Casa24

Metropoli Novissima, quaranta modelli di periferia rigenerata

  • Abbonati
  • Accedi
Servizio |eventi

Metropoli Novissima, quaranta modelli di periferia rigenerata

Benedetto Camerana. Villaggio olimpico Torino 2006, oggi complesso di social housing
Benedetto Camerana. Villaggio olimpico Torino 2006, oggi complesso di social housing

Dal cileno Alejandro Aravena agli americani Diller Scofidio + Renfro, dai tedeschi Sauerbruch Hutton ai francesi di Peripheriques. Sono una quarantina gli studi internazionali protagonisti della mostra “Metropoli Novissima”, promossa a Napoli dal 10 ottobre al 15 novembre, che racconta come si può fare concretamente riqualificazione nelle periferie urbane. Gli scenari spaziano da Parigi a Mosca, da Johannesburg a Sichuan, da San Paolo a Milano.

Tra gli italiani invitati ci sono Aldo Aymonino, Archea, Stefano Boeri, Benedetto Camerana, Orazio Carpenzano e Mosè Ricci, Botticini + Facchinelli ARW, Atelier Alfonso Femia, Guidarini & Salvadeo, LAND con Andreas Kipar, NOWA di Marco Navarra, Pietro Carlo Pellegrini, Gianluca Peluffo & Partners, Laura Peretti architect, Piuarch, Franco Purini, Gaia Redaelli, Renato Rizzi, Beniamino Servino e Cino Zucchi. Tutti loro esporranno opere costruite, ma anche render di progetto in via definizione o disegni visionari per descrivere soluzioni e approcci possibili.

Sotto la curatela del professor Cherubino Gambardella la mostra promossa dalla Fondazione Annali dell'Architettura e delle Citta, è stata allestita all'interno del complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli, anche con il coinvolgimento di alcuni atenei italiani.

In linea anche con i temi delle ultime Biennale di Venezia (nell’dizione di quest’anno, nella selezione delle curatrici irlandesi Grafton Architects ci sono anche gli stessi Cino Zucchi e Laura Peretti), l’architettura diventa una risposta in termini di accoglienza e convivenza. Si fa attenzione ai luoghi marginali, con progetti anche leggeri e low budget che superano la condizione di fragilità. Si propongono soluzioni che fanno maturare una cultura collettiva nei confronti dell’architettura come servizio. Nella mostra di Napoli si alterneranno spazi collettivi ad edifici residenziali, aree aperte per il gioco, a nuovi luoghi di rappresentanza di una città capace di rinnovarsi da dentro, ascoltando i bisogni e le aspettative della comunità.

Tra i tanti progetti spicca quello dell’Equipo de Mazzanti (fondato da Giancarlo Mazzanti, noto per i suoi numerosi interventi nella città di Medellin) a Barrancabermeja, un comune situato sulle rive del fiume Magdalena, nel dipartimento colombiano di Santander. Si tratta di un padiglione che ospita strutture ricreative e sportive, uno spazio pubblico di 7mila metri quadrati, di superficie protetto da una struttura modulare sollevata su esili pilastri, che permetteranno eventuali estensioni future. Una particolare rete in copertura fa filtrare i raggi del sole e incorpora dei dispositivi per la ventilazione e l'irrigazione, compresi sistemi di illuminazione e suono.

Lo sport e il tempo libero sono protagonisti anche del progetto firmato dai cinesi Jiakun Architects nel West Village di Sichuan: in questo caso un maxi-cortile è stato riprogettato con un mix di usi, proponendo una soluzione integrata per sfruttare il layout centrifugo che circonda l'intero isolato, massimizzando l’area interna per lo sport e attrezzando il verde come un grande parco. Piccoli cortili si alternano a spazi più ampi, tutti aperti al pubblico; una passerella sopraelevata, ideale per chi fa jogging o per i ciclisti, corre lungo la sagoma del cortile fino al tetto e poi di nuovo a terra.

«Strutturata come un unico percorso urbano, e concepita come un carnet de voyage, la mostra di Napoli accompagna lo spettatore attraverso suggestioni e idee di alcuni tra i più grandi protagonisti dell'urbanistica e dell'architettura internazionale, è una lente di ingrandimento – spiegano i promotori – su processi e scenari che accomunano città di differenti latitudini e longitudini».

© Riproduzione riservata