Un lavoro prezioso quello svolto dal Comando dei Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Cultuale di Monza che ha permesso di recuperare nel 2016 beni artistici per un valore di 5 milioni di euro. Sono 8.750 i beni di antiquariato, archivistici e librari rintracciati, oltre a 136 reperti archeologici e 51 opere contraffatte. Questo è quanto emerge dal report diffuso dal TCP.
Nel 2016 il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) ha modificato il suo assetto ordinativo con la costituzione dal Gruppo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, con sede a Roma, da cui dipendono i 15 Nuclei TPC, dislocati sul territorio nazionale, tra cui quello monzese la cui competenza è rimasta invariata sulle 12 province della Lombardia.
Sono stati visionati oltre 10.300 beni inseriti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, controllando 206 negozi di antiquari, mercatini e fiere (34), siti archeologici (30), siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali (59).
Tra i recuperi più importanti, anche la preziosa pala d'altare raffigurante la «Madonna con Bambino tra San Bartolomeo e San Martino« (187 x 142 cm), esposta alla mostra «Pittura sacra a Crema dal '400 al '700» in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II nel 1992, e rubata nella chiesa di San Martino Vescovo a Trezzolasco di Sergnano, in provincia di Cremona, nel 1997. La tela è stata posta in vendita con una stima di 12.000 euro da un privato il 6 ottobre 2016 attraverso una casa d'aste capitolina e prontamente intercettata dai Carabinieri. Mentre una «Veduta del Canal Grande» attribuita alla bottega di Giambattista Canal, frutto di una appropriazione indebita risalente al 2004, è stata individuata nel 2010 a Chiasso, attraverso la collaborazione dei militari monzesi con la Polizia Cantonale del Ticino di Lugano.
Il Nucleo di Monza ha, infine, preso parte alle indagini sulla rapina di 17 dipinti dal Museo di Castelvecchioa Verona recuperando 17 quadri sottratti al museo il 18 novembre 2015. Tra questi, importanti capolavori come la «Madonna della Quaglia», prima opera attribuibile a Pisanello, pubblicata su ogni manuale di manuale di storia dell'arte, oltre a preziosi capolavori di Andrea Mantegna, Peter Paul Rubens, Jacopo Tintoretto, Andrea Caroto, il cui valore complessivo era stimato appena 20 milioni di euro (la tempera su tela di Andrea Mantegna da sola poteva valere metà dell'importo). L'azione ha portato all'arresto di 11 persone e il recupero in Ucraina di tutti i beni.
Sono stati, inoltre, individuati sette frammenti di affreschi etruschi frutto di uno scavo clandestino attribuibili ad una tomba di ambito tarquiniese risalenti al VI-V secolo a.c, originariamente conservati in una collezione svizzera e finiti nelle mani di un collezionista brianzolo che li aveva acquistati in un'asta statunitense.
Al Carabinieri dei Nuclei Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Ancona e Genova dobbiamo, invece, il recupero, avvenuto la settimana scorsa su segnalazione della galleria antiquaria Altmani&Sons. del frammento di tela raffigurante la testa di Antonio Bonaventura asportato da un criminale il 16 marzo 1982 dal «Martirio di San Sebastiano» di Federico Barocci, imponente pala d'altare collocata nel Duomo di Urbino.
Il lacerto è stato intercettato e sequestrato prima che fosse messo in vendita inconsapevolmente il 30 maggio dalla casa d'aste Wannenes e se ne perdessero le tracce.
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