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economia e beni culturali

Commissione Europea e Consiglio d’Europa sottoscrivono Faro Way per promuovere Convenzione Faro

La Commissione Europea (DG EAC) e il Consiglio d'Europahanno sottoscritto il 15 giugno “The Faro Way”, un accordo dal valore di 300.000 euro per la promozione congiunta della Convenzione di Faro. L’intesa s’inserisce nell'ambito dei lavori dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018, in particolare all'interno delle10 Iniziativestrutturali sulle quali la Commissione Europea sta lavorando affinché quest'anno lasci un'eredità normativa solida e duratura. Ogni iniziativa porta con sé un budget e degli scopi specifici; la promozione della Convenzione di Faro è uno degli obiettivi programmatici dell'Iniziativa numero 9,“Heritage for All- fostering social innovation and people's and communities participation”. Il progetto, dal valore di 300.000 euro, si svilupperà attorno a studi, materiali audiovisivi, seminari e opportunità di networking e coinvolgerà vari livelli decisionali, dai cittadini alle amministrazioni locali per accrescere il ruolo della società civile nella governance del patrimonio nonché per stimolare altri Stati europei a firmare e ratificare la Convenzione. Tra gli obiettivi di questa linea d'intervento ci sono anche testare proposte di legge per una governance partecipativa del patrimonio culturale (progetto “STEPS”) e analizzare le pratiche già esistenti di conservazione e gestione partecipata (progetto “Reach” e “Cuturelabs”).

Convenzione di Faro. La Convenzione del Consiglio d'Europa sul Valore del Patrimonio Culturale per la Società, anche conosciuta come Convenzione di Faro per la città portoghese dove è stato siglato l'accordo nel 2005, è l'ultima tra le convenzioni culturali internazionali ad essere entrata in vigore (2011). La Convenzione, che nasce dal confronto fra gli Stati europei sui danni al patrimonio causati dai recenti conflitti mondiali, muove dal concetto che prendere parte alla vita culturale della comunità e godere delle arti rientra fra i diritti fondamentali dell'individuo, come già sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (Parigi 1948) e garantito dal Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (Parigi 1966). Introducendo i concetti di “eredità culturale” e “comunità di eredità”, la Convenzione riafferma il legame tra patrimonio culturale, diritti umani e democrazia e sottolinea il suo valore come base per il dialogo fra i diversi popoli. I firmatari del documento devono infatti: “assicurare che, nel contesto dell'ordinamento giuridico specifico di ogni Parte, esistano le disposizioni legislative per esercitare il diritto all'eredità culturale, come definito nell'articolo 4; favorire un clima economico e sociale che sostenga la partecipazione alle attività inerenti l'eredità culturale; promuovere la protezione dell'eredità culturale, quale elemento centrale di obiettivi che si rafforzano reciprocamente: lo sviluppo sostenibile, la diversità culturale e la creatività contemporanea; riconoscere il valore dell'eredità culturale sita nei territori che ricadono sotto la propria giurisdizione, indipendentemente dalla sua origine; formulare strategie integrate per facilitare l'esecuzione delle disposizioni della presente Convenzione” (Convenzione di Faro, 2011).

Commissione Europea e Consiglio d'Europa sottoscrivono Faro Way per promuovere Convenzione Faro

A oggi, la Convenzione è stata ratificata da 18 Stati : Armenia, Austria, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Finlandia, Georgia, Lettonia, Lussemburgo, Montenegro, Norvegia, Portogallo, Repubblica Moldova, Repubblica Slovacca, Serbia. A questi si aggiungono altri cinque, tra cui l'Italia, che invece l'hanno firmata ma non ancora approvata. Per il nostro Paese, che ha firmato la Convenzione nel 2013, il processo di ratifica parlamentare è stato interrotto nel 2017 con lo scioglimento delle Camere. Affinché la ratifica della Convenzione fosse tra i primi atti della nuova legislatura, Federculture ha lanciato nei mesi scorsi una petizione che ha raggiunto oltre 3.000 firme. Grazie anche al coinvolgimento di molti esponenti pubblici della cultura, il 13 giugno 2018 il disegno di legge è stato depositato al Senato e attende ora la sua approvazione finale. Il ddl ripropone integralmente il testo presentato dal Governo Gentiloni nella XVII legislatura e prevede, inoltre, lo stanziamento di un milione di euro all'anno per la formazione (Articolo 13) al fine di potenziare la presenza del patrimonio culturale nel sistema nazionale di istruzione.

Come ci spiega Claudio Bocci, direttore di Federculture nonché firmatario di unalettera d'intenti per la promozione dei principi della Convenzione di Faro insieme Gabriella Battaini-Dragoni ,Vice Segretario Generale del Consiglio d'Europa: “Questa Convenzione si colloca in una posizione diversa rispetto ai precedenti documenti internazionali; si distacca dai concetti della tutela e della promozione del patrimonio per interessarsi al rapporto tra i cittadini e il patrimonio stesso. L'innovazione della Convenzione di Faro risiede non solo nella definizione di patrimonio culturale, inteso com l'insieme di risorse ereditate dal passato ridefinite dall'azione umana, ma anche per il riconoscimento delle comunità d'eredità, ovvero un gruppo di persone che attribuiscono valore ad aspetti fisici del patrimonio culturale e che desiderano sostenerlo e trasmetterlo alle generazioni future. Queste comunità, soprattutto nelle aree rurali o nei piccoli paesi, possono rappresentare delle vere e proprie imprese di comunità, che creano attività lavorative intorno ai siti storici e archeologici della zona e contrastano così l'abbandono delle aree marginali promuovendo il territorio”.

Completare il percorso di ratifica durante l'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, per un paese come l'Italia, rappresenterebbe una dichiarazione di continuità con quanto è stato raggiunto negli ultimi anni a livello comunitario e favorirebbe la regolamentazione di un processo spontaneo, ormai sempre più diffuso, di gestione e valorizzazione del patrimonio a carico della società civile.

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