In vetrina i due nuovi sistemi di seduta firmati da Rodolfo Dordoni e dai fratelli Bouroullec, in cima alla scenografica scala scultorea, cuore del rinnovato showroom Cassina di via Durini, c’è l’installazione dedicata alla sedia Cab, ideata da Mario Bellini negli anni Settanta e oggi riproposta anche in cuoio sfumato a mano e in versione Baby. Il dialogo è l’indiscusso protagonista del nuovo corso di Cassina, una visione che si rispecchia nella stretta collaborazione che vede lavorare fianco a fianco Luca Fuso, ceo dello storico brand dalla fine dello scorso anno, e Patricia Urquiola, vulcanico art director dal 2015.
Il modello di business a cui s’ispirano, spiegano, è lo stesso che nella moda ha visto sodalizi vincenti come quello, per esempio, tra Marco Bizzarri e Alessandro Michele, che ha fatto impennare le vendite di Gucci negli ultimi anni. «Conosco Patricia da molto tempo – spiega Luca Fuso –, quando ero in B&B Italia abbiamo lanciato insieme la prima collezione outdoor, all’epoca una novità per l’alto di gamma. Io ho un approccio più manageriale, lei più creativo. Con prospettive diverse e obiettivi comuni pensiamo di riuscire a valorizzare al massimo il Dna di Cassina, che non ha uguali nel mondo del design».
Questa ricerca di coerenza e di armonia tra lato gestionale e creativo ha debuttato ufficialmente durante l’ultima Design Week milanese, ma il lavoro è cominciato ben prima. «Innanzitutto – racconta Urquiola – abbiamo completamente reimpostato il catalogo di vendita e scelto di accogliere clienti e pubblico nello showroom per raccontare la nostra prospettiva e lo abbiamo fatto facendo convivere nello stesso spazio le due anime di Cassina».
Un racconto, quello sviluppato in via Durini, che Urquiola definisce più volte «denso», che accosta le nuove proposte e la ricerca sui materiali e le tecnologie all’immenso archivio storico di Cassina. «Sempre trattato con il massimo rispetto – sottolinea la designer – grazie al costante dialogo con le fondazioni. A ottobre saremo tra gli sponsor della mostra dedicata a Charlotte Perriand alla Fondation Louis Vuitton di Parigi, la prima grande esposizione che la Fondazione dedica a un designer. Abbiamo anche deciso di finanziare la ricerca della Fondazione Le Corbusier su Chandigarh e proprio allo scorso Fuorisalone di Milano abbiamo presentato quattro pezzi in omaggio a Pierre Jeanneret (il cugino di Le Corbusier che fu anche preside della Chandigarh Architecture School, ndr)».
«La nostra chiave di lettura diventa sempre più questo accostamento tra nuove produzioni e archivio. L’abbiamo riproposta anche con Cassina Runway, un’altra novità presa in prestito dal mondo della moda», conferma Luca Fuso. Duante la Design Week milanese, Cassina ha proposto ai rivenditori la possibilità di vedere e acquistare alcuni prodotti sviluppati per l’occasione, come fossero dei capi sfilata. Sono prodotti nuovi, ma anche classici già in collezione, proposti con finiture o tessuti speciali, poi disponibili fino alla fine dell’anno solo presso i rivenditori che li hanno acquistati ad aprile.
Tra i prodotti che arrivano direttamente dalla “passerella”, anche le poltroncine Cotone dei fratelli Bouroullec, rivestite con un tessuto della collezione Kvadrat firmata dal fashion designer Raf Simons e una sedia di Patricia Urquiola rivestita con la pelle ottenuta dalla buccia di mela. «Si tratta di un’evoluzione del materiale che abbiamo presentato a gennaio con Philippe Starck – dice Urquiola –. Abbiamo davanti molte strade e ci piace esplorarne sempre di nuove. Non siamo mai contenti e forse per questo, ogni volta che incontro Luca, gli leggo in faccia lo stesso pensiero: “c’è ancora tanto da fare”».
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