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Digitale terrestre: è l'ora del Lazio, 1,8 milioni di famiglie interessate

di Gianni Rusconi

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15 giugno 2009

"Lo spettatore avrà la possibilità di allargare il proprio ascolto e di vedere cose nuove e piano piano in Europa il digitale terrestre prenderà piede e tutte le altre piattaforme diventeranno di nicchia". Le parole di Giuliano Adreani, amministratore delegato di Mediaset (che nei giorni scorsi ha chiesto al Tribunale di primo grado della Ue di annullare la decisione del 24 gennaio 2007, con cui la Commissione europea ha considerato la sovvenzione accordata dall'Italia per gli anni 2004 e 2005 per l'acquisto dei decoder numerici terrestri come un aiuto di stato a favore delle emittenti digitali terrestri che offrono servizi televisivi a pagamento, ordinando il recupero dei 110 milioni di euro stanziati), accompagnano lo "switch over" di Raidue e Retequattro programmato in Lazio nella notte fra lunedì 15 e martedì 16 giugno. Il Lazio è la quinta regione italiana – dopo Sardegna (migrata totalmente al digitale), Valle d'Aosta, Piemonte e Trentino – a toccare con mano la nuova era della televisione. Lo spegnimento parziale del segnale analogico interesserà nelle prossime ore 166 Comuni e un milione 800 mila famiglie (circa 4,5 milioni di persone, di cui 2,7 milioni nella sola provincia di Roma) e a queste va rinnovato l'invito – pena l'oscuramento dei due canali - dotarsi di un decoder da collegare alla Tv già presente in casa oppure di un nuovo televisore con decoder integrato. Per tutti, in ogni caso, potrebbe essere necessario domani effettuare la risintonizzazione del proprio decoder o del televisore, al fine di ricevere correttamente tutti i nuovi programmi e servizi del digitale terrestre. Anche per il Lazio, che passerà in modo definitivo al digitale, il cosiddetto "switch off", fra il 16 e il 30 novembre prossimo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha predisposto il programma di contributi statali da 50 euro per l'acquisto del decoder alle fasce di utenza aventi diritto (residenza in uno dei comuni coinvolti nello switch-over, età uguale o superiore ai 65 anni, reddito uguale o inferiore ai 10.000 euro, prova dell'avvenuto pagamento del canone Rai dell'anno in corso).

Stando ai dati resi noti nei giorni scorsi dalla DGTVi, il consorzio di emittenti coinvolte nel passaggio alla nuova tecnologia televisiva, il 47% dei romani è già oggi in possesso di un decoder per il digitale terrestre mentre allargando il conteggio agli utenti di Tv via satellite o via cavo la popolazione coperta dalla TV di nuova generazione sfiora il 70%. Stando inoltre alle stime di Gfk, sono stati venduti nel Lazio nel solo mese di aprile circa 90.000 ricevitori per il digitale, un numero pari al 16% del totale delle vendite nazionali. I presupposti per uno switch over senza ostacoli quindi sembrano esserci tutti anche se, in vista dello spegnimento definitivo del segnale analogico, rimangono ancora alcuni nodi da sciogliere. Innanzitutto quello delle frequenze singole rivendicate dalle emittente locali laziali, ben 53 (di cui il 40-45% trasmette già in digitale), che riporta a galla il problema, come ha più volte sottolineato il Corecom, di "un'evidente asimmetria tra le frequenze disponibili e il numero delle emittenti stesse". In secondo luogo gli "immancabili" disservizi tecnici legati alla transizione. Il vice ministro Paolo Romani ribadisce ad ogni occasione che le esperienze precedenti (ultima quella del Piemonte, dove lo "switch over" è avvenuto il 20 maggio) sono state ampiamente positive ma le lamentele (e neppure le polemiche di natura politica) non mancano. Quel che è certo che la prossima tappa del cammino verso la Tv digitale terrestre è fissata e non si discute: 10 settembre, quando Raidue e Retequattro non saranno più visibili per gli abbonati di Napoli, Salerno e piccole parti delle altre province della Campania.

15 giugno 2009
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