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Student housing, crescono i progetti ma l’Italia è fanalino di coda

La struttura di Palermo di Camplus (che gestisce circa 8 mila posti letto in Italia) ha ricevuto il Premio “professor Romano Del Nord” (istituito dal Miur e con il contributo di Cdp) come Migliore residenza universitaria italiana.
La struttura di Palermo di Camplus (che gestisce circa 8 mila posti letto in Italia) ha ricevuto il Premio “professor Romano Del Nord” (istituito dal Miur e con il contributo di Cdp) come Migliore residenza universitaria italiana.

L’Italia è alla rincorsa di una maggiore dignità delle condizioni abitative degli studenti universitari, e gli investitori sia nazionali sia esteri sono attivi, considerando che si tratta di un comparto di investimento immobiliare ad alta redditività. Sicuramente superiore al rendimento dei titoli pubblici, ma anche a quello di settori più tradizionali come uffici, centri commerciali e del residenziale. Così a oggi sono superiori alla decina i progetti per la realizzazione di residenze per studenti nel nostro Paese e, secondo i protagonisti del real estate, molti di più se ne stanno preparando a livello di studi di fattibilità.

Jll ha appena redatto un corposo dossier dal titolo “Student housing in Italia, 2018” – che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare – proprio alla luce dell’intenso fermento in questo settore: dato che l’Italia è il fanalino di coda a livello europeo, la competitività del mercato è ancora bassa e le possibilità di ottenere yield elevati per i pionieri sono ottime. Per capirlo basta guardare i dati.

Rapportando il numero di posti letto con la totalità degli studenti, in Italia il rapporto non supera il 3%, mentre nel Regno Unito è pari al 23%, in Irlanda al 15%, in Francia all’11%, in Germania al 9% e anche la Spagna ci precede, con il 6 per cento. Nel nostro Paese il 75% degli studenti universitari vive ancora in famiglia, mentre per esempio in Finlandia questa percentuale scende al 5%, in Gran Bretagna non raggiunge il 20% e in Spagna il 50%. Negli “studentati” nel nostro Paese alloggia poco più del 2% , contro una media europea del 19 per cento.

D’altra parte, di alternative alla famiglia da noi ve ne sono poche, considerando che l’affitto di case è caro e offre, in contropartita, condizioni abitative di scarsissima qualità e prive di quel plus che solo i veri studentati possono offrire: servizi in comune, luoghi di socializzazione, spazi per lavorare e studiare, infrastrutture sportive e così via. Il mercato invece è importante, considerando che nel 2017 a livello Emea gli investimenti nel settore dello student housing sono stati pari a 6,5 miliardi (dei quali l’83% focalizzati nel Regno Unito).

Abbiamo chiesto a Jll un quadro dei principali progetti di sviluppo in corso in Italia (si veda la tabella) per capire dove si stanno concentrando gli sforzi e gli investimenti. Anche se il quadro non è esaustivo, le città in pole position sono Torino (dove la sola Camplus ha l’obiettivo di arrivare a gestire 2mila posti letto), Milano (dove la sola Hines sta sviluppando 600 posti letto in zona Bocconi), Firenze (dove sempre Hines ha in pipeline un investimento di 500 milioni di euro in due anni). The Student Hotel, operatore specializzato, ha poi in programma l’apertura di due strutture a Bologna nel 2019 e due a Roma nel 2020.

I principali progetti di residenze per studenti in Italia

Ai dati di Jll vanno aggiunte altre iniziative, come il campus che sorgerà nell’ex area Expo, per non parlare delle tante iniziative di Cdp che, in collaborazione con fondazioni bancarie, fondi pensione e fondi immobiliari, sta sviluppando progetti di residenze per studenti in tutta Italia. O anche Santa Marta, a Venezia, dove sono in corso i lavori per la realizzazione del nuovo polo per la residenza studentesca. Oltre a Cdp e Hines, tra gli operatori più attivi va ricordata Fabrica Immobiliare Sgr, che ha in portafoglio 4.500 posti letto per studenti.

La strada per arrivare a volumi significativi di investimento nel settore è ancora lunga, considerando che a fronte dei 5,4 miliardi nel 2017 nel Regno Unito, ai 391 milioni dell’Austria e ai 360 della Svizzera, l’Italia non ha superato i 7 milioni, ma la rimonta sta cominciando. Anche perché nel frattempo la domanda non si ferma, anzi. Agli italiani che studiano in una sede diversa dalla residenza di famiglia, vanno aggiunti gli stranieri che aumentano di anno in anno. Negli ultimi 15 anni gli studenti di cittadinanza non italiana che si sono immatricolati nel nostro Paese sono raddoppiati e nell’anno accademico 2016-2017 sono stati registrati circa 100mila studenti stranieri.

In definitiva, a oggi in Italia risultano circa 49.500 posti letto che, seppure in aumento del 4% rispetto all’anno accademico 2009-2010, si confrontano con una domanda potenziale, secondo Jll, di più di un milione di studenti tra italiani e stranieri. Con un rendimento potenziale, per gli investitori immobiliari, quantificabile in un range che varia dal 5,5 al 6,5 per cento.

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