ArtEconomy24

Art Bonus il modo più veloce per concludere il restauro…

  • Abbonati
  • Accedi
ECONOMIA E BENI CULTURALI

Art Bonus il modo più veloce per concludere il restauro dell'”Ultima cena” di Giorgio Vasari a Santa Croce

Sandra Rossi, Ufficio Promozione Culturale dell'Opificio delle Pietre Dure; a destra i lavori di restauro dell’”Ultima cena” di Giorgio Vasari
Sandra Rossi, Ufficio Promozione Culturale dell'Opificio delle Pietre Dure; a destra i lavori di restauro dell’”Ultima cena” di Giorgio Vasari

Il restauro dell'”Ultima Cena” di Giorgio Vasari, portato a termine dall'Opificio delle Pietre Dure, è un esempio virtuoso di cooperazione tra pubblico e privato. L'ente ha beneficiato dell'Art Bonus per l'ultima fase del restauro ed ha ricevuto l'intera somma richiesta da un unico mecenate, la società Prada, la quale aveva già sponsorizzato il restauro in precedenza al di fuori di Art Bonus. “Il restauro dell'Ultima Cena di Giorgio Vasari era ritenuto impossibile a causa delle disastrose condizioni in cui il dipinto versava a seguito dell'alluvione di Firenze del 1966, in quanto l'opera si trovava presso il Cenacolo di Santa Croce, complesso gravemente danneggiato da quell'evento” spiega Sandra Rossi, Ufficio Promozione Culturale dell'Opificio delle Pietre Dure

Il vostro intervento rappresenta una best practice, un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Com'è nata questa collaborazione? Qual è la storia del finanziamento del restauro dell'Ultima cena?
All'epoca il dipinto - a lungo immerso non solo in acqua ma anche in fango, detriti di vario genere, oli e benzina - fu immediatamente protetto da una velinatura da parte dei restauratori che lo misero in sicurezza: questa operazione ha permesso, dopo 40 anni, il restauro.
La situazione si è sbloccata nel 2006 grazie, in primis, al supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Un iniziale intervento si ebbe da parte della Protezione Civile che stanziò i primi fondi. Nel 2010, poi, la Getty Foundation di Los Angeles si è interessata a quest'opera inserendola nel progetto Panel Painting Initiative al fine di poter intervenire sul supporto in un rapporto di condivisione di interessi e di collaborazione tra Opificio e l'Istituzione americana.
Infine, nel 2014, Prada, interessata ad investire in un restauro importante tramite la mediazione del FAI, ha ulteriormente contribuito al finanziamento dell'intervento, permettendo all'Opificio di ultimare questo esemplare recupero.

Alluvione di Firenze, il ritorno dellUltima Cena di Vasari nella Basilica di Santa Croce

Getty Foundation e Prada però sono intervenuti prima di poter beneficiare delle agevolazioni fiscali dell'Art Bonus. In che misura, quindi, Art Bonus è servito nella raccolta dei fondi?
È solo l'ultima tranche del restauro pittorico che ha potuto godere dell'Art Bonus, necessitando l'Opificio di raccogliere fondi per 150.000 euro per terminare il restauro. Con l'inserimento di Art Bonus sono stati avviati due progetti in contemporanea: la fase conclusiva del restauro dell'Ultima Cena di Giorgio Vasari e il sostegno alle attività dell'Opificio in occasione delle iniziative per ricordare i 50 anni dall'alluvione. Attività di ricerca che continua, supportata da iniziative quali conferenze ed eventi in città, per ricordare l'alluvione.

Quando dovrebbe chiudersi il progetto di sostegno alle attività dell'Opificio? In caso non si raccogliessero tutti i fondi, è prevista una copertura dei costi?
Il progetto dovrebbe chiudersi ad aprile 2017. Stiamo verificando se è possibile trovare una copertura costi in caso non arrivassero ulteriori fondi da Art Bonus.

Se non sbaglio Prada ha inizialmente donato 200.000 euro al di fuori dallo strumento Art Bonus. Sul sito però risulta che si è chiusa la raccolta di 150.000 euro grazie ad un unico mecenate. Ancora una volta Prada. È un sostegno che va a sommarsi ai 200.000 precedenti?
Prada ha elargito una prima fase di finanziamento che ammontava a 200.000 euro cui, successivamente, si sono aggiunti gli altri 150.000 tramite Art Bonus. In ogni caso gli ultimi 150.000 euro erano i fondi che mancavano per terminare l'opera di restauro.

E' stata pensata una campagna di comunicazione per trovare mecenati o vi siete direttamente rivolti a Prada? Che ruolo ha giocato il FAI?
Prada si è offerta di coprire le spese perché il progetto era stato promosso, soprattutto, attraverso i consueti canali di comunicazione dell'Istituto, in particolare attraverso il nostro sito web. Avendo l'Opificio già avuto un primo loro sostegno, raccolto tramite la mediazione del FAI, la loro decisione di supportarci ancora in questa ultima fase di restauro è stata concomitante alla definizione delle ultime fasi del progetto.

In caso di mancato intervento di Prada e di mancato raggiungimento della quota, era stata prevista una copertura per portare a termine il progetto?
Nel caso non si fosse raggiunta la quota avremmo fatto comunque tutto il possibile per concludere il progetto.

Sul sito di Art Bonus appare la chiusura della raccolta di 150.000 euro, di cui sono stati spesi circa 86.000 euro. Poiché la tavola è già stata restituita al Cenacolo di Santa Croce, i fondi rimasti saranno stanziati per altre opere di restauro o sono stati preventivati per ulteriori interventi sull'Ultima Cena?
I fondi rimasti sono stati già impegnati per la conclusione del restauro dell'Ultima Cena.
Il motivo per cui non appaiono sul sito è perché vengono imputati i costi solo nel momento in cui vengono registrate le fatture: man mano che l'Ufficio Amministrativo dell'Opificio comunica i dati mensili del progetto, i siti web di Art Bonus e dell'Opificio vengono aggiornati con l'inserimento dell'ammontare preciso della somma.

Pensate di beneficiare di Art Bonus per altri restauri?
Ci sono regole di Art Bonus da rispettare: ad esempio, le opere devono essere di proprietà pubblica, perciò tutto dipende dalle caratteristiche delle opere su cui ci troveremo a intervenire in futuro. Sicuramente però, nel momento in cui si presenterà l'occasione di utilizzare Art Bonus, la coglieremo.

Siete soddisfatti di questo strumento?
Art Bonus è sicuramente uno strumento positivo. Nel nostro caso ci ha aiutato tantissimo non solo per restituire alla città uno dei simboli dell'alluvione, ma anche per il sostegno delle attività dell'Opificio in occasione del cinquantenario dell'alluvione che, ad oggi, hanno raccolto fondi pari a più della metà dei costi previsti.

© Riproduzione riservata