Creatività e rigenerazione urbana. Al centro il bene comune, senza tralasciare la valorizzazione del patrimonio per innescare economie dirette e indirette per le comunità e le imprese. Ex ospedali diventano musei, ex magazzini rivivono come spazi per la cultura e la ristorazione, ex aree dismesse diventano luoghi per eventi.
In pieno centro storico, Prato ha creato un polo culturale d’eccellenza recuperando l'antica cimatoria Campolmi, un monumento di archeologia industriale tessile, realizzando una biblioteca, un museo e uno spazio espositivo. Un investimento che ha innescato la riqualificazione di altri pezzi di città limitrofi. Il sindaco uscente di La Spezia chiude il suo secondo mandato consegnando una biblioteca costruita al posto dell’ex deposito Fitram, a Verona è stato anche oggetto di campagna elettorale il progetto per la riconversione dell'Arsenale. Ancora, a Mestre la cultura si sposerà con il commercio, gli eventi e il food nel nuovo Museo M9 che recupera un’area centrale e strategica della città. Sulla costa romagnola, a Cervia, è stato inaugurato in questi giorni l’ex magazzino del Sale, valorizzato grazie alla normativa sul federalismo demaniale culturale che ha permesso di portare a termine un percorso condiviso tra Agenzia del Demanio e Comune. In questo caso, per garantire la sostenibilità d’impresa il manufatto dell’ex Cral ospita un caffè, una bottega, una libreria e una ludoteca, un’osteria e uno spazio polivalente. La gestione è affidata alla società Gestint (di proprietà di un noto ristoratore della zona) che si è aggiudicata tramite gara la concessione per 15 anni.
La carta “food” non è secondaria in tanti casi di rigenerazione urbana. «A Milano – racconta Dario Laurenzi, protagonista della rigenerazione di molti locali in zona Ostiense a Roma – abbiamo avuto l’occasione di usare il cibo come volano per far ripartire il giro d'affari di un quartiere centrale, oltre che per la rivitalizzazione sociale. Con il brand Excelsior della Coin siamo riusciti a bonificare un ex cinema abbandonato di 4000 mq, trasformandolo in un market di alta gamma con prodotti di piccoli artigiani». Milano ha fatto scuola con le trasformazioni-modello tipo quella dell'ex Ansaldo, ma le città medie non sono da meno. A Treviso, dopo Open Piave è nata Open Dream: a due anni dall’inizio del percorso di progettazione partecipata con l’Università Iuav di Venezia per il recupero dell’ex caserma Piave, l’imprenditore proprietario dell’ex Pagnossin ha deciso di convertire l’ex stabilimento per la produzione della ceramica e in una cittadella per eventi d’arte e design, dove si potrà pranzare o cenare in luoghi di ristoro attenti alle produzioni locali. Tra le molte storie di successo legate al cibo spicca anche il format del Mercato Centrale di Firenze promosso da Umberto Montano con la società Ecv di Claudio Cardini, replicato già a Roma, negli spazi della stazione Termini e con un prossimo appuntamento a Venezia.
Con successo si stanno affermando esperienze di riuso temporaneo, ma far quadrare i conti per innescare una reale rigenerazione, anche immobiliare di lungo periodo non è scontato. A Novara ad esempio, grazie all’impegno dei cittadini e ad un “comitato d'amore” è stata riaperta da qualche anno Casa Bossi, un palazzo neoclassico di proprietà comunale abbandonato da tempo, come vetrina dell’eccellenza artigiana con attività culturali e spazi per il coworking. Per la valorizzazione dell’immobile si cercano partner privati, ma almeno il percorso è avviato. Nella città piemontese «resta invece al palo la riconversione dell'Ospedale maggiore della carità – dice Pierluigi Benato, l'ex presidente degli architetti– senza idee per il riuso. Serve una riflessione concreta, considerando che è in fase avanzata il progetto per il nuovo polo sanitario». A Ferrara è realtà da alcuni anni il consorzio di imprese creative insediato nella Factory Grisù, 4mila mq di spazi nell’ex caserma dei vigili del fuoco. Ma anche altre associazioni si sono fatte strada e il consorzio Wunderkammer ha riabilitato degli ex magazzini fluviali prendendo in gestione una sala per incentivare le attività culturali giovanili. Ma la vera novità in città è l’accordo per recuperare anche con housing sociale (265 alloggi) il cosiddetto Palazzo degli Specchi grazie al Fondo Ferrara Social Housing appena istituito e gestito da InvestiRE sgr.
L’attenzione sui temi della riqualificazione è sempre alta, con iniziative che si moltiplicano in tutto il Paese. Oggi ad esempio a Roma la il Mibact ha organizzato l’evento “Futuro Periferie” per fare il punto sugli approcci innovativi che scommettono sulla cultura come pilastro per il rilancio delle città. Nei giorni scorsi a Bergamo si è svolto un convegno Anci sul Piano Periferie, con un dialogo aperto tra gli amministratori che si sono aggiudicati i fondi statali. Le istituzioni mettono a sistema le buone pratiche per superare l'episodicità degli interventi; intanto dal basso, sono spesso i privati e non di rado i piccoli Comuni a chiudere operazioni forti del partenariato pubblico-privato, iniziative che riescono in modo efficace a incidere sulla valorizzazione immobiliare.
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