Non è più solo questione di condividere alcuni spazi e attività. Completando le stanze private del proprio alloggio con aree a giardino o orto collettivo, centro benessere o lavanderia condominiale. Ma anche con car sharing, o gruppi d’acquisto. E non è sempre la necessità di costruire buone relazioni di vicinato, per condividere tempo libero e scambiarsi sostegno. Le nuove esperienze di cohousing mettono oggi a disposizione la possibilità di fruire di servizi e professionalità, anche a pagamento.
Dal parrucchiere alla prenotazione di un teatro o un viaggio, dall’organizzazione di una festa alla ricerca di una baby-sitter, fino alla disponibilità su prenotazione di una sala per una riunione d’affari. Attività che possono essere richieste e fruite singolarmente e che vengono acquistate a seconda della necessità. Perché insieme alla casa, chi acquista in uno di questi innovativi edifici, compra anche la possibilità di semplificarsi la vita.
Gli esempi più recenti
I casi crescono, a partire dalle grandi città. A Milano, innanzitutto. Dove ha inaugurato pochi giorni fa il condominio Pomaseiuno. Siamo in un’area residenziale non lontana dal centro: la società immobiliare Abitare Co. ha realizzato un complesso di circa cento appartamenti di varie metrature concepito con la logica di un albergo. Ad accogliere gli inquilini, anziché una portineria, c’è una vera e propria di conciergerie (gestita da Onirikos): uno staff a disposizione degli abitanti con ogni tipo di servizio. Tutto a portata anche di una app, sviluppata dalla Tecmasolutions.
«La logica da cui siamo partiti – spiega Giuseppe Crupi, amministratore unico di Abitare Co. – è che oggi c’è bisogno di vivere la casa come un’esperienza sensoriale, in grado di generare benessere psico-fisico. Per questo, per i nostri immobili, abbiamo ideato un concept che prende il nome di Psicologia dell’abitare». Un modello sostenibile anche a livello economico. Parliamo di appartamenti per la fascia medio-alta del mercato di Milano, allestiti con finiture di qualità: il costo al metro quadrato va dai 5.800 euro ai 7.500 euro. Le spese condominiali, riscaldamento incluso, ammontano circa a 45 euro annui al metro quadrato. La stessa società sta realizzando altri condomini sulla stessa linea in via Monte Rosa e via Albani (zona Fiera) così come in viale Montello e via Canonica.
Condominio solidale
È incentrato su uno stile di vita “collaborativo” il progetto portato avanti, sempre a Milano, da Newcoh, società che ha dato vita alla communitycohousing.it. Diverse le operazioni in corso: fra le più famose Coventidue, condominio in via di realizzazione in corso XXII marzo, dove lo slogan è rispetto dell’ambiente, servizi innovativi e prezzi sostenibili. Spostandoci in via Sant’Arialdo, di fronte all’Abbazia di Chiaravalle, è in via di recupero una cascina del Seicento, che ospiterà appartamenti circondati dal verde: qui la condivisione riguarderà anche la piscina, gli orti, il frutteto e lo spazio per il tempo libero.
Progettazione condivisa
Particolarità degli interventi proposti dalla società è che gli abitanti del cohousing sono coinvolti a priori, già nella fase di ideazione, in quello che sarà l’intervento. Più orientate all’aspetto sociale le esperienze “dal basso” delle Casefranche a Forlì (dove chi abita condivide l’etica del bene comune e i servizi sono la partecipazione a gruppi di acquisto solidali o mobilità condivisa); di Numero Zero a Torino, nato da cinque famiglie (riunite nell’associazione Coabitare) che hanno creato una casa condivisa, con carsharing, biblioteca, una foresteria per gli ospiti, un nido e un doposcuola; il Cohousing San Giorgio di Ferrara ha visto le famiglie in prima linea nello sviluppo di un “progetto” su misura.
A riflettere sul tema sono, infine, gli stessi progettisti. In Veneto, lo studio TamAssociati da anni si confronta con il tema della condivisione dello spazio abitativo. Dopo l’esperienza del villaggio inaugurato a Villorba, in provincia di Treviso, lo studio sta seguendo la costruzione di un complesso a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna. Un’operazione di rigenerazione urbana, che prevede la costruzione in legno X-Lam di una struttura con 12 appartamenti e una serie di spazi comuni, dalla lavanderia alla sala della musica a una serie di sale polivalenti.
Utilizzatori e servizi
Ad acquistare casa nei condomini collettivi sono soprattutto adulti, di età compresa fra i 36 e i 65 anni. In genere, coppie con figli (nella metà dei casi). Gli spazi maggiormente condivisi sono le sale polivalenti e gli spazi “fai da te”, la lavanderia o il giardino: i servizi che, invece, hanno più successo sono il wi-fi condominiale, l’organizzazione di gruppi di acquisto solidali, la banca del tempo. A rivelare queste informazioni è una mappatura effettuata su base nazionale da HousingLab, la realtà che organizza in Italia la prima fiera dell’abitare collaborativo.
ExperimentDays
L’evento si chiama ExperimentDays e si svolgerà venerdì 23 e sabato 24 giugno presso lo spazio Stecca 3.0, in via via Castillia 23 a Milano. «I risultati completi della ricerca saranno presentati in questa occasione – spiega Liat Rogel, co-fondatrice di HousingLab – e rivelano lo spaccato di un fenomeno che non è più preso in prestito da altri Paesi, ma sta diventando un modello di sharing economy sempre più italiano». Obiettivo della manifestazione è proprio quello di osservare un trend, comprenderlo e migliorarlo, mettendo diverse esperienze a confronto. In mostra ci saranno non solo progetti, ma servizi: dall’affiancamento per la progettazione partecipata proposto da CoHousingLabe Consilium ai servizi condivisi come la lavanderia condominiale di Electrolux, o il wi-fi di condominio di Elsynet Group. Saranno presentati inoltre i servizi che offrono nel quartiere uno spazio condiviso, per esempio Qking: il ristorante condiviso e MioCugino, il laboratorio di co-design. Novità della terza edizione è “La giornata Pro” di venerdì, dedicata a laboratori specifici su temi quali l’investimento in relazioni e la cassetta degli attrezzi per comunità di abitanti.
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