A fine 2018 gli spazi di lavoro flessibili hanno rappresentato nell’area Emea, in media, l’1,5% del mercato totale degli spazi a uso uffici, con picchi isolati pari al 5% ad Amsterdam e a Londra. Il dato è dell’indagine “Flexible Workspace Outlook Report 2019” di Colliers International, condotta sul mercato immobiliare direzionale di 22 tra le principali città europee.
Secondo lo studio saranno 750mila i futuri lavoratori che entro il 2022 occuperanno il 50% in più degli spazi di lavoro flessibili nell’area Emea. Una crescita attesa in particolare per 8 delle 22 località analizzate, tra cui spiccano Berlino, Bucarest, Monaco e Praga. A rappresentare l’Italia nell’indagine sono le città di Milano e Roma, rispettivamente con 64 e 38 strutture e una superficie totale di spazi flessibili pari a oltre 364mila e 162mila metri quadrati.
«Dal 2013 Milano – viene spiegato nells tudio – registra performance positive per le locazioni di spazi uffici flessibili ed è il volano che spinge le proprietà a ristrutturare gli edifici esistenti o a sviluppare nuovi progetti. Negli ultimi quattro anni, «a guidare la crescita del settore, con operatori in aumento del 135% e spazi del 205%, è stata una combinazione di fattori economico-sociali: maggiore flessibilità nelle strutture organizzative e occupazionali, avvento di nuove economie (come Gig e Tech), aziende sempre più propense al cambiamento culturale e crescente supporto dalle istituzioni e del quadro normativo di riferimento.
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