Una stanza, una stanza che è un’intera casa: inizia con la ricostruzione di un interno rurale di fine Ottocento la storia del più grande rivenditore di mobili del mondo. Siamo nella regione svedese di Småland, all’Ikea Museum di Älmhult, inaugurato due anni fa là dove, nel 1958, Ingvar Kamprad aprì il primo negozio. Questo ambiente unico per tutta la famiglia, dove sono gli arredi a creare una divisione degli spazi, ha segnato profondamente la visione di Kamprad, che di quelle abitazioni anguste ha saputo cogliere la lezione.
Sfruttando la propensione alla funzionalità che quegli spazi imponevano, è nato il Democratic design, che ancora oggi accompagna ogni singola decisione all’interno di Ikea, lo strumento per rimanere fedeli all’obiettivo perseguito da Kamprad fino alla sua morte, lo scorso gennaio: «Creare una vita quotidiana migliore per la maggioranza delle persone». Qualità, forma, funzione, accessibilità economica, sostenibilità ambientale sono i cinque principi che devono essere sempre soddisfatti, dall’ideazione del prodotto nella piccola Älmhult, ancor oggi cuore della multinazionale, al suo arrivo sugli scaffali negli oltre 400 negozi in tutto il mondo.
La “maggioranza”, è il metro con cui si misurano quotidianamente i 5.100 lavoratori che qui pensano all’Ikea che sarà, cominciando dall'ideazione delle 2mila novità che ogni anno ne arricchiscono il catalogo. Molti dei progetti nascono dalle home visit, le visite a domicilio che Ikea effettua fisicamente o virtualmente in tutto il mondo.
«Tra le esigenze che abbiamo rilevato c’è quella della personalizzazione: una bella sfida per chi fa produzione in serie», racconta Susanne Waidzunas, global purchasing & logistics area manager. Sono nati così i nuovi vasi Självständig. «Sono andata in Cina a seguirne la produzione. Lì ho invitato gli operai a modificare con le loro stesse mani i prodotti quando li levavano dagli stampi», racconta la designer Hanna-Kaarina Heikkilä. «Tenendoli tra il pollice e l'indice con diversi gradi di pressione, hanno creato dei pezzi unici. Penso che sapere che dietro a ogni oggetto c’è una persona gli conferisca valore».
Un altro cambiamento che è diventato sfida per la multinazionale è il fatto che oggi si vive in spazi sempre più ridotti e si trasloca con maggiore frequenza. Così, dopo quattro anni di sviluppo, è arrivato nei negozi Platsa, sistema che capovolge “l’assunto” che, una volta smontato, sia impossibile rimontare un mobile Ikea. Il merito è del nuovo perno a incastro inventato ad Älmhult, una scoperta pari a quella del flat pack e destinata a far parlare di sé quanto le celebri polpette. Oltre a ridurre di un quinto i tempi di montaggio, l’incastro permette di assemblare e disassemblare i mobili fino a 99 volte. «Volevamo un sistema componibile leggero e flessibile», spiega Betina Tviis-Larsson, responsabile di gamma per Ikea. È nato un prodotto apparentemente semplice, ma con una forte base tecnologica, la cui produzione su larga scala è stata affidata a un partner storico di Ikea, l’italiana Friul Intagli, che ha sviluppato la parte industriale del progetto in collaborazione con Ikea Industry in Polonia (vedi articolo in pagina).
Tra i clienti che sceglieranno Platsa, Ikea pensa ai Millennials con cui tutta la strategia del gruppo dovrà confrontarsi nei prossimi anni riflettendo sull’urbanizzazione e la digitalizzazione delle nuove generazioni. Proprio per questo, accanto alle aperture dei grandi store fuori città, il ceo di Ikea Group, Jesper Brodin, ha recentemente dichiarato che nei prossimi anni aumenterà il numero di negozi-showroom nei centri delle grandi città, realtà già sperimentata con successo in Italia. A Roma, il pop up aperto nell’aprile del 2017 è stato prorogato fino al prossimo gennaio.
Sul fronte dell’e-commerce, su cui si registra un ritardo, Ikea sta mettendo in atto nuove strategie per migliorare l’esperienza di acquisto. In Italia, da maggio, negli store milanesi, il cliente avrà la possibilità di ordinare i prodotti online e andare a ritirarli in qualsiasi fascia oraria tramite i locker installati nell’area esterna ai negozi. Ma la svolta è attesa per febbraio 2019, quando sarà lanciata una nuova piattaforma per l’e-commerce. Bisognerà, invece, aspettare la fine dello stesso anno per ordinare un pezzo di Markerad, la collezione a edizione limitata creata da Virgil Abloh, direttore creativo per l’Uomo di Louis Vuitton.
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