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Studenti a scuola di casa passiva: così l’università entra in cantiere

Il rendering della casa passiva in costruzione a Riccione
Il rendering della casa passiva in costruzione a Riccione

Non basta analizzare le performance sui libri di testo, nei software di un computer o, al contrario, visitare una casa solo a progetto concluso e certificazioni acquisite. In Emilia Romagna, il cantiere di un’abitazione passiva in legno diventa oggetto di un corso di formazione promosso dall’Ordine degli Architetti in collaborazione con l’Università di Bologna e aperto sia a studenti (che possono inserire il cantiere nel proprio corso di studi) che a professionisti (con conseguimento di crediti formativi). Una giornata dedicata alla bioedilizia fissata per venerdì 21 giugno. Ma già nei giorni scorsi un gruppo di studenti del corso internazionale di Ingegneria dei sistemi edilizi di Ravenna, specializzati nel curriculum Hystoric Building Rehabilitation, ha visitato la struttura.

Sotto la lente di ingrandimento c’è la prima casa passiva di Riccione (in via Arimondi): oltre 300 metri quadrati su tre livelli, sviluppati su progetto dell’architetto Elisa Carducci (che è anche la proprietaria dell’immobile) saranno realizzati dalla ProTek secondo lo standard passivo mediterraneo e validati (entro l’autunno) secondo il protocollo Passivhouse Institute Italia e dal certificatore Gunther Gantioler.

«Vedere un progetto in concreto – spiega Luca Brighi di Protek – è ben diverso che studiarlo su carta. Una casa passiva è nei fatti un edificio che risponde a una doppia esigenza. La prima è quella di risparmiare energia e la seconda è quella di creare condizioni perchè gli abitanti possano vivere in una condizione di costante comfort. Spesso, nell’era della certificazione energetica, ciò che si dimentica è che queste due necessità sono la risposta alla capacità di mettere in campo una corretta progettazione».

La struttura dell'edificio, in XLam, è in abete lamellare e la coibentazione è in fibra di roccia. L’immobile sfrutta al massimo tutti gli apporti gratuiti di energia: il calore prodotto dagli elettrodomestici in funzione, dalle persone che vivono in casa o dai raggi del sole che penetrano attraverso le ampie finestre. Il fabbisogno energetico viene coperto al 55% in modo passivo. A servizio della villa è montato sia un impianto di schermatura solare frangisole (con un sistema di movimentazione delle lamelle che permette di regolare la luce all'interno delle stanze e che funziona anche per singoli ambienti), sia un impianto fotovoltaico da 6 kWp; riscaldamento e raffescamento sono gestiti in modo integrato.

«In queste settimane – continua Brighi – abbiamo terminato il montaggio della struttura e stiamo procedendo con la posa degli infissi e del cappotto e con l’allestimento degli interni. Il cantiere coinvolge un team di artigiani e professionisti provenienti da tutta la Romagna. La fine dei lavori è prevista per settembre».

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