Impresa & Territori IndustriaOrdini in ripresa solo dall'estero
Ordini in ripresa solo dall'estero
di Raoul de Forcade | 31 gennaio 2014
Il portafoglio ordini dei cantieri italiani, nel corso degli ultimi anni, ha registrato una crescita modesta in termini di numero di unità; tuttavia «nel corso del 2013, il valore delle unità in ordine è cresciuto del 10%», spiega Paolo Moretti, general manager marine solutions di Rina Services, la società di classificazione navale del gruppo Rina. «Ed è rilevante segnalare – prosegue – come, a giugno di quest'anno, il valore del portafoglio ordini di Fincantieri (leader mondiale nella costruzione di unità da crociera, ndr) sia tornato ai livelli pre-crisi».
In effetti, a giugno il valore del portafoglio ordini dell'azienda italiana ammontava a 10,88 miliardi, paragonabili ai 10,84 del 2008. Una cifra, quella attuale, molto più alta della somma del 2012, pari a 7,81 miliardi. L'industria cantieristica italiana, peraltro, aggiunge Moretti, è caratterizzata «da elevata specializzazione e opera principalmente in settori contraddistinti da elevati contenuti tecnologici». In particolare navi da crociera, traghetti, unità offshore, militari e, per quanto riguarda la nautica da diporto, mega-yacht. Per quanto attiene a quest'ultimo comparto, l'Italia ha appena visto confermata la sua posizione di leadership mondiale nella costruzione di yacht superiori ai 24 metri. Lo ha certificato la storica rivista americana Showboats International che, dal 1992, pubblica la classifica annuale dei 20 maggiori costruttori internazionali. In quella top twenty, i produttori italiani occupano i primi tre posti.
Analogamente l'Italia, come si è accennato, rimane al primo posto al mondo nella costruzione di navi da crociera. Fincantieri vanta attualmente un portafoglio ordini che si attesta a 11 unità (secondo Clarkson Shipyard Orderbook Monitor, novembre 2013), che salgono a 12 con l'ordine siglato, nei giorni scorsi, con Carnival per una nuova nave del marchio Seabourn. Inoltre il cantiere genovese Mariotti ha da poco acquisito l'ordine per un'unità extralusso da parte di una società dell'Oman.
Nel settore traghetti, ricorda Moretti, il tema «della propulsione anche a metano (dual fuel, ndr) è quello di maggiore attualità, in quanto consente di ridurre sensibilmente i consumi e di minimizzare le emissioni nell'atmosfera». Fincantieri sta costruendo un ferry dual fuel per la compagnia canadese Quebec Traversiers. Mentre il cantiere navale Visentini ha recentemente acquisito un ordine per un'unità traghetto per la società danese Nordana Lines. Anche il comparto dell'offshore si conferma un settore trainante per la cantieristica, di pari passo con la crescita dello sfruttamento di giacimenti di oil & gas in acque profonde. Il cantiere Rosetti Marino ha in ordine due offshore support vessel, uno per il gruppo Augustea e uno per la compagnia statunitense Gulfmark Offshore. E Fincantieri, che ha recentemente acquistato un cantiere norvegese specializzato in offshore (Vard) ha appena acquisito due commesse per altrettanti support vessel da Island Offshore Marine e dal gruppo Harkand.
La società italiana costruirà, inoltre, a Riva Trigoso (Genova), una nave oceanografica rompighiaccio appena ordinata dal Norwegian Polar Institute. In campo militare, invece, Fincantieri è impegnato, tra l'altro nella costruzione delle fregate Fremm, mentre il cantiere Intermarine ha in ordine un cacciamine (il terzo) per la marina finlandese e un cacciamine per la marina algerina. Il cantiere navale Vittoria ha invece recentemente consegnato due pattugliatori da 58 metri ordinati dalla Guardia di Finanza. In totale, secondo Clarkson reesearch services, in Italia risultano in costruzione 20 navi a fine 2013.
Sul fronte della nautica persiste il momento difficile per il comparto, che ha avuto un calo di fatturato del 59% dal 2008 al 2012. Tuttavia l'orderbook mondiale della nautica per il 2014 conta, secondo la classifica di Showboats International, 735 progetti di yacht in costruzione, di questi il 37%, pari a 274, è italiano. L'Italia, però, mostrano i dati Ucina, pur aumentando il numero di ordini sul 2013 (+2), perde circa il 2% della propria quota mondiale, a causa dell'ottima performance di alcune nazioni come Turchia, Uk, Taiwan ed Emirati Arabi Uniti. Resta il fatto che i primi tre cantieri in classifica, che sono italiani, rappresentano da soli oltre il 20% degli ordini.