Una piattaforma efficiente, dotata di impianti e servizi, completamente open source, per l’approvvigionamento autonomo di energia, riscaldamento e di acqua, per il filtraggio idrico e lo storage elettrico, per lo smaltimento dei rifiuti. Una “base di partenza” su cui innestare lo sviluppo di abitazioni a impatto zero, ma seguendo le caratteristiche e le esigenze di ogni contesto culturale e peculiare. Si chiama Livingboard ed è l’innovativo prototipo, ideato dallo studio internazionale CRA di Carlo Ratti Associati, in cooperazione con l'organizzazione indiana no-profit WeRise.
Un modulo pensato ad hoc per i Paesi in via di sviluppo e che supera la tendenza a calare dall'alto architettura Nzeb (“edifici a fabbisogno di energia quasi zero”, ndr). Ma si ripropone di implementarla dal basso, permettendo al contesto locale di partecipare alle fasi di costruzione e di cooperare al risultato finale.
Per immaginarlo, Livingboard è un “pavimento intelligente”, a cui viene connesso un telaio per il sostegno della struttura. Una piattaforma prefabbricata - di 3 metri per 4, per un totale di 12 metri quadrati - da posizionare come guscio di base su cui innestare forme architettoniche e rivestimenti. Una struttura antisismica, sicura, iperconnessa. Dotata di pannelli fotovoltaici, di sistemi di accumulo, storage e filtraggio. «Il progetto è pensato ah hoc per l'inserimento in contesti di tipo rurale e geograficamente lontani dalle reti di infrastrutture», spiegano i progettisti. Nella sua prima applicazione, il prototipo è destinato allo Stato Indiano del Karnataka, vicino a Bangalore.
Livingboard è il punto focale dello spazio domestico attorno al quale il gli abitanti della casa si possono raccogliere, cucinare, e svolgere ogni tipo di attività. A ispirare l'iniziativa è stato, fra il resto, il pensiero di Richard Buckminster Fuller, che nel 1927 aveva immaginato la possibilità di un sistema per spostare via aria “abitazioni” in contesti altrimenti poco accessibili.
La piattaforma è infatti facilmente trasportabile da elicotteri o addirittura droni. Ciò che cambia è l'ingaggio del contesto. «Il movimento Maker, cui Livingoboard si ispira spiega lo stesso Carlo Ratti, nel suo doppio ruolo di fondatore dello studio CRA e di Direttore del Senseable City Lab at MIT di Boston - ha dimostrato quanto sia importante mettere i nuovi strumenti di fabbricazione nelle mani delle persone». Livingboard anche in questo senso è open source: aperta alle idee di chi la dovrà usare.
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