L'asta di Christie's del 30 novembre, “The Exceptional Sale”, tenutasi in Avenue Matignon a Parigi, era particolarmente attesa non solamente per i preziosi 49 lotti in catalogo che evocano tre secoli di arti decorative, ma specialmente per l'affascinante cimelio legato ad uno dei più celebri e drammatici episodi della storia della letteratura francese: il revolver con il quale, in un giorno di ordinaria follia, Paul Verlaine tentò di uccidere in un eccesso d’ira, il suo giovane amante, il poeta Arthur Rimbaud, l'autore del “Bateau ivre” e “Une saison en enfer”. Il revolver ha infatti bruciato ogni aspettativa di vendita raggiungendo al martello 360.000 euro (434.500 con le commissioni d'acquisto) da una valutazione iniziale di 50.000-70.000 euro. Ad acquistarla è stato un collezionista privato che ha voluto mantenere l'anonimato.
La storia.Verlaine acquistò l'arma per 23 franchi il 10 luglio 1873 insieme a una confezione di 50 cartucce (un revolver Lefaucheux del calibro di 7 mm a sei colpi, fabbricato a Liege nel 1870) nell'armeria Montigny a Bruxelles, salì le scale sino al primo piano dell' Hotel à la Ville de Courtrai di Bruxelles dove alloggiava e esplose due colpi contro l'amico.
Per la vendita del revolver non poteva essere scelta da Christie's, forse incosapevolmente, una data nel calendario più simbolica di questa, mentre Parigi celebra Oscar Wilde, sincero ammiratore di Verlaine, con una prima grande esposizione al Petit Palais dal titolo “L'impertinent absolut”, attraverso lettere, manoscritti, fotografie, disegni e cimeli appartenuti allo scrittore irlandese, morto proprio il 30 novembre del 1900 in Rue des Beaux-Arts 13, in quello che allora si chiamava Hotel d'Alsace. Wilde predisse, in fondo, il suo destino quando, in esilio a Parigi, dichiarò a Max de Morès: “Io sono un vagabondo. Questo secolo avrà avuto due vagabondi: io e Paul Verlaine”.
La memoria in asta. I cimeli appartenuti ai grandi artisti, d'altronde, hanno sempre avuto il potere attrattivo delle reliquie nei confronti dei collezionisti. Pertanto, può stupire fino ad un certo punto se persino le ceneri del più raffinato, eccentrico e geniale scrittore americano della seconda metà del Novecento, Truman Capote (1924-1984), autore di “Colazione da Tiffany”, “A sangue freddo”, “Preghiere esaudite”, siano state messe all'incanto 32 anni dopo la sua morte. Le spoglie, infatti, conservate in una scatola di legno giapponese dall'amica Joanne Carson sino alla sua scomparsa nel 2015, sono state proposte dalla casa d'aste di Los Angeles Julien's Auction il 24 settembre con una valutazione di 4.000 - 6.000 dollari e aggiudicate per ben 43.000.
Solo tre anni fa il prezioso manoscritto di “Breakfast at Tiffany”, con numerose modifiche riportate a mano dello scrittore prima di recapitarlo alla casa editrice Random House nel 1958, venne venduto dalla R.R. Auction per 306.000 dollari al collezionista russo Igor Sosin.
Altrettanto sensazionale fu, andando a ritroso nel tempo, la vendita della macchina da scrivere appartenuta a Ian Fleming (1908-1964), l'inventore di James Bond, avvenuta a metà degli anni 90: una rara edizione a tiratura limitata della Royal Quiet Deluxe, placcata in oro, acquistata dallo scrittore per 174 $ nel 1952 a New York, mentre stava lavorando a “Casinò Royale”, comparve da Christie's in un'asta di “memorabilia” nel 1995 e fu acquistata per 55.000 sterline. Sino ad oggi l'identità dell'acquirente è rimasta celata.
Incanto delle meraviglie. Tornando all'asta “The Exceptional Sale” del 30 novembre, complessivamente ha realizzato, entro la stima minima prevista, 4.031.000 euro contro l'aspettativa più alta di 6.500.000 di euro, con 40 lotti scambiati su 49 proposti. Diversi lotti vantavano provenienze altisonanti, ma nonostante ciò hanno ottenuto prezzi di aggiudicazione sotto o in linea con la stima minima, come la coppia di candelabri a quattro luci in argento cesellato da Franz Peter Bunsen alla fine del XIX secolo, appartenuti al servizio di Giorgio III di Bretagna ed Elettore di Hannover (lotto 15), aggiudicati per 120.000 euro (stima: 150.000-200.000 euro), o la rara scultura da tavolo in bronzo patinato eseguita da Barthélémy Prieur alla fine del XVI secolo raffigurante Re Enrico IV a cavallo aggiudicata per appena 380.000 euro (stima: 500.000-700.000 euro).
Invenduto il “Table à écrire” (lotto 20) in acajou realizzato dall'ebanista Jean-Henri Riesener nel 1783 per Luigi XVI (120.000-180.000 euro). I collezionisti dimostrano un costante interessati per l'arte orientale di alta qualità, in special modo per l'oggettistica, le sculture e le porcellane: infatti la coppia di vasi cinesi “Famille rose” della Dinastia Quing, alti 133 cm. (lotto 18), sono stati aggiudicati per 180.000 euro (218.000 euro con le commissioni d'acquisto) rispetto alla valutazione di partenza di 60.000-80.000. Mentre la scultura indonesiana del IX -X secolo in pietra vulcanica, raffigurante il Buddha Vairocana, top lot dell'incanto, ha quadruplicato la stima massima, venendo acquistata per 482.500 euro con le commissioni.
© Riproduzione riservata