stato destinato a essere bruciato dopo i Giochi, perché si è scoperto essere infestato da un parassita che danneggia le vicine foreste di conifere. Niente di tutto questo: il legno è stato curato e disinfestato, evitando così di abbattere altri due ettari di bosco per sostituirlo. Un'altra: prima di realizzare il nuovo tracciato di sci alpino di Creekside, gli organizzatori hanno "traslocato" in altra area una comunità di rane che altrimenti sarebbe stata distrutta dai lavori. Senza contare, poi, mezzi di trasporto ibridi a idrogeno, tetti fotovoltaici, impianti di recupero dell'acqua piovana, tessuti per le divise dei volontari fatti con materiale di riciclo, distributori di bibite a basso consumo energetico. Tutte scelte che si inseriscono nella tradizione "verde" della città, non a caso eletta nell''ultimo rapporto dell'Economist Intelligence Unit come metropoli più vivibile al mondo (davanti a Vienna e Melbourne; Milano 50esima; Roma 52esima su 140 città in tutto).

Sogni azzurri - «Ripetere il bilancio di Torino2006 (5 ori e 6 bronzi, n.d.r) sarà molto, molto difficile, soprattutto per quanto riguarda il numero di ori»: Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Coni e capo della delegazione azzurra a Vancouver 2010, è un mix di prudenza e realismo. «La concorrenza è aumentata – spiega – un quadriennio in più si farà sentire nelle gambe di molti dei nostri atleti più esperti, e poi in Piemonte giocavamo in casa, il che è sempre un vantaggio». I due campioni su cui puntiamo sono Armin Zoeggler ed Enrico Fabris. Il carabiniere di Foiana e il poliziotto di Roana sono i due assi che l'Italia cala sul tavolo di Vancouver2010. Zoeggler, 36 anni, 9 Coppe del Mondo, insegue il tris olimpico (oltre a un argento e un bronzo) dopo Salt Lake2002 e Torino2006. In Piemonte Fabris fu il grande ambasciatore del pattinaggio di velocità, sport per pochi intimi alle nostre latitudini, vera religione in Norvegia e Olanda. Difficile ripetere i successi di quattro anni fa (oro individuale sui 1500 metri e nell'inseguimento a squadre, bronzo nei 5000), ma il veneto può puntare sicuro a un paio di medaglie. Da podio anche gli equipaggi dello slittino, la rinata Kostner nel pattinaggio di figura, la coppia Faiella-Scali nella danza. Nel fondo difendiamo 2 ori (Giorgio Di Centa e la staffetta maschile 4x10 km) e 2 bronzi: squadra matura, la nostra, dove le donne (Follis e Longa su tutte) quest'anno hanno fatto meglio degli uomini. Non si dovrebbe tornare a mani vuote. Nello sci alpino si punta a cancellare lo "zero" alla voce medaglie di Torino: perso Rocca per infortunio, nello slalom il jolly è Giuliano Razzoli, sperando anche che Manfred Moellg trovi in Canada l'acuto che finora è mancato in stagione; in gigante – oltre Moellg – Blardone e Simoncelli sono da medaglia, sempre che riescano a interpretare al meglio il pendio di Whistler Mountain. Nelle prove veloci puntiamo su Werner Heel e sul ritrovato Peter Fill, mentre tra le donne nelle specialità tecniche Denise Karbon e Manuela Moellg sono in crescita dopo guai fisici e incertezze. Speranze di medaglie anche dalle staffette dello short track. Le possibili sorprese? Due nomi su tutti: Federica Brignone (figlia di "Ninna" Quario, slalomista della Valanga Rosa negli anni Ottanta) in gigante e Alessandro Pittin nella combinata nordica (fondo e trampolino): quarant'anni in due, testa libera e cuore pieno d'orgoglio e d'emozione. Il mix giusto per un sogno a cinque cerchi.

  CONTINUA ...»

7 febbraio 2010
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