Gli acquisti di case aumentano anche nell’ultima parte del 2018, portando a 15 i trimestri consecutivi di crescita del mercato residenziale, che ormai ha superato i livelli del 2011 (anno precedente al crollo degli scambi che si è poi verificato tra il 2012 e il 2013) superando quota 578mila. Rimangono comunque lontani (e probabilmente non torneranno più data la loro eccezionalità) i picchi raggiunti nei primi anni 2000 (il record di 845mila scambi è del 2006).
Il dato del quarto trimestre 2018, pubblicato oggi dall’Agenzia delle Entrate, registra una crescita del 9,3% su base annua:
si tratta dell’aumento più alto degli ultimi due anni. Rispetto al trimestre precedente la crescita è invece del 6,6%.
Si tratta di dati provvisori e forse per questo l’Agenzia non fornisce l’elaborazione sulla variazione annua (il Report completo
sul 2018 è atteso per maggio), ma si può ricavare un incremento sui dodici mesi del 6,7%, ben più alto del +4,9% raggiunto
a fine 2017.
Tornando ai dati trimestrali, «disaggregando per aree territoriali – nota l’Osservatorio delle Entrate – la dinamica di crescita
più marcata si conferma nel Nord Est, +12,5%, tasso tendenziale prossimo a quello del trimestre precedente e nel Centro, +12,4%,
con una sensibile accelerazione rispetto al +7% del trimestre precedente; anche le Isole crescono più della media nazionale
(+10,5%), mentre l’area che si espande meno resta il Sud, seppur con una leggera accelerazione (+4,3%) rispetto al tasso tendenziale
del trimestre precedente (+3%)».
La crescita tendenziale dei comuni capoluogo (+10%), contrariamente a quella rilevata nel trimestre precedente, risulta leggermente
superiore a quella dei comuni minori (+9%). Tuttavia è interessante notare «come tale dinamica sia interamente concentrata
nella macroarea del Nord Ovest – si legge nella nota – mentre le altre quattro macroaree presentano un andamento opposto».
Tra le singole città sono Bologna e Palermo a crescere di più con rispettivamente +20,9% e +18,5%. Milano segna +9,5% dopo
la flessione estiva del 2,4%, Roma +10,9%.
Mercato in salute quindi? Non proprio, visto che i prezzi continuano la fase stagnante – se non di ulteriore, seppur lieve, flessione, con l’eccezione di qualche zona particolarmente richiesta nelle città – dopo un crollo del 20-25% negli anni della “grande crisi”.
© Riproduzione riservata